L'influenza nei bambini è provocata da un virus che si diffonde per via aerea e ha, come primo sintomo, l'innalzamento della temperatura, anche fino a 39°, accompagnato da dolori articolari e muscolari, mal di testa, tosse, disturbi gastrointestinali. I bambini possono contrarre l’influenza soprattutto frequentando luoghi chiusi e affollati, dove la respirazione di tante persone favorisce la diffusione del virus. Per questo nei mesi invernali è più facile ammalarsi: si frequentano cinema, scuole, centri commerciali e si sta a stretto contatto con un gran numero di persone. Inoltre il freddo e le condizioni meteorologiche sfavorevoli contribuiscono a indebolire l’organismo e a mettere a dura prova il sistema immunitario. Infatti le epidemie di influenza hanno un andamento epidemico e stagionale: insorgono, di norma, verso la metà di novembre, hanno il suo picco tra dicembre e gennaio e poi scemano a fine febbraio.
La variante più diffusa sarà la H1N1, così come analizzato nella stagione influenzale appena conclusasi in Australia. Si prevedono poi casi legati agli altri virus influenzali correlati.
Come spiega il virologo Fabrizio Pregliasco, la stagione influenzale che sta iniziando può essere considerata di media intensità, con 3 virus principali circolanti, oltre gli altri 262 virus cugini:
I sintomi dell'influenza 2023-2024 saranno:
I sintomi più comuni dell’influenza sono:
Per poter parlare di influenza vera e propria questi 3 sintomi devono presentarsi tutti insieme, se ciò non accade probabilmente si tratta di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali.
I virus parainfluenzali in genere non portano la febbre o al massimo un lieve innalzamento della temperatura.
Ogni anno il Ministero della Salute da il via alla Campagna di Vaccinazione contro l’influenza stagionale che vede come destinatari principali soprattutto i bambini, gli anziani e i soggetti debilitati. Per questo a inizio autunno, se si è interessati, è bene parlare del vaccino con il pediatra e farsi consigliare su tempi e modalità di esecuzione.
Come chiarisce la professoress Esposito la vaccinazione dei bambini deve essere fortemente raccomandata ed effettuata secondo le direttive previste dal Ministero della Salute e che la somministrazione dei vaccini debba essere effettuata precocemente rispetto alle classiche stagioni influenzali, a partire dai primi di ottobre.
Esitono anche altri modi per prevenire l’influenza nei bambini, rafforzando il sistema immunitario. Ad esempio una breve terapia a base di immunostimolatori può offrire uno scudo protettivo nei confronti dei mali di stagione. E’ importante anche far seguire al bambino una dieta ricca di frutta, soprattutto quella con tanta vitamina C che rafforza le difese immunitarie, e coprire i piccoli, riducendo al minimo il rischio di sbalzi termici che possono aprire la strada ai virus.
E' possibile prevenire l'influenza nei più piccoli? La domanda coglie tutte noi mamme agli albori della stagione influenzale, ai primi starnuti o colpi di tosse. Quel che è certo è che la frequenza alla scuola e l'immaturità del loro sistema immunitario predispongono i piccoli all'infezione, ma possiamo comunque fare qualcosa per provare a proteggerli.
La composizione di tutti i vaccini influenzali per la stagione 2023-2024 segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Comitato per i Medicinali per Uso umano (CHMP) dell’EMA.
Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione e le misure di igiene e protezione individuale. Dal momento che i virus dell’influenza cambiano di stagione in stagione la vaccinazione va ripetuta ogni anno.
Il vaccino per l'influenza 2023/2024 è disponibile e la campagna di vaccinazione è iniziata ai primi di ottobre..
La protezione indotta dal vaccino comincia circa due settimane dopo la vaccinazione e perdura per un periodo di sei/otto mesi per poi decrescere. Per tale motivo, poiché i ceppi virali in circolazione possono mutare, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale.
L’influenza e la febbre nei bambini durano generalmente tre giorni ma porta con sé una sensazione di spossatezza che può perdurare anche per una settimana “Deve fare il suo corso” ci ripetevano le nonne. Ed è ancora così. Di norma noi mamme cominciamo a preoccuparci se un'influenza dura per qualche giorno in più e allo scadere dei fatidici cinque giorni di febbre ci domandiamo se non sia il caso di dare ai nostri figli un antibiotico. Il dubbio è legittimo, ma bisogna sempre chiedere prima al pediatra che farà una visita e verificherà se non ci sia un'infezione alla gola o alle prime vie respiratorie.
L’influenza non può essere curata se non con terapie sintomatiche e con antifebbrili per abbassare la temperatura se è troppo alta. Mai somministrare antibiotici per curare l’influenza: la causa dell’influenza è un virus e non un batterio, perciò una terapia antibiotica non avrà alcun effetto se non quello di favorire lo sviluppo di una resistenza dell’organismo agli antibiotici (e quando ce ne sarà davvero bisogno sarà più difficile combattere una malattia causata dai batteri). L’antibiotico va somministrato solo dietro indicazione del pediatra nel caso in cui sull’influenza si sia innescata una infezione batterica, che provochi ad esempio tosse con catarro o mal di gola.
Ecco, quindi, qualche consiglio da mamma a mamma per curare il bimbo che ha l'influenza:
L'Istituto Superiore di Sanità ricorda che è fondamentale ricordare che la vaccinazione rimane il principale strumento di prevenzione dell’influenza. Inoltre, per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, è importante mettere in atto anche misure di protezione personali (non farmacologiche) come per esempio: