La legge che regola la fecondazione assistita nel nostro Paese risale al 2004. La ormai famosa legge 40 venne accolta tra mille polemiche nate dalla costatazione che erano più i limiti e i divieti che le opportunità offerte alle coppie che desideravano diventare genitori, ad essere contenuti in questo testo.
Negli anni successivi numerose sentenze emesse dai tribunali italiani hanno pian piano scardinato i vari pilastri alle legge 40 che oggi appare del tutto diversa da quella che era al momento della sua approvazione. Vediamo quali sono le modifiche apportate alla legge cosa è consentito e cosa no.
Il testo integrale della legge 19 febbraio 2004 n. 40 "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita" è disponibile sul sito della Camera dei deputati.
Queste le principali indicazioni fornite dai legislatori nel 2004:
L’iter burocratico e legislativo che portò, nel 2004, all’approvazione della legge 40, per la quale venne indetto anche un referendum che non raggiunse il quorum, fu estremamente difficoltoso e non privo di polemiche, dibattiti e critiche.
La legge, nel corso degli ultimi anni, ha subito delle modifiche nelle sue possibili applicazioni, a seguito di interventi da parte delle istituzioni e della Corte Costituzionale. Vediamo cos'è cambiato in questi anni.
Nel 2008 l’allora Ministro della Salute, Livia Turco, modificò le linee guida della legge aprendo la possibilità di avere accesso alle tecniche di fecondazione assistita anche agli uomini affetti da malattie trasmissibili (come l’epatite o l’Hiv) e soprattutto eliminò il riferimento al divieto di diagnosi pre-impianto.
Nel 2009 la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’obbligo a impiantare tre embrioni contemporaneamente: la legge obbligherebbe ad impiantare tutti gli embrioni ottenuti con la fecondazione assistita, fino ad un massimo di tre, e ne vieterebbe la crio-conservazione (a meno che non risulti impossibile impiantarli tutti a causa di gravi rischi per la salute della donna; in tal caso è obbligatorio procedere all’impianto non appena lo stato di salute della donna dovesse permetterlo).
Secondo la Corte, queste disposizioni violano un principio costituzionale fondamentale, sancito dall’articolo 3 della Costituzione, quello della donna ad avere pari diritti rispetto all’embrione, e va invece permesso al singolo medico di decidere se impiantare i tre embrioni e quando farlo, crio-conservandoli se necessario, a tutela della salute della donna.
Nel 2014 la Consulta ha dichiarato incostituzionale il divieto alla fecondazione eterologa, cioè a poter fare ricorso ad un donatore esterno di ovuli o sperma.
La legge 40 prevede la definizione da parte del Ministro della Salute di "linee guida contenenti l'indicazione delle procedure e delle tecniche di procreazione medicalmente assistita", linee guida "vincolanti per tutte le strutture autorizzate.
Ecco le principali indicazioni contenute nelle linee guida 2016
Nel 2016 sono entrati di diritto nei LEA, i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, anche le prestazioni sanitarie per la fecondazione assistita e la fecondazione eterologa. Le coppie saranno chiamate a contribuire con il pagamento di un ticket alle terapie.