Come spiegare ai bambini cosa sta succedendo nel mondo e come aiutarli ad esorcizzare le paure? Il terrorismo, le bombe, i bambini vittime della guerra e le notizie che arrivano dal mondo possono spaventare i bambini, soprattutto se lasciati soli davanti ai telegiornali o ad internet.
La psicologa Silvia Vegetti Finzi suggerisce ai genitori come spiegare questi eventi tragici ai bambini e dare loro speranza.
“Prima di rispondere ai nostri figli dobbiamo calmare le nostre paure. Quello che sentiamo, le nostre emozioni, hanno una risonanza nei ragazzini, quello che proviamo, magari anche tacendo, viene trasmesso loro. Cerchiamo di mostrarci sereni, diciamo a noi stessi che alla fine il bene vincerà sempre e che nel nostro passato abbiamo superato la guerra mondiale”, spiega la psicologa.
Non lasciamo che i bambini guardino molte immagini violente o sconvolgenti in TV: immagini o scene spaventose ripetitive possono essere molto inquietanti, soprattutto per i bambini piccoli.
E allora ecco alcuni consigli per aiutare i bambini a superare la paura:
- rispondere con parole semplici alle domande dei bambini: non va bene né far finta di nulla né addentrarsi in complessi discorsi politici: spiegare che non siamo in guerra, che ci sono degli attacchi ad opera di persone fanatiche ma che chi ci governa è impegnato a trovare il modo per far sì che altri attentati non accadano
- Prendere un atlante e mostrare a bambini ove si trova il califfato, così far capire che si trova lontano da noi
- Quando i bambini chiedono il perché dei bombardamenti in Siria che uccidono anche bambini spiegare che i bambini sono tutti innocenti e che se potessero parlare chiederebbero solo di vivere nella pace
- Invitiamo i bambini a dare l'esempio ad essere accoglienti con i compagni di altre nazionalità
Come spiegare il terrorismo ai bambini più grandi
- A partire dai 10 anni i bambini hanno bisogno di sentirsi protetti: abbracciarli è la cosa migliore e più semplice che possiamo fare
- Condurre una vita normale è importante, spiegare che avere paura degli altri e di uscire di casa non serve altro che a farci avere ancora più paura
- Se chiedono dell'eventualità di possibili attentati anche in Italia rispondere che non possiamo saperlo, inutile negare che questo rappresenta anche una nostra paura, ma chiarire che la vita è sempre un rischio e l'unica cosa che possiamo fare è fare del nostro meglio per costruire un futuro di pace
Quando possiamo cominciare a parlare di terrorismo ai bambini?
Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Telefono Azzurro, professore di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e membro del direttivo dell’International Centre for Missing & Exploited Children, spiega che possiamo cominciare ad affrontare questi argomenti con bambini di 6 anni che frequentano la scuola elementare. Porsi in una posizione di ascolto, chiedere ai bambini cosa sanno dell'Isis e del Califfato e poi chiarire che non ha nulla a che fare con la religione, ma con l'intento di strumentalizzare la religione per compiere atti di violenza insensati.
Solo precisando con forza che non esistono religioni buone e cattive. I cattivi sono solo estremisti che nel corso dei secoli hanno compiuto violenze usando il nome di questa o quella religione potremmo evitare che i bambini sviluppino odio e pregiudizio nei confronti degli altri, di chi professa una religione diversa.
Il Time ha pubblicato alcuni consigli per affrontare argomenti come il terrorismo con bambini di diverse fasce di età
- bambini di età prescolare: andrebbero tutelati e non esposti a notizie di questo tipo. Di fronte alle loro domande aggiungere pochi e semplici dettagli solo a domande dirette
- bambini tra 6 e 10 anni: conoscere i fatti aiuta ad esorcizzare l'ansia, ma meglio evitare dettagli cruenti sul numero dei morti, e usare parole che possono spaventare. E' importante far capire ai bambini che sono al sicuro e che questi attacchi sono rari e i cattivi verranno catturati
- bambini tra 10 e 14 anni: possono voler conoscere più dettagli, ma è sempre meglio non darne troppi. E' invece importante domandare ai bambini come si sentono, cosa sanno, spiegare che si può essere tristi anche se non si sente il bisogno di piangere. Utile incoraggiare ad aprirsi ed esprimere i propri sentimenti e parlare di come affrontereste un'eventuale emergenza
- ragazzi tra 14 e 18 anni: sono molto informati, sia dai social network che a scuola. E proprio in materia di social network è importantissimo aiutarli a leggere le notizie con spirito critico, non dare mai per scontato ciò che viene condiviso e offrire strumenti per distinguere le bufale. Non basta rassicurarli che a loro non accadrà nulla di male, meglio spiegare cosa fare in caso di emergenza e approfondire il tema degli effetti che la violenza può generare.
Bibliografia
Terrorism and War: How to Talk to Children