Somministrare i farmaci ai bambini può essere davvero una sfida impossibile. Le medicine generalmente non hanno un sapore gradevole e i bambini malvolentieri aprono la bocca per buttar giù delle goccine dalla dubbia provenienza. Eppure alcune medicine sono aromatizzate con un gradevole gusto alla frutta e ciò facilita la somministrazione.
Se il bimbo ha più di due anni è importante spiegargli che si tratta di una medicina che servirà a fargli passare la tosse o la febbre. I bambini vanno coinvolti nel processo di cura e in quello di guarigione sia per partecipare attivamente che per essere consapevoli del valore delle medicine.
Prima di somministrare i farmaci ai bambini è importante capire di che tipo di medicina si tratta, a cosa serve e soprattutto controllare la corrispondenza tra la prescrizione del medico e la confezione che è stata consegnata dal farmacista.
E’ altresì importante essere informati, leggere attentamente il bugiardino con le informazioni relative a indicazioni terapeutiche, posologia, effetti collaterali, interazione con altri farmaci e non esitare di chiedere al pediatra per sciogliere qualsiasi dubbio.
Inoltre è estremamente importante seguire scrupolosamente le indicazioni del medico riguardanti dosaggio e tempi di somministrazione: seguire la posologia è estremamente importante per garantire efficacia e sicurezza alla terapia. Se nella confezione c’è un dosatore è bene usarlo e non sostituirlo con le posate di casa (un recente studio ha scoperto, infatti, che spesso i casi di intossicazione da farmaci riguardano bambini a cui il farmaco è stato somministrato con una posata e non con il dosatore).
Alcuni farmaci sono dotati di siringa dosatrice che nei bambini più piccoli può essere usata anche per spruzzare il farmaco direttamente in bocca.
Per dosare lo sciroppo da dare al bambino non usare un cucchiaio ma una siringa. L’invito arriva dai pediatri americani che hanno diffuso le nuove linee guida dell'Aap (American Academy of Pediatrics) destinante alle aziende, ai farmacisti e ai medici.
Ogni anno si verificano migliaia di casi di overdose da farmaci o di sovradosaggio. E spesso la causa di questi incidenti sta nello scorretto utilizzo di dosatori. In molti casi si va “a occhio”. Un cucchiaio di sciroppo, dunque, non è un’indicazione da seguire quando si deve somministrare un farmaco ai bambini. Esistono molte forme di cucchiai, e la quantità di sciroppo contenuta in ogni tipo di cucchiaio può essere molto diversa.
I pediatri consigliano di usare delle siringhe con cui si può aspirare lo sciroppo dalla bottiglina e somministrarlo lentamente direttamente nella bocca del bambino. Ian Paul, specialista dell'ospedale pediatrico Penn State Hershey e autore delle nuove linee guida, spiega che
si sa che le unità metriche sono più sicure e precise quando si somministra un medicinale liquido. I misurini-tazzina, che spesso fanno da tappo alle confezioni, in realtà dovrebbero essere utilizzati solo per versare il liquido che poi sarà aspirato dalla siringa
Inoltre i pediatri consigliano ai medici di prestare particolare attenzione quando prescrivono farmaci: è importante sottolineare gli zeri iniziali e finali: 0,5 millilitri per una dose da mezzo ml e non 0,50.
Se il piccolo sputa il farmaco oppure lo vomita nel giro di mezz’ora dall’assunzione va somministrata nuovamente l’intera dose prescritta.
Generalmente i farmaci per via rettale vengono prescritti in bambini molto piccoli, e quindi non ancora capaci di ingoiare consapevolmente goccine e sciroppi, oppure nei casi di gastroenterite, quando il bambino vomita e non riesce a sostenere nulla nello stomaco.
Cosa fare se il bambino espelle la supposta?
Se il bimbo espelle la medicina o si scarica entro mezz’ora dalla somministrazione è bene ripetere l’operazione somministrando mezza dose prescritta
In commercio esistono numerosi apparecchi per l’aerosolterapia estremamente sofisticati e poco rumorosi.
Al termine della procedura lavare il viso del piccolo, eventualmente dargli un sorso d’acqua se lamenta un sapore amaro in bocca e sciacquare accuratamente le parti dell’apparecchio
Se le gocce vanno instillate nel nasino il bambino va sistemato steso supino e le goccine vanno istillate prima in una narice, tappando l’altra, e poi invertire. Chiedere al bambino di star seduto per qualche attimo e di flettere poi il capo delicatamente da un lato e dall’altro per permettere ai farmaci di distribuirsi in modo uniforme
Se le gocce vanno instillate nelle orecchie, far sistemare il bambino steso e fargli ruotare la testa da un lato, istillare le gocce e chiedere al bambino di restare in posizione per un minuto prima di girarsi dall’altro lato per ripetere l’operazione.
Dopo non coprire le orecchie con delle garze di ovatta.
Tre mamme su dieci in Italia si improvvisano medico pediatra e somministrano di propria iniziativa farmaci ai loro figli, spesso ignorando le indicazioni contenuti nei foglietti illustrativi e anche i possibili effetti collaterali.
L'allarme è della Fimp - Federazione Italiana Medici Pediatri, che ha effettuato uno studio in proposito su un campione di mamme italiane. Risultato: il 20% dei genitori non legge i bugiardini dei farmaci e ne ignora quindi anche i possibili effetti collaterali (anche se il 77% di essi si dice preoccupato per la possibilità che questi si manifestino); il 30% delle mamme adotta un approccio fai da te nel momento in cui deve somministrare una medicina al proprio figlio.
E se c’è bisogno di avere qualche informazione, il 94% dei genitori si rivolge al pediatra, meno del 30% alle fonti di informazione e il 10% al farmacista. Eppure sembra che il grado di conoscenza, almeno in certi campi, sia piuttosto scarso: molti genitori non conoscono la differenza tra integratori alimentari e farmaci. Il 60% dei prodotti somministrati ai bambini che i genitori indicano come farmaci sono in realtà integratori alimentari o fitoterapici. I medicinali maggiormente utilizzati sono antipiretici ed antinfiammatori, mentre tra gli integratori alcuni complessi vitaminici e i probiotici.
Sette volte su dieci i farmaci che i genitori danno ai bambini non sono adatti a loro, e in molti casi si decide di dare ai bambini farmaci destinati agli adulti riducendone semplicemente le dosi in base all’età e al peso del bambino. I rischi sono dietro l’angolo e bisogna sempre ricordare che i bambini e gli adolescenti non sono adulti in miniatura.
Il problema è alla radice: le sperimentazioni sui farmaci sui bambini non superano il 10% di tutte le sperimentazioni, insomma la maggior parte dei farmaci non viene sperimentata sui bambini per una sorta di pregiudizio etico ad esporre i bambini alle sperimentazioni cliniche, mentre in realtà, sottolinea l’AIFA, sarebbe vero il contrario, cioè limitare le sperimentazioni cliniche nella fascia pediatrica va a ledere gli interessi dei più piccoli, “perché preclude la possibilità di sviluppare farmaci adatti alle loro specifiche esigenze”.
Ma nel frattempo come comportarsi se si devono dare delle medicine ai bambini? Innanzitutto seguendo sempre solo ed esclusivamente il parere del pediatra che saprà indicare chiaramente quali sono i farmaci più adatti, leggendo attentamente il bugiardino dei farmaci.