tiroide in gravidanza

Tiroide in gravidanza

22/05/2018

Tiroide, una ghiandola importante per le donne in età fertile che cercano un figlio o sono incinte o che hanno partorito da poco, eppure ancora poco si sa dell'importanza di tenere sotto controllo la funzionalità della tiroide in gravidanza e dei rischi che un deficit ormonale può comportare.

Alfredo Pontecorvi della Società Italiana di Endocrinologia, nonché Ordinario di Endocrinologia e Primario della Divisione di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso il policlinico Gemelli di Roma, ricorda che alterazioni della tiroide possono compromettere la fertilità e sono ancora numerose le donne che tentano di avere un figlio e solo di fronte alle difficoltà del concepimento scoprono di essere affette da un’anomalia della tiroide. Ed è altrettanto importante controllare la tiroide dopo il parto perché i grandi cambiamenti fisici e psicologici legati alla gravidanza e al parto possono alterare la funzionalità della tiroide.

Cos’è la tiroide?

Si tratta di una ghiandola ubicata alla base del collo che ha la forma di una farfalla. Svolge un gran numero di importanti funzioni: regola il metabolismo, controlla lo sviluppo sessuale e scheletrico, presiede alla termoregolazione corporea, controlla la salute di capelli e pelle e influisce sul ritmo sonno-veglia. E riesce in questo grande lavoro grazie alla produzione di due ormoni principali chiamati T3 e T4 che elaborano lo iodio. Affinché la tiroide funzioni efficacemente deve essere in buona salute anche l’ipofisi, un’altra ghiandola ubicata alla base del cervello che da gli ordini alla tiroide.

Tiroide e fertilità

Giovanni Battista Nardelli, Direttore UOC Clinica Ginecologica e Ostetrica Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino di Padova, spiega che quando si programma una gravidanza è importante fare un controllo della funzionalità tiroidea, soprattutto chi ha una familiarità tiroidea, il diabete, una malattia autoimmune, la celiachia, la psoriasi o in caso di obesità.

In queste condizioni il desiderio di un figlio potrebbe essere ostacolato perché i problemi alla tiroide sono spesso causa di difficoltà nel concepire (infertilità e anovularietà), o possono essere associati ad alti tassi di abortività

spiega l’esperto.

Insomma prima di concepire un figlio è bene assicurarsi - da parte delle donne - che la propria tiroide goda di buona salute.

Il monito arriva anche dall’Associazione Italiana della Tiroide (Ait), i cui specialisti spiegano che la tiroide ha un ruolo essenziale nel garantire la fertilità. Si pensi che maggiore è l’eventuale grado di ipotiroidismo della donna, maggiore sarà la difficoltà di concepimento e il rischio di aborto spontaneo.

Una tiroide sana poi è fondamentale anche nelle fasi immediatamente successive al concepimento: gli ormoni tiroidei materni garantiscono, infatti, tutta quella serie di eventi fisiologici necessari al proseguimento della gravidanza.

Basti pensare che nei primi tre mesi di gravidanza è la tiroide materna che lavora anche per il feto dal momento che esso sviluppa la sua tiroide solo intorno alla 12/a settimana.

La raccomandazione dell’Ait riguarda sia le gravidanze naturali che quelle indotte con fecondazione medicalmente assistita. Anzi si è osservato che il 10% delle donne che affrontano una fecondazione assistita ha una tiroidite di Hashimoto che rischia di diventare ipotiroidismo a seguito della terapia per la stimolazione ovarica.

Tiroide in gravidanza, cosa fare

E’ estremamente importante tenere sotto controllo la tiroide, soprattutto perché recenti studi hanno mostrato che gli ormoni tiroidei della madre sono in grado di oltrepassare la barriera della placenta e giungere fino al feto, quando la tiroide fetale non ha ancora iniziato a produrre i suoi ormoni. Ciò vuol dire che uno squilibrio degli ormoni materni può compromettere lo sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino e provocare ritardo mentale e intellettivo.

E’ inoltre bene sapere che un neonato su 3000 nasce con una condizione di ipotiroidismo congenito, che viene diagnosticato immediatamente grazie allo screening neonatale obbligatorio che viene eseguito subito dopo la nascita, ma che può in qualche modo alterare il quoziente intellettivo del bambino.

Durante la gravidanza raddoppia il fabbisogno quotidiano di iodio, che si attesta sui 250 microgrammi. Per questo è importante valutare l’assunzione di iodio e seguire una dieta che ne garantisca il giusto apporto.

Anche il selenio non dovrebbe mancare nella dieta quotidiana durante la gravidanza: ha potenti capacità antiossidanti e aiuta la tiroide a funzionare meglio.

Disturbi della tiroide

Le disfunzioni della tiroide sono soprattutto due: ipotiroidismo e ipertiroidismo.

la tiroide produce una quantità di ormoni troppo bassa. I sintomi sono diversi e spaziano dalla sonnolenza eccessiva alla apatia, dalla mancanza di energia alla sensazione di freddo anche quando la temperatura è elevata, perdite di memoria, gozzo, ciclo abbondante in maniera anomala, bassa frequenza cardiaca, infertilità, crampi e aumento di peso. Questa condizione può essere causata anche dall’assunzione di farmaci antitiroidei, come l'amiodarone per la terapia delle aritmie o il litio nel trattamento della depressione, ma spesso le cause sono ignote e possono essere ricondotte a un gran numero di fattori. E’ importante curare attentamente l’ipotiroidismo. La cura generalmente è con farmaci a base di tiroxina.

  • Ipertiroidismo

la tiroide produce un’eccessiva quantità di ormoni. I sintomi sono aumento della frequenza cardiaca, perdita di peso, aumento della sudorazione, diarrea, ciclo ridotto, irritabilità, gozzo. Anche in questo caso la causa può essere, tra l’altro, una terapia a base di amiodarone o una malattia autoimmune chiamata malattia di Graves, che provoca la produzione di anticorpi che stimolano la tiroide a produrre più ormoni. La terapia contro l’ipertiroidismo è basata generalmente su farmaci antitiroidei, ma anche nella somministrazione di iodio radioattivo nell’intervento chirurgico per asportare la tiroide.

La diagnosi

Il primo passo è l’esame del sangue che dosa ormoni T3 e T4. Anche l’ecografia della tiroide è un ottimo strumento diagnostico perché ne misura dimensioni, struttura ed evidenzia eventuali noduli. In caso di sospette disfunzioni tiroidee si procede con una scintigrafia, che consiste nella somministrazione di iodio radioattivo per endovena in modo da evidenziare bene la tiroide e capire la natura di eventuali noduli (maligna o benigna). In caso di noduli verrà eseguita una biopsia, che permette di prelevare un frammento di nodulo che verrà esaminato in laboratorio al fine di capire la natura, benigna o maligna, del nodulo stesso.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.