Febbre nei bambini, quando preoccuparsi

Il bambino ha la febbre. Una condizione piuttosto diffusa nella popolazione pediatrica che non dovrebbe preoccupare i genitori perché lo stato febbrile è il sintomo di un’infezione virale o batterica in atto che in alcuni casi dovrebbe essere sconfitta solo dalle difese immunitarie. Queste infezioni, infatti, servono proprio ad allenare il sistema immunitario dei bambini per renderlo più forte. Ecco perché non sempre è necessario somministrare antipiretici ai bambini per far scendere la febbre. Ma quando preoccuparsi per la febbre nei bambini e come si fa a capire se è necessario dare una medicina al bambino con la febbre oppure no?

Gli esperti della NICE (il National Institute for Health and Clinical Excellence britannico) hanno divulgato alcune indicazioni utili per i genitori. Innanzitutto è importante sapere che:

  • fino a sei mesi di vita un bambino con la febbre va portato dal pediatra: l’allarme deve scattare se il bambino nei primi tre mesi raggiunge una temperatura di 38°C e se il bambino fino a sei mesi ha 39°C
  • dopo i sei mesi di vita la febbre da sola non è sufficiente a far scattare l’allarme, ma bisogna tener conto anche di altri aspetti, come ad esempio anomalie nella respirazione, rigidità del collo, alterazioni dello stato di coscienza.

Insomma,

se il piccolo ha 39°C di febbre ma è tranquillo e gioca senza lamentarsi, non occorre nessuna terapia; la febbre va trattata solo quando rende il piccolo sofferente e irritabile, non lo lascia dormire o mangiare normalmente

spiega Alberto Tozzi, pediatra dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma.

Inoltre è importante valutare la frequenza cardiaca: l’allarme scatta quando la frequenza cardiaca è superiore ai 160 battiti al minuto per bambini con età inferiore ad un anno; ai 150 battiti al minuto tra uno e due anni; ai 140 battiti oltre i due anni.

Ma quali farmaci somministrare?

Gli unici farmaci autorizzati sui bambini con meno di sei anni sono il paracetamolo e l’ibuprofene, ma vanno utilizzati solo se il bambino soffre di emicrania o manifesta una certo malessere e non vanno somministrati di nuovo e per forza ogni 4-6 ore.
Nel bugiardino dei farmaci viene indicata la dose da dare al bambino in base all’età e al peso, se c’è discrepanza tra questi due elementi ciò che conta è il peso.

Nel bugiardino, inoltre, c’è scritto che il paracetamolo si può somministrare dopo 4-6 ore e l’ibuprofene dopo 6-8 ore, ma, spiega Tozzi, queste indicazioni

non vanno intese nel senso che dopo questo tempo si deve ridare il farmaco, ma solo che lo si può fare se il bambino è di nuovo sofferente

febbre nei bambini quando preoccuparsi

I consigli pratici

I pediatri suggeriscono ai genitori di intraprendere una terapia dopo almeno due-tre giorni di malattia e non intervenire immediatamente con gli antibiotici che potrebbero rivelarsi non necessari.

L’antipiretico di prima scelta nel bambino è il paracetamolo con dosaggio di 60 mg/kg/giorno, suddiviso in 4 dosi, da somministrare ogni 6 ore. Non bisogna dare il paracetamolo se il bambino ha la febbre ma sta bene. Bisogna darglielo solo quando il piccolo ha un evidente malessere, ha mal di testa o dolore muscolare o quando è molto alta.

E allora ecco 3 regole d’oro per la gestione del bambino con la febbre:

  • usare solo il termometro elettronico digitale e solo sotto l’ascella
  • se il lattante ha la febbre chiamare il pediatra perché è possibile che ci sia un’infezione batterica
  • se la febbre non scende non è obbligatorio dare l’antibiotico, sempre dopo aver consultato il pediatra

Come somministrare il paracetamolo

  • Rispettare la dose prescritta dal medico o indicata nel foglio illustrativo
  • Rispettare i tempi di assunzione indicati dal medico;
  • L’effetto deve essere atteso dopo circa un’ora e mezza;
  • La via di somministrazione è sempre quella orale.