Dermatite atopica nei bambini in aumento: ne soffrirebbe un bambino su due sotto i cinque anni e secondo i pediatri la colpa sarebbe dello smog e dell’ambiente sempre più inquinato nel quale crescono i bambini. E infatti l’incidenza della dermatite atopica sarebbe triplicata nell’ultimo trentennio nelle are maggiormente industrializzate.
Prurito, lesioni eczemiche, pelle secca e lichenificazione della cute: la dermatite atopica è un disturbo cronico della pelle che colpisce soprattutto i bambini.
Si calcola che nell’85% dei casi la dermatite atopica si presenta nel primo anno di vita, quindi è prevalente nei neonati, e nel 95% delle volte prima dei cinque anni.
Gli ultimi studi hanno concluso che la dermatite non sarebbe causata da una reazione allergica, ma dalla composizione e dalla natura della pelle stessa. La componente ereditaria sarebbe, quindi, fondamentale.
Da qui la decisione di cambiare anche il nome della dermatite atopica in 'eczema costituzionale', proprio per sottolineare che non si tratta di una manifestazione di natura allergica, ma che la pelle in qualche modo nasce così e non riesce a svolgere come dovrebbe la sua funzione di barriera protettiva.
Inutile escludere alimenti potenzialmente allergizzanti, come latte o uova, meglio aiutare la pelle con creme emollienti non cortisoniche, evitare l’uso di prodotti potenzialmente irritanti, come detergenti, profumi e fibre sintetiche. A.
Ma la dermatite atopica può essere collegata anche ad altri fattori immunologici, come le allergie da contatto o inalazione: gli agenti più irritanti sono nichel, lattice, profumazioni, emulsionanti e preservanti, ma anche polvere, muffe, pollini e forfore di animali.
La diagnosi è finalizzata prima di tutto ad escludere altre patologie, come la scabbia, la dermatite da contatto, la dermatite seborroica, la psoriasi o il linfoma cutaneo. Lo specialista osserverà i sintomi:
La dermatite atopica è una malattia cronica che non ha una cura risolutiva. Va trattata localmente e con farmaci che curano i sintomi ma non la malattia stessa.
E’ importante seguire qualche accorgimento per prevenire la comparsa delle lesioni: lavarsi con oli e creme delicati ed emollienti, evitare il contatto con gli allergeni e anche di restare troppo a lungo in ambienti polverosi, affollati, umidi o di esporsi troppo ai raggi del sole. Se le lesioni peggiorano vanno trattate con una terapia antinfiammatoria locale con preparati cortisonici o non cortisonici e antistaminici per via orale per combattere il prurito.
Dal momento che le persone che soffrono di dermatite atopica vanno incontro con maggiore probabilità ad infezioni batteriche da stafiloccocco - che si presentano come reazioni eczematose crostificate e possono essere peggiorate dal grattarsi e dalle medicazioni - va utilizzata una terapia antibiotica.
Importante il ruolo dell’alimentazione nei bambini con dermatite atopica, soprattutto in inverno quando la pelle non può beneficiare dei raggi del sole. Come spiega Giuseppe Mele, presidente della Fimp, è preferibile un'alimentazione ricca di frutta e verdure (per garantirsi il giusto apporto di vitamine e sali minerali), pesce, grassi di origine vegetale, fibre e cereali, arricchita da un buon apporto di acqua e da un limitato consumo di bevande zuccherate e cibi troppo raffinati.
Quindi è utile oppure no cambiare l’alimentazione abituale dei bambini che soffrono di dermatite atopica?
Fino ad oggi gli specialisti erano sicuri che questa fosse la strada giusta per frenare la dermatiti e i sintomi, ma oggi gli esperti mettono in discussione questa teoria, soprattutto per quanto riguarda i bambini.
Fino a pochi anni fa, infatti, si riteneva comunemente che la dermatite atopica fosse strettamente causata dall’alimentazione, ma in realtà le nuove scoperte suggeriscono che alcune alterazioni strutturali della pelle favoriscono la penetrazione all’interno dell’organismo di molecole sensibilizzanti, il che provoca la comparsa delle allergie e una sovraproduzione di anticorpi IgE.
Quindi il meccanismo sarebbe inverso: non è il cibo che provoca la dermatite, ma un’alterazione della pelle che favorisce lo sviluppo di allergie alimentari, e non solo.
Insomma, secondo quanto spiegato dai medici della Federazione italiana medici pediatri, si nascerebbe con una predisposizione alla dermatite atopica e ad altre allergie, ma se si cura la dermatite nei bambini si potrebbe ridurre il rischio di insorgenza delle allergie.
Gli esperti precisano che nella maggior parte dei casi il problema si risolve spontaneamente entro i 3 anni di vita, ma nel 20% dei bambini persiste fino a 7 anni.
Come intervenire?
Le creme vanno consigliate dal pediatra. Mio figlio ha avuto la dermatite atopica per il primo anno di vita e lo specialista mi consigliò di usare Xeratop detergente non schiumogeno per il bagnetto e Xeratop lipocrema da applicare più volte al giorno per mantenere la pelle idratata. per esperienza diretta vi dico che la dermatite più che curata quando si scatena, va prevenuta: bisogna prendersi cura della pelle tutti i giorni, con regolarità, applicando la crema più volte.
Leggevo, poi, che in Italia esiste un centro unico in Europa dove i bambini con dermatite atopica vengono accolti insieme ai loro genitori fin dai primi mesi di vita. Si trova a Comano e gli specialisti propongono un approccio molto interessante e unico: la vera e propria presa in carico del bambino, non solo alle Terme ma permanentemente anche a casa, dopo la cura.
Perché non solo va curata la pelle di quel singolo bambino e va aiutato ad imparare a prendersi cura della propria pelle, sapendo, ad esempio, quando è bene usare il cortisone, come prendersi cura dell’igiene della pelle, come applicare le creme emollienti etc… per ottenere una maggiore qualità della vita, ma vanno informati ed aiutati anche i genitori.