La parotite nei bambini (più comunemente detta orecchioni) è una malattia causata dal virus Myxovirus che oggi è molto meno frequente e diffusa grazie al vaccino che viene somministrato entro i 15 mesi di vita, con un richiamo a 6 anni (e che ormai è obbligatorio). Cerchiamo di capirne di più sulla parotite, quali sono i sintomi e come si cura.
L’incidenza massima di questa malattia avviene tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.
Il contagio avviene attraverso la saliva, il muco o le goccioline della respirazione. Il contagio avviene tra i 16 e i 18 giorni prima della comparsa dei primi sintomi.
Il bambino è contagioso tra uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi fino a 5 giorni dopo.
La malattia si presenta generalmente con questi sintomi:
Questo ingrossamento provoca una esposizione dei padiglioni auricolari che appaiono deformi e doloranti e dura per circa 3 giorni. Dopodiché si attenua nell’arco di sei giorni.
La terapia è soltanto sintomatica: si somministrano analgesici, per il trattamento del dolore causato dall’infiammazione, e di antipiretici per controllare la febbre. Una dieta semiliquida può aiutare ad alleviare il dolore associato alla masticazione. Normalissimo che il bambino non abbia voglia di mangiare, quindi è più importante assicurarsi che beva molto e aiutarlo preparandogli brodini e pappe più liquide.
Se nei bambini la parotite è, nella maggior parte dei casi, una malattia che si risolve spontanemanete nel giro di pochi giorni, resta il fatto che comporti comunque una certa percentuale di rishcio di complicazioni anche gravi e che queste complicanze sono più frequenti negli adulti e nelle donne in gravidanza.
Nei bambini, in 5 casi ogni 100.000 di malattia, la parotite provoca perdita dell’udito: la parotite rappresenta, infatti, la principale causa di sordità neurosensoriale infantile acquisita. L’encefalite porta raramente alla morte, ma si possono avere conseguenze permanenti come:
Negli adulti le complicanze sono più frequenti. Nel 20-30% dei maschi dopo la pubertà si ha l’insorgenza dell’orchite, una malattia infiammatoria molto dolorosa, caratterizzata dal gonfiore di uno o di entrambi i testicoli. Questa, sebbene raramente, può risolversi in un’atrofia testicolare con conseguente sterilità.
Il contagio durante le prime 12 settimane di gravidanza è associato a un’alta percentuale di aborti spontanei (25%), ma non comporta il rischio di malformazioni del feto.