Quella dei compiti a casa è un’annosa questione che non smette di essere oggetto di discussione sia tra i genitori che tra gli insegnanti, che tra i pediatri e pedagogisti.
Ad ogni inizio dell'anno scolastico i social si riempiono di lettere di genitori agli insegnanti dei figli nelle quali giustificano con questa o quella ragione il fatto di non aver fatto fare i compiti ai ragazzi, e nelle chat di WhatsApp si accumulano messaggi di mamme furiose per l'eccessivo carico di compiti pomeridiani.
Qualsiasi genitore sa che la mole dei compiti da fare a casa può rischiare di paralizzare qualsiasi attività extrascolastica pomeridiana, dalla sport al semplice gioco, e molto spesso gli studenti, soprattutto quelli delle scuole primarie, hanno bisogno dell’aiuto dei genitori per portare a compimento tutti i compiti assegnati.
Ma come siamo finiti a fare dei compiti pomeridiani materia di discussioni e stress familiare?
E’ vero che la mole delle cose da fare a casa è aumentata negli ultimi anni rispetto ad anni fa, oppure sono i ragazzi e i bambini di oggi che non riescono a stare al passo?
I pediatri sono più o meno concordi: troppi compiti non servono, addirittura qualcuno propone di eliminarli, e molti sono nettamente contrari ai compiti per le vacanze. Ed è addirittura partita, con successo, una campagna chiamata “Basta compiti” che mira a raccogliere firme per stabilire, per legge, che non si debbano dare compiti a casa.
Di certo, i bambini possono andare in difficoltà, tra i mille impegni pomeridiani legati allo sport, al catechismo, alle attività varie, riuscire a trovare anche il tempo per fare i compiti può essere arduo.
Leggevo un intervento della dottoressa Velia Bianchi Ranci, psicologa e psicoterapeuta esperta in età evolutiva, sul tema dei compiti a casa:
Le decisioni riguardanti i compiti sono degli insegnanti, e degli insegnanti rimane la responsabilità del loro corretto svolgimento. Ai genitori spetta tutto il lavoro necessario a creare ogni giorno le condizioni che permettono ai figli di mettere le loro energie al servizio degli apprendimenti, supportarli nelle difficoltà che incontrano, comunicare con gli insegnanti per un confronto utile a conoscere reciprocamente aspetti importanti della vita del bambino.
E mi trova perfettamente d'accordo. Troppo spesso ci troviamo di fronte a genitori tuttologi che sviliscono il lavoro dell'insegnante e ne minano l'autorevolezza agli occhi dei figli. Possiamo essere critici nei confronti del lavoro dell'insegnante ma non dovremmo mai dichiarare guerra aperta e meno che mai criticare il loro operato davanti ai bambini.
Tuttavia proprio in merito alla scuola primaria la dottoressa ribadisce che
In una scuola a tempo pieno e negli anni della scuola primaria, non si può parlare di necessità di dare compiti da svolgere a casa. Le otto ore di scuola dovrebbero essere sufficienti per offrire al bambino gli strumenti necessari all’apprendimento, ed aiutarlo ad assimilarli
Ma mentre si discute se è bene oppure no assegnare compiti a casa e in quale quantità, i genitori nella loro quotidianità continuano a dover affrontare la loro battaglia sui compiti, con bambini stanchi e annoiati.
E allora ecco qualche consiglio per aiutare i bambini nel loro impegno quotidiano:
Sono molte le ricerche che concludono che i cosidetti genitori elicottero danneggino i propri figli. Uno studio condotto presso le Università della Finlandia orientale e di Jyväskylä ha scoperto che aiutare troppo i figli nuoce al loro sviluppo. Al contrario, renderli autonomi, anche a costo di qualche errore, li fa diventare più tenaci.
Jaana Viljarant, a capo dello studio, ha spiegato che più le mamme davano ai figli opportunità per lavorare da soli e più il bambino diventava tenace per raggiungere il risultato.
Una possibile spiegazione è legata al fatto che quando la madre dà al bambino l'opportunità di fare i compiti autonomamente, la mamma invia anche un messaggio a dimostrazione che crede nelle sue capacità
Insomma aiutarli anche quando non lo chiedono loro sottintende il messaggio che non si ha fiducia nelle sue capacità, mentre spingerli ad essere autonomi nei compiti rafforza l'autostima e la tenacia.