come riconoscere la pertosse nei bambini e come prevenirla

Come riconoscere la pertosse nei bambini e come prevenirla

18/11/2024

Solitamente si crede che la pertosse altro non sia che una tosse insistente, un po' più duratura delle altre forme di tosse. Invece, è qualcosa di più serio, che va vigilato con la dovuta attenzione. Scopriamo tutto sulla pertosse nei bambini.

La pertosse, infatti, è una malattia infettiva causata da un batterio, la Bordetella pertussis, che colpisce prevalentemente i bambini nei primi anni di vita, sebbene non disdegni di attaccare anche bambini in età scolare e perfino gli adulti.

Nei bambini molti piccoli, la pertosse può essere un vero problema. Infatti, in neonati e in generale in bambini al di sotto del primo anno di vita potrebbe addirittura rivelarsi una patologia ad esito mortale, perfino in nati da madri immuni poiché gli anticorpi passati dalla madre non riescono a difenderli contro la pertosse.

Come si trasmette la pertosse?

La pertosse si trasmette per via aerea, tramite starnuti o colpi di tosse, ed è talmente contagiosa che un bambino con pertosse, che venga a contatto con altri bambini, può arrivare a contagiarne addirittura il 90%.

Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni.

Quali sono i sintomi della pertosse nei bambini?

La malattia si presenta soprattutto con:

  • catarro e raucedine,
  • seguite da una tosse convulsiva
  • conseguente difficoltà respiratoria;
  • inappetenza.

Come capire se il bambino ha la pertosse?

I bambini colpiti da pertosse spesso non hanno voglia di mangiare, perché quest'azione così normale viene impedita dai colpi di tosse e talvolta anche da conati di vomito per il parossismo degli attacchi.

Il sintomo tipico della pertosse è, però, quella sorta di "risucchio" che segue e conclude ogni colpo di tosse, da molti definito "urlo inspiratorio".

La pertosse attraversa tre fasi fondamentali:

  • la prima fase è caratterizzata dal catarro, dall'accumulo di muco e conseguente tosse, soprattutto di notte, quando il bimbo è sdraiato,
  • la seconda fase è quella parossistica; in questo periodo i colpi di tosse sono molto intensi e portano il piccolo paziente a serie difficoltà respiratorie ed al caratteristico "urlo",
  • la terza fase è il periodo in cui il sistema respiratorio del bambino ritorna lentamente alla normalità.

Come funziona il vaccino per la pertosse

Il metodo migliore per contrastare la pertosse resta la prevenzione.

Oggi è molto semplice, basta essere vaccinati. Esiste, infatti, una vaccinazione contro la pertosse, ma è facoltativa, sebbene tutti i medici la consiglino; viene somministrata in associazione con il vaccino antidifterite ed antitetanico (DTP) in tre dosi: a tre mesi, a cinque ed a undici.

Va poi effettuato un richiamo verso i sei anni, sebbene va detto che la protezione antipertosse diminuisce e svanisce con il passare del tempo.

Come si cura la pertosse nei bambini?

Se, invece, il bambino viene infettato dal batterio, allora la terapia d'elezione è una cura antibiotica, solitamente prescritta in sciroppo, in modo che sia più facile somministrarlo al piccolo paziente.

Molta attenzione va prestata alle crisi di apnea; queste infatti possono essere molto frequenti e provocare seri problemi. Se il bambino ha serie difficoltà respiratorie, allora è meglio ricoverarlo in ospedale; lì potranno aiutarlo a respirare con apposite mascherine per l'ossigeno.

Le crisi di apnea, infatti, possono provocare rallentamenti del battito cardiaco e addirittura encefalopatia.

Ci sono piccoli accorgimenti che faranno stare meglio il tuo bambino a casa con la pertosse Vediamoli.

  • Innanzitutto, un occhio alla dieta. Fagli mangiare soprattutto carne, frutta e verdura, in modo che il fisico si rafforzi e riesca a controbattere l'aggressione batterica.
  • Fallo mangiare spesso ma poco, perché, nei casi di colpi di tosse parossistici, lo stomaco troppo pieno favorisce il conato di vomito ed il rigetto. Inoltre, soprattutto se vomita spesso, fagli reintegrare i liquidi persi dandogli da bere acqua a temperatura ambiente.
  • Tieni la stanza in cui dorme con un'umidità al 70%, perché lo aiuta a fluidificare i muchi e ad espellerli. Riduci al minimo le fonti luminose e rumorose, in modo da favorire il suo riposo, che gli permetterà di essere più forte contro la malattia.
  • Assolutamente banditi dalla sua stanza, ma in generale da tutta la casa, polvere e fumo di sigaretta, che peggiorano i sintomi e la malattia stessa.

Bibliografia e fonti

Società Italiana di Pediatria

 

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.