Russia, Ucraina, Georgia e Armenia sono questi i Paesi stranieri verso i quali si orienta il turismo procreativo per la maternità surrogata, una pratica vietata in Italia e in altri Paesi. Ma come funziona la fecondazione assistita all'estero e cosa dice la legge?
Nel 2011 il Rapporto dell'Osservatorio sul Turismo Procreativo aveva preso in esame i dati raccolti in 39 centri di 21 Paesi europei le coppie italiane che si recavano all’estero per sottoporsi ai trattamenti per la fertilità e aveva calcolato circa quattromila coppie. “Nel 2011 almeno 4000 coppie si sono recate all'estero: metà di queste hanno scelto di espatriare per necessità, perché devono ricorrere alla fecondazione eterologa, l'altra metà lo ha fatto senza apparente indicazione medica, per eseguire trattamenti consentiti anche in Italia”.
Oggi i numeri sono diversi: gli specialisti riuniti in occasione del 6° Congresso Nazionale della Società italiana di riproduzione umana (SIRU), che si è tenuto a Roma, parlano di oltre 13mila coppie italiane che cercano aiuto fuori dai confini nazionali.
Antonino Guglielmino, presidente area ginecologica della Siru, spiega che:
Nonostante la Corte Costituzionale, a partire dal 2014 abbia ufficialmente allargato l’accesso alla PMA in Italia, autorizzando anche la fecondazione eterologa, sono ancora molte le coppie che continuano ad andare all’estero. I motivi di questo fenomeno sono diversi: nel Belpaese la procreazione assistita è, di fatto, indietro; la donazione non è incentivata e la legge 40 del 2004 che la regola prevede ancora molti limiti, nonostante le modifiche negli anni
L'esperto ribadisce che in Italia ci sono ancora molti problemi irrisolti: "pensiamo alla situazione di stallo sui LEA, Linee Guida e Legge 40 che fanno sì che nella procreazione medicalmente assistita il nostro Paese rimanga costantemente indietro”.
Non ultima la decisione del governo di dichiarare reato universale la maternità per conto di altri, più nota come gravidanza surrogata.
La gravidanza surrogata, o maternità surrogata o utero in affitto, è una pratica in cui una donna, chiamata "surrogata" o "gestante per altri", porta avanti una gravidanza per conto di una coppia o di un individuo che desidera avere un figlio ma non può concepirlo o gestirlo autonomamente. Esistono due principali forme di gravidanza surrogata: quella tradizionale e quella gestazionale.
La gravidanza surrogata non è legale in Italia ma in alcuni Paesi esteri sì ed è per questo che molte coppie si sono rivolte ai centri esteri per poi riportare in Otalia il bambino dopo la nascita. Oggi, con le nuove disposizioni legislative, gli italiani che ricorrono alla maternità surrogata commettono un reato, anche se la procedura è avvenuta all'estero.
Gli esperti ritengono che la responsabilità non sia solo dei paletti messi dalla legge 40 che regola la procreazione assistita, ma anche della scarsa informazione e dall’ignoranza che caratterizza queste procedure.
In altre parole, spesso le coppie non riuscivano a vederci chiaro e a capire quali sono i trattamenti autorizzati e quali non lo sono e scelgono di andare direttamente all’estero.
Da quando è stata promulgata la legge 40 ha subito tantissime modifiche ed è stata di fatto smantellata pezzo per pezzo.
E’ vietata la maternità surrogata o utero in affitto (una donna si offre di portare avanti la gravidanza al posto della madre),
E' possibile detrarre fiscalmente le spese effettuate per le tecniche di fecondazione assistita all'estero che sono permesse dalla legge italiana ed effettuate in una struttura sanitaria estera autorizzata o da un medico specializzato italiano.
Bisogna allegare alla documentazione una dichiarazione di un medico specializzato italiano, deve risultare che la prestazione è conforme ai trattamenti consentiti dalla normativa italiana.
In realtà no. Anni fa molte pratiche che in Italia erano vietate erano invece accessibili in altri paesi. Oggi in Italia è vietata solo la maternità surrogata. Il livello qualitativo dei servizi offerti dai centri specializzati sia pubblici che privati è molto alto quindi il consiglio è innanzitutto quello di rivolgervi al vostro ginecologo di fiducia che saprà indirizzarvi verso un centro di alto livello.