i terribili due anni

I terribili due anni

11/08/2010

Negli Stati Uniti li hanno denominati “terrible Twos”: capricci, prime bugie, iperattività e dice sempre NO. Ecco le caratteristiche di un bambino di due anni che da paffutello e sereno neonato si trasforma in un individuo indipendente, in piena fase di scoperta e di crescita e soprattutto che ha capito di essere dotato di una propria volontà e di una precisa personalità.

Il periodo del NO è facilmente individuabile. In genere si presenta all’improvviso: il piccolo di 18/20 o 24 mesi impara che anche lui può dire no ed esprimere con questa semplice parolina la sua personalità e la sua libera scelta. Da quel momento sarà tutto un NO, anche quando vorrà una cosa dirà NO. Lo dirà soltanto perché gliela stanno proponendo i genitori e quando loro lasceranno cadere il discorso, lui si mostrerà interessato. Tutto normale.

E’ la prima importantissima fase di distacco dalla mamma.

"Io sono una persona e la mamma ne è un’altra": si tratta di una scoperta fondamentale. Straordinaria perché permette al bambino di reclamare indipendenza e autonomia, ma è anche fonte di grandi paure perché il bambino si sente meno sicuro e spesso non sa nemmeno esprimere ciò che sente o ciò che vuole.

In un No sono racchiusi mille timori, speranze, aspettative e desideri ed è facile che la mamma non riesca a stare al passo.

Ecco qualche consiglio per superare questa difficile fase (che i genere non dura più di un anno):

  • Dare poche e chiare regole: se il bambino viene continuamente bloccato o limitato si sentirà molto frustrato. Invece è meglio selezionare poche cose che non può fare e mantenerle fermamente quando si creano dei conflitti. In questo campo rientrano anche regole che riguardano la sicurezza del piccolo e sulle quali non si transige (giocare con le prese elettriche, viaggiare in auto sul seggiolino, non arrampicarsi) e quelle relative agli impegni della giornata (andare al nido o fare il bagnetto)
  • Coinvolgerlo nella scelta: i bambini devono imparare a scegliere. Per questo è importante offrirgli due alternative entrambe valide per il genitore: "per cena vuoi la frittata o il pesce?" E’ un modo per permettere loro di avere 'voce in capitolo' e di dire l’ultima parola
  • Parlare con lui: spesso un no è solo una manifestazione di inadeguatezza e incapacità di comunicare sensazioni che sorprendono il bambino stesso. Rabbia, paura, delusione, sono sentimenti che lasciano spiazzato il bambino che non ha gli strumenti per esprimerli con emozioni e parole adeguate. Per questo la mamma deve porsi come tramite tra il bambino e le emozioni che non vengono espresse e deve provare a tradurre ciò che il piccolo non riesce a decifrare. Un abbraccio, una carezza, una parola molto spesso sciolgono un momento di tensione perché semplicemente fanno sentire al bambino che è compreso, protetto e sostenuto
  • Lasciarlo più libero possibile: bloccare continuamente la sua esplorazione del mondo o le sue attività con frequenti divieti avrà l’unico scopo di innervosirlo e aumentare la sua frustrazione. Meglio lasciarlo libero di sperimentare, nei limiti della sua sicurezza, e coinvolgerlo nella vita domestica. In bambini di due anni amano sentirsi utili, imitare gli adulti, partecipare attivamente alle faccende domestiche. Maria Montessori diceva sempre che non c’è gioco che renda più felice un bambino di questa età che il poter lavare i piatti, apparecchiare la tavola, provare a spazzare il pavimento con una scopa

 

Consigli per la lettura

  • Mio figlio ha due anni di Caroline Dunford
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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.