Il 90% dei casi di avvelenamento avviene tra le mura domestiche e nel 44% delle volte le vittime sono bambini con meno di 5 anni.
A dare l’allarme sono i pediatri della Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) che ricordano come i casi di avvelenamento abbiano luogo soprattutto in contesti familiari disagiati e dove sono presenti problemi comportamentali, ma un incidente o una disattenzione possono capitare a chiunque.
Innanzitutto i dati: i Centri antiveleni registrano ogni anno circa 67mila richieste di consulenza e in quasi la metà dei casi le vittime sono bambini.
Il pediatra Angelo Milazzo spiega come comportarsi in caso di avvelenamento:
Infine ricordare che negli adolescenti l’ingestione di farmaci può non essere involontaria.
Secondo uno studio americano pubblicato sul Journal of Pediatrics, la metà degli avvelenamenti a causa dei farmaci nei bambini di età inferiore ai cinque anni è dovuta alla disattenzione dei parenti.
I ricercatori hanno elencato gli errori che spesso commettiamo e che possono aumentare il rischio di ingestione di farmaci da parte dei più piccoli:
Il bambino ha ingoiato una pila, un bottone o ha smangiucchiato il rossetto della mamma? Come intervenire lo spiega Lara Zibners in un’interessante guida intitolata libro ''Aiuto, mio figlio ha ingoiato un bottone'' (Edizioni Giunti).
Usare gli strumenti a nostra disposizione per proteggere i bambini dai piccoli infortuni domestici: paraspigoli in gomma, lucchetti agli sportelli, blocca-maniglie sono molto efficaci per permettere ai bambini di esplorare l’ambiente domestico in modo autonomo e sicuro.
Ma cosa fare, invece, se il piccolo ha ingerito un farmaco? L’esperta spiega che è importante mantenere la calma, annotare il nome del farmaco e, anche se il bambino non manifesta alcun malessere, chiamare il pediatra o il Centro Antiveleni che sarà in grado di risalire, tramite il codice ubicato nella parte laterale della pillola, al nome del principio attivo.
Occhio a detersivi (meglio sistemarli nel punto più alto in cucina) e acetone che può provocare un’intossicazione anche con il semplice contatto con la pelle.
Sono pratici, colorati e in monodose E’ la nuova generazione di detersivi per lavastoviglie e lavatrici che contenuti in sacchetti di plastica monodose. Uno strumento utile per la mamma, ma un rischio per i bambini, soprattutto per quelli più piccoli.
In Gran Bretagna sono numerosi i casi registrati di avvelenamento da parte di bambini di età compresa tra i 10 mesi e i due anni che hanno ingerito il detersivo, affascinati dai colori sgargianti del liquido.
Lyndsay Fraser precisa che agli occhi dei bambini la forma e il colore di queste eco-dosi appaiono particolarmente accattivanti e dal momento che il principale strumento di conoscenza e di esplorazione è proprio la bocca, il rischio di ingestione e avvelenamento, ma anche di ustione alla bocca e all’esofago, sono alti.
Mai abbassare la guardia, dunque, e tenere i detersivi lontani dalla portata dei bambini.