Si stima che lo 0,3% delle persone soffrano di allergie alle punture di insetti. Per quanto possano provocare prurito, dolore, gonfiore e molto fastidio (non senza qualche lacrima) le punture di insetto generalmente si risolvono con una pomata, un po’ di ghiaccio e tante coccole nel giro di poco tempo. Ma in rari casi queste punture possono provocare delle reazioni allergiche nei bambini, reazioni che vanno immediatamente riconosciute e trattate in ospedale.
Nella maggior parte dei casi la reazione alle punture di insetto è caratterizzata da:
Solo nello 0,3 -0,1% dei casi la puntura provoca una violenta reazione allergica.
Ecco i sintomi:
In questi casi è imperativo intervenire tempestivamente con la somministrazione di adrenalina ed eseguire esami finalizzati per riscontrare la sensibilizzazione al veleno di un preciso insetto.
Gli esperti della SITIP (Società Italiana di Infettivologia Pediatrica) spiegano che riuscire a riconoscere quale sia il tipo di veleno al quale il bambino è allergico permette di avviare un’adeguata desensibilizzazione.
E’ importante intervenire nelle reazioni allergiche alle punture di insetto non solo per evitare uno choc anafilattico, ma anche perché questa reazione è un preciso indicatore di un rischio futuro: è stato provato, infatti, che chi ha sofferto di una reazione allergica ha un più alto rischio di avere la stessa reazione nel caso in cui lo stesso insetto dovesse pungerlo in futuro.
Per questo è indispensabile procedere, dopo la diagnosi, con un percorso di desensibilizzazione. Il test per la diagnosi consiste nel praticare iniezioni sottocutanee di dosi crescenti di veleno fino ad ottenere una tolleranza di una dose simile a quella iniettabile dagli insetti. Generalmente la procedura dura tra le 18 e le 24 settimane, anche se in qualche centro viene praticata in sole 2-3 settimane.