Mezzo milione di persone in Italia soffrono di epilessia e nella metà dei casi si tratta di bambini o adolescenti. Soggetti particolarmente vulnerabili, che possono essere colpite da una crisi a scuola o in altri contesti e che in molti casi non ricevono cure tempestive e adeguate. Ma cosa fare in caso di crisi epilettiche e come comportarsi?
I risultati dell’Iniziativa PERFECT, pubblicati qualche anno fa sull’European Journal of Paediatric Neurology, mostrano che la possibilità che un bambino riceva i farmaci d’emergenza dipende principalmente dalla presenza di personale disposto ad assumersi la responsabilità di somministrare il trattamento.
Eppure è molto importante che il bambino epilettico riceva il trattamento immediatamente se una crisi persiste per più di cinque minuti dall’insorgenza.
Invece la maggior parte degli insegnanti sceglie di non somministrare i farmaci d’emergenza per le crisi, a meno che non sia prevista una formazione o una disposizione specifica e preferisce invece chiamare un’ambulanza, causando possibili ritardi nel trattamento della crisi.
Il dato conferma anche quanto emerso da una indagine condotta presso 150 scuole primarie italiane e 700 insegnanti dalla LICE (Lega Italiana contro l’epilessia) presentata nell’ambito della campagna di informazione “Se all’improvviso…”:
E ancora, secondo un'indagine pubblicata su Epilepsy and Behavior: il 44% degli insegnanti dichiara di avere o aver avuto un bambino con epilessia in classe, ma che solo i 2/3 di questi e' stato informato dai genitori. E anche tra i genitori serpeggiano i dubbi: il 64% di questi non si sente in grado di gestire un bambino con una crisi epilettica in atto, mentre il 57,9 degli intervistati pensa di dover porre un oggetto in bocca al bambino durante una crisi.
Invece, i neurologi spiegano che non bisogna tentare di mettere nessun oggetto nella bocca né cercare di bloccare la persona; invece bisogna fare attenzione a che il bambino non si faccia male, magari sistemando un cuscino sotto la testa.
E gli esperti della LICE ha diffuso un vademecum che indica chiaramente cosa si deve fare e cosa si deve evitare in caso di crisi epilettica.
Si tratta della crisi epilettica generalizzata di tipo tonico-clonico definita anche 'Crisi di Grande Male'.
Cosa fare?
Cosa non fare?
Questi interventi, oltre ad essere inutili, sono anche pericolosi: potrebbero comportare al soggetto in crisi lussazioni mandibolari, fratture dentarie e dolori muscolari intensi. Al soccorritore potrebbero invece provocare lesioni alle dita.
In caso di assenze, quindi crisi di lieve entità, conosciute come 'Piccolo Male', non occorre fare nulla, eccetto che segnalarle.
In caso di crisi epilettiche del lobo temporale, durante le quali si possono manifestare comportamenti strani e il livello di coscienza può essere compromesso:
Cosa fare?
Cosa non fare?
In caso di stato di male epilettico, durante il quale la crisi è molto prolungata senza che il soggetto riprenda coscienza oppure quando ad una crisi ne segue un’altra e un’altra ancora è fondamentale chiamare l’ambulanza per portare il paziente in Pronto Soccorso.