Il nostro cervello è in costante evoluzione, ma durante la gravidanza, avvengono cambiamenti straordinari. Studi recenti hanno svelato alcuni dei misteri che circondano questi processi e ci aiutano a capire come cambia il cervello in gravidanza.
Esiste davvero un “cervello in gravidanza”. Secondo una delle prime mappe dettagliate sui cambiamenti cerebrali prima, durante e dopo la gravidanza, le alterazioni strutturali e funzionali sono tangibili e durature. Basandosi su 26 scansioni del cervello di una donna sana di 38 anni, un gruppo di scienziati ha osservato modifiche significative nelle aree legate alla socializzazione e all’elaborazione emotiva, alcune delle quali continuavano a essere presenti anche due anni dopo il parto.
Questi cambiamenti cerebrali, che si manifestano soprattutto nelle regioni connesse alle interazioni sociali e alle emozioni, suggeriscono che il cervello di una madre si riorganizza per favorire un legame profondo con il proprio bambino. Questa metamorfosi neurologica sembra preparare le madri a rispondere efficacemente alle necessità del neonato, sviluppando una maggiore sensibilità agli stimoli sociali e una risposta emotiva più acuta.
Emily Jacobs, neuroscienziata presso l’Università della California a Santa Barbara e autrice dello studio, afferma:
Non abbiamo mai assistito a un processo di metamorfosi del cervello come questo. Finalmente siamo in grado di osservare i cambiamenti nel cervello in tempo reale
Il cervello studiato nella ricerca, pubblicato su Nature Neuroscience, è quello della scienziata Elizabeth Chrastil, dell'Università della California. Stava pianificando una gravidanzacon fecondazione in vitro quando si discuteva della ricerca e ora ha un figlio di quattro anni.
Questi primi risultati sono promettenti e possono avere importanti implicazioni per la salute mentale delle madri: comprendere come il cervello si adatta durante la gravidanza potrebbe aiutare a riconoscere i primi segni di disturbi mentali post-partum, offrendo nuovi strumenti di prevenzione e intervento.
La maternità, quindi, non cambia solo il corpo di una donna, ma anche il suo cervello, rendendola più adattabile e resiliente. Le neomamme riferiscono spesso di sentirsi più multitasking, più sensibili e capaci di rispondere ai bisogni del neonato quasi automaticamente. Queste sensazioni sono confermate da studi scientifici che dimostrano come il cervello di una madre si trasformi per sostenere il peso di nuovi comportamenti e competenze. Questo adattamento è fondamentale per la sopravvivenza del bambino e permette alla madre di essere più efficiente nella cura e protezione del piccolo.
La scienza ha identificato alcuni dei principali cambiamenti che si verificano nel cervello durante la maternità, soprattutto nelle aree legate all’elaborazione emotiva, alla socializzazione e alla risposta ai bisogni del bambino. Questi cambiamenti non solo migliorano l'istinto materno, ma possono anche aumentare la capacità di risolvere problemi e gestire più compiti contemporaneamente.
Uno studio dell’Università ebraica di Gerusalemme pubblicato su Neuron ha dimostrato che la paternità è in grado di innescare cambiamenti cerebrali, specialmente nelle aree legate all’emotività e alla razionalità.
La ricerca, guidata da Adi Mizrahi, ha coinvolto circa 90 genitori e ha così definito che le aree che si attivano mentre ci si prende cura dei proprio bambini sono principalmente due: l’amigdala, cioè quella parte del cervello che gestisce le emozioni (la motivazione, lo stimolo, l’attenzione, la memoria emotiva) e la rete della mentalizzazione, cioè quella parte che gestisce aspetti come la comprensione sociale e l’empatia. Questo avviene sia nei padri che nelle madri, e il grado di attivazione dipende in gran parte dal tempo che il genitore trascorre nell’accudire il figlio.
E lo stesso studio ha mostrato che la capacità di una madre di riconoscere e rispondere ai segnali del proprio bambino è il risultato di un’integrazione complessa di informazioni sensoriali, come suoni e odori.
Lo studio condotto da Mizrahi ha evidenziato che, nelle madri di topi, gli odori e i suoni dei cuccioli sono strettamente integrati nel cervello, migliorando la capacità della madre di rispondere prontamente alle chiamate di emergenza dei piccoli.
L’ossitocina, comunemente nota come “ormone dell’amore”, gioca un ruolo cruciale nella formazione del legame tra madre e figlio. Durante la gravidanza e l’allattamento, i livelli di ossitocina aumentano significativamente, favorendo non solo il legame emotivo, ma anche l’attenzione e la cura verso il bambino. Anche nei padri che si dedicano attivamente ai propri figli, si osserva un aumento dei livelli di ossitocina, il che contribuisce a rafforzare il loro coinvolgimento emotivo e a promuovere comportamenti di accudimento.
L'ossitocina non solo migliora il legame affettivo, ma sembra anche avere un impatto diretto sulle strutture cerebrali coinvolte nella gestione dello stress e nell’elaborazione emotiva. Questo significa che, in situazioni di forte stress o ansia, l’aumento dell’ossitocina può aiutare le madri (e i padri) a mantenere la calma e a rispondere in modo più efficace alle esigenze del bambino.