'Una donna esperta che serve un’altra donna' nel greco antico è questo il significato della parola Doula o più comunemente educatrice perinatale, una professione non molto conosciuta in Italia ma che si sta diffondendo sempre di più negli ultimi anni.
La Doula aiuta la donna sin dalle prime fasi di gravidanza e dopo la nascita del bambino: è una donna che aiuta, che serve la futura mamma perché si parte dal presupposto (che nella gran parte dei casi si rivela sbagliato) che la mamma sappia già tutto, non abbia bisogno di aiuto e invece molto spesso avere un sostegno si rivelerà di fondamentale importanza.
Affiancare la futura mamma durante tutti i nove mesi, durante il parto e anche dopo la nascita del bambino può contribuire a ridurre la depressione post partum e a combattere il senso di inadeguatezza e difficoltà che spesso colpisce la mamma.
La Doula accompagna la mamma alla quale resta la scelta definitiva in ogni momento importante e la aiuta a vivere la gravidanza, il travaglio e il parto con la giusta e fisiologica naturalità, stimolando la sua autostima e rafforzando la sua forza interiore.
La doula è una figura che trova sempre più spazio sia sui media sia in sala parto. Ma attenzione a non confonderla con l’ostetrica, una figura professionale preparata e competente che è l’unica figura, insieme al ginecologo, in grado di assistere adeguatamente la donna che sta per partorire.
A sentire l’esigenza di voler chiarire questa importante distinzione è stato il Comitato Centrale della Federazione Nazionale Collegi Ostetriche (Fnco), in risposta ad alcuni articoli apparsi online e che definivano “poco chiara” la differenza tra la doula e l’ostetrica.
La differenza è invece chiara: se la doula non ha alcuna qualifica formativa e professionale, non è riconosciuta dal sistema sanitario e non può in nessun modo dare certezza rispetto alle proprie competenze sulla cura della donna durante la gravidanza, il parto e il puerperio, la professione dell’ostetrica è garantita da una formazione sanitaria specifica, certificata da una laurea e da un esame di Stato ed è comprovata dall’accesso in strutture ospedaliere e in consultori. Far passare il messaggio che chiunque, dopo qualche weekend di formazione, possa esercitare la professione di ostetrica è assurdo e rischioso
queste le parole del Comitato affidate ad una nota stampa.
Insomma, le ostetriche tengono a precisare che è importante garantire trasparenza delle informazioni e correttezza:
le donne devono sapere che queste nuove figure presentate come ‘ostetriche indipendenti’ non sono in nessun modo preparate e competenti sulla presa in carico della madre e del bambino