In Italia circa 3 milioni di giovani soffrono di disturbi del comportamento alimentare (il 95,9% sono donne e il 4,1% uomini) e se nella maggior parte dei casi l'età in cui si manifestano i primi sintomi è tra i 15 e i 19 anni, aumenta in modo preoccupante l'incidenza tra le bambine piccole. Quali sono i disturbi alimentari nei bambini e come dobbiamo comportarci e sospettiamo che nostro figlio abbia questo problema?
A dare l’allarme è Stefano Vicari, responsabile dell'Unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, che spiega che si sta abbassando l’età dei pazienti che vengono ricoverati per disordini dell’alimentazione e “trattiamo anche bambine anoressiche di 9 anni”.
Un dato preoccupante: al Bambin Gesù ogni anno vengono trattati circa 300 casi di anoressia e sempre più spesso si tratta di bambine. Non solo, circa un bambino su 5 soffre di disturbi psichiatrici: la depressione interessa fino a 8 ragazzi su 100 e l’anoressia interessa l’1% delle ragazze e rappresenta la malattia psichiatrica a più alto tasso di mortalità.
Il disagio personale è quasi sempre frutto di un disagio familiare o sociale, per questo lo specialista invita i genitori a non abbassare mai la guardia e a tener conto dei segnali che possono indicare un disagio psichico.
I segnali da non sottovalutare sono:
Questi gli elementi sui quali gli esperti invitano a riflettere:
Come si interviene sull'anoressia in età pediatrica?
Stabilire le cause del disturbo (che possono essere di origine ereditaria, ma anche familiare o legate ad un controllo ossessivo e al perfezionismo), è necessario affrontare un percorso terapeutico che veda coinvolti diversi specialisti, medici, psichiatri, nutrizionisti e psicologi, e anche i genitori. Solo in questo caso è possibile aumentare le probabilità di guarigione raggiungendo un 40-50 percento di pazienti che raggiungono la completa guarigione, percentuale che può arrivare al 90% se la diagnosi è precoce, questo perché a 9 anni la personalità è ancora in vi di sviluppo e il disturbo non ha il tempo di cronicizzare.
Gli esperti della Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare (Sisdca), in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, che ha l'obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza sui disturbi del comportamento alimentare, hanno sottolineato quanto sia importante lavorare alla prevenzione sin dai primi anni dell’infanzia: si può e si deve iniziare dalle piccole cose sin da quando i bambini sono piccoli, per cominciare a fare prevenzione in ambito familiare.
A dare qualche consiglio è lo psicoterapeuta Giovanni Porta:
E Stefano Vicari spiega:
I genitori devono saper osservare i propri figli, cogliere i loro cambiamenti nel fisico, nel comportamento e nel loro umore. Nei casi più gravi è meglio consultare un medico, senza perdere tempo. In generale, si deve favorire la richiesta di aiuto, accompagnando il ragazzo o la ragazza nel cogliere quello che sta attraversando. Può essere un momento di difficoltà, di cui non c'è da aver paura nel parlarne e nel farsi aiutare. Il messaggio dovrebbe sempre essere: "C'è sempre una soluzione e io sono qui per darti una mano
I disturbi alimentari sono molto più diffusi tra i maschi di quanto ci si renda effettivamente conto. L'allarme è stato lanciato da una ricerca pubblicata su Jama Pediatrics che ha coinvolto 5.527 adolescenti statunitensi.
Dai dati è emerso che il 17,9 per cento dei teenager maschi è estremamente preoccupato dal peso e dall'aspetto fisico. Si tratta di ragazzi che sono particolarmente propensi a sviluppare comportamenti a rischio, come abuso di droghe e binge drinking.
Maschi e femmine hanno un modo molto diverso di preoccuparsi del peso e dell'aspetto. Attualmente i parametri per diagnosticare i disturbi alimentari sono stati sviluppati in modo da riflettere le preoccupazioni delle ragazze trascurando del tutto quelle dei ragazzi che sono maggiormente concentrati sulla muscolatura che sulla magrezza
ha spiegato Alison Field, leader dello studio della Children's Hospital Adolescent Medicine Division di Boston.
Lo studio ha, infatti, rivelato che i ragazzi tendono ad essere molto più ossessionati dai muscoli che dall'essere magri, tendendo ad assumere integratori nocivi, ormoni e steroidi per migliorare il fisico. Comportamenti dannosi che li inducono successivamente ad assumere droghe e alcol con maggior facilità.
Vi ricordo che le istituzioni mettono a disposizione