L'obesità infantile negli Stati Uniti è da anni una vera emergenza sanitaria. Ma le cose rischiano di peggiorare e diventare preoccupanti anche in Italia e nel retso d'Europa. I chili di troppo non affliggono soltanto gli adulti: sono sempre più numerosi i bambini in sovrappeso o obesi, a causa soprattutto di una dieta scorretta e di una vita troppo sedentaria.
Secondo le indagini condotte dall’International Obesity Task Force, nel mondo si contano 155 milioni di bambini in sovrappeso o obesi; in Europa 400.000 bambini sono in sovrappeso e 85.000 sono obesi.
L’allarme sembra coinvolgere anche l’Italia. Una indagine condotta qualche anno fa dal Ministero della Salute, che ha coinvolto 2.610 classi di diciotto regioni italiane per un totale di 46.000 bambini, ha scoperto che su cento bambini almeno 24 sono in sovrappeso e 12 sono obesi e in alcune regioni, come la Campania, il fenomeno sfiora il 36%.
Gli ultimi dati della Childhood Obesity Surveillance Initiative dell'Organizzazione Mondiale della Sanità relativi al 2019 mostrano che i bambini italiani risultano essere tra i più cicciottelli d'Europa: 3 bambini su 10 (29,8%) sono in sovrappeso e uno di questi è obeso (9,4%). E al sud la situazione peggiora: ne soffre ben il 35%.
L’obesità in età pediatrica è un campanello d’allarme che i genitori non dovrebbero mai sottovalutare. L’obesità, infatti, rappresenta un importante fattore di rischio di malattie croniche e, se presente in età pediatrica, si associa ad una più precoce insorgenza di patologie tipiche dell’età adulta come ipertensione, cardiopatie e diabete di tipo 2. La prevenzione è fondamentale per contrastare la diffusione del fenomeno. La diminuzione dei casi registrata negli ultimi anni è da ricondurre, infatti, all'enorme sforzo dei singoli Paesi, Italia compresa, nella prevenzione e nel controllo dell'obesità
avverte la prof.ssa Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid.
Durante un convegno organizzato dalla SIEDP, in occasione della Giornata Mondiale dell'Obesità del 4 marzo 2022, è stato presentato uno studio recente pubblicato su Jama, secondo cui nell’ultimo anno i bambini in sovrappeso sono ingrassati in media di 3 chili fino a 5, più del triplo del giusto aumento di peso dei loro coetanei sani, peggiorando quindi le condizioni di salute.
Mariacarolina Salerno, presidente Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) e Direttore dell’Unità di Pediatria Endocrinologica del Dipartimento di Scienze Mediche Translazionali dell’Università Federico II di Napoli, spiega che l’obesità infantile è un problema irrisolto nel nostro Paese che la pandemia non ha fatto altro che peggiorare, con l’aumento del consumo di snack, di bibite e il maggior tempo trascorso davanti a pc e tablet, complice anche la DAD.
Il dato è da non sottovalutare: numerosi studi hanno, infatti, dimostrato che l’obesità infantile predispone l’organismo a patologie cardiovascolari, come l’aterosclerosi, alla sindrome metabolica, un disturbo che prelude il diabete, e all’ipertensione: basti pensare che uno studio condotto dalla Società Italiana di Pediatria su 1700 bambini che sono stati seguiti dalla nascita fino ai 18 anni ha mostrato che il 30% dei bambini obesi ha valori della pressione anomali e che, in conclusione, i bambini obesi hanno un rischio di soffrire di ipertensione arteriosa di 5 volte superiore rispetto ai coetanei normopeso.
L’obesità infantile è anche un fattore di rischio per l’insorgenza di Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) ed è spesso associata al dilagante fenomeno del bullismo.
E infatti il ministero della Salute italiano rende noto che
il problema dell'obesità o del sovrappeso riguarda il 35% dei bambini italiani, il che vuol dire un milione di bimbi con probabili conseguenze gravi, penso ad esempio a complicanze cardiovascolari. Dobbiamo combattere questo fenomeno anzitutto con l’attività fisica
Le cause principali di questo aumento preoccupante dell’obesità infantile sono legate ad una scorretta educazione alimentare, alla vita troppo sedentaria e alla totale assenza, nella maggior parte dei casi, di attività fisica.
I bambini di oggi vivono, nella maggior parte dei casi, davanti alla televisione (si stima circa quattro ore al giorno in media), spesso non fanno colazione al mattino e, in molti casi, la merenda di metà giornata e lo spuntino del pomeriggio sono altamente calorici o eccessivamente dolci.
Questo si riflette sulla salute dei più piccoli, che sempre più spesso scelgono prodotti non sani e non vengono seguiti davvero dai genitori, poco presenti ed impegnati con il loro lavoro.
A questo si aggiunge una mancata attività fisica e il poco spazio che, a scuola, viene dato all’educazione fisica: due ore settimanali che spesso sono viste come una pausa dallo studio, ma che non impegnano seriamente i bambini in attività fisiche produttive ed utili.
Prima di pensare di mettere un bambino a dieta sarebbe bene ripensare alle abitudini scorrette promosse in ambito familiare e rivedere l’alimentazione e lo stile di vita, promuovedo l'attività fisica e cambiando le abitudini alimentari, sia per il bambino che per l'intera famiglia.
Una sana educazione alimentare passa necessariamente attraverso i genitori. Uno studio condotto in Inghilterra ha coinvolto 300 bambini e i loro genitori e ha scoperto che solo un genitore su quattro era in grado di riconoscere il sovrappeso del proprio figlio e il quasi la metà dei genitori di bambini obesi ha dichiarato che il peso del bambino era per loro indifferente.
Ecco le dieci mosse contro l’obesità proposte dai pediatri italiani
Uno studio dell'Harvard Medical School e della Harvard Pilgrim Healthcare di Boston ha monitorato più di 44 mila bimbi e ha scoperto che i bambini che vedono salire la propria curva di crescita di due o più percentili tra peso e lunghezza prima dei 2 anni di età raddoppiano la probabilità di diventare obesi a 5 anni, possibilità che finisce per raddoppiarsi ulteriormente al compimento dei 10 anni.
Lo studio ha rilevato anche una più alta percentuale di rischio, per i neonati che superano, di due o più misure, gli standard della tabella prima dei 6 mesi dalla nascita. Il rapporto è stato pubblicato dagli Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine.
I risultati forniscono indicazioni specifiche per aiutare i pediatri a riconoscere quando un bambino è a rischio vero di diventare obeso in seguito e durante l'infanzia, per arginare il problema durante le sue prime fasi. L'indagine ha analizzato i dati dell'incrocio tra peso e altezza di ben 44.622 bambini dal 1980 al 2008, monitorati fino all'età di 10 anni, secondo un parametro che inquadrava il maggior rischio per i bimbi con un indice di massa corporea pari o superiore al 95esimo percentile.
I bambini che erano in sovrappeso in qualsiasi fase durante i primi 2 anni di vita hanno manifestato una effettiva maggiore probabilità di diventare obesi: il doppio delle possibilità entro i 5 anni e il 75 per cento in più entro i 10.
Lo studio suggerisce le seguenti misure preventive: