Capita molto frequentemente di avere vuoti di memoria in gravidanza, così come difficoltà di concentrazione o addirittura perdite di memoria. A cosa sono dovuti questi disturbi che gli esperti chiamano Pregnancy Brain o Momnesia? Moltissime future mamme sperimentano, soprattutto nel terzo trimestre, queste difficoltà a concentrarsi e piccoli vuoti di memoria (io stessa ne ho sofferto parecchio!), si tratta di un fenomeno, quindi, comune e per certi versi normale, che tende a scomparire dopo il parto.
Secondo uno studio australiano la gravidanza non cambierebbe il cervello di una donna, (anche se alcune ricerche sembrano suggerire il contrario, come leggerete più in avanti), e quindi le capacità mnemoniche e cognitive resterebbero inalterate, tuttavia è indubbio che i vuoti di memoria e le difficoltà a riuscire a concentrarsi siano comuni e frequenti, come si spiega? Secondo gli esperti le cause del Pregnancy Brain sarebbero:
Non solo: la gravidanza, con i suoi cambiamenti e il suo carico di stress, in realtà non fa altro che “mescolare le carte” nell'organismo e nel cervello: in pratica non è il quoziente intellettivo a cambiare ma solo le priorità.
Infine gli ormoni possono influenzare anche la memoria spaziale, che include anche la capacità di ricordare dove si trovano cose ed oggetti.
Abbiamo detto che secondo gli scienziati australiani, di fatto, la gravidanza non cambia il cervello delle donne, ma non la pensano così i ricercatori inglesi dell'università Royal Holloway, secondo i quali durante la gestazione l'emisfero destro delle future mamme diventa più attivo e quindi più sensibile ai nuovi stimoli emotivi che arriveranno dal proprio bimbo.
Il gruppo di psicologi diretto da Victoria Bourne ha coinvolto 39 donne, tra gestanti e madri, e ad ognuna di loro è stata mostrata una foto di adulti e una di neonati con espressioni negative o positive. È emerso che il cervello delle gestanti, soprattutto di fronte a foto di volti emotivamente positivi, si accendeva più intensamente a livello dell'emisfero destro, segno di una più profonda percezione emotiva.
Già precedenti studi avevano evidenziato i cambiamenti funzionali del cervello della mamme al fine di saper cogliere tutte le necessità del nuovo arrivato, ma con questa nuova ricerca si ritiene si possa fare anche maggiore luce sulla depressione post-partum. Ipotizzando, infatti, che questa intervenga quando – durante la gravidanza – non siano intervenute le modifiche neurali di cui si è parlato e quindi non si sia potuto stabilire quel fondamentale legame madre/figlio.
In pratica gli studiosi hanno evidenziato che le donne incinte usano di più la parte destra del proprio cervello quando guardano dei volti con espressioni emotive.
I risultati suggeriscono che durante la gravidanza si verificano cambiamenti nel modo in cui il cervello elabora le emozioni facciali. Cambiamenti che garantiscono che le madri siano neurologicamente disposte a creare un legame con i loro bambini alla nascita
ha commentato Victoria Bourne.