Come riuscire a capire ed interpretare il grado di dolore nel bambino? L'argomento mi interessa molto: spesso tendiamo a sottovalutare la sofferenza di un bambino, oppure a non comprenderla, soprattutto se è molto piccolo. E allora ecco 10 domande e risposte sul dolore dei bambini e dei neonati e qualche approfondimento sulle tecniche per affrontare il dolore pediatrico.
In Italia con la legge 38 del 2010, il trattamento del dolore viene definito come diritto alla salute del bambino e della sua famiglia. E’ dunque un diritto del bambino, indipendentemente da età, situazione clinica, ruolo sociale e luogo in cui vive la propria malattia, che il dolore sia adeguatamente considerato, misurato e trattato.
Legge 15 marzo 2010, n. 38
Il neonato e il bambino piccolo percepiscono un dolore più intenso rispetto all’adulto. Stimoli dolorosi non trattati adeguatamente in età pediatrica hanno effetti importanti sulla prognosi attuale e futura del piccolo paziente. E’ necessario valutare il dolore e trattarlo in modo adeguato, in tutti i bambini e in tutte le situazioni.
Il dolore nel bambino (2010) Strumenti pratici di valutazione e terapia – Coordinatori: Franca Benini, Guido Fanelli
E’ fondamentale che i pediatri insegnino ai genitori come gestire il dolore dei loro bambini, insegnando a differenziare e quindi a trattare con farmaci diversi, il dolore con componente infiammatoria (es: otite, faringite, laringite) da quello senza componente infiammatoria (dolore addominale, dolore da trauma, dolore da crescita, dentizione, emicrania).
Il Paracetamolo è sicuramente il farmaco di elezione per il trattamento della febbre e delle patologie dolorose senza infiammazione per la scarsità di effetti collaterali ed è il farmaco analgesico tradizionalmente più usato in età pediatrica per l’ottimo rapporto in termini di efficacia e sicurezza. Non è gastrolesivo, può essere assunto a stomaco vuoto ed è l’unico indicato per l’uso nei neonati.
Il Paracetamolo non va sotto dosato, la dose antalgica piena è di 15-20 mg/Kg/dose per bocca (con un intervallo tra una dose e l’altra di almeno 4 ore) che sarà comunque lontana dalla dose tossica.
“Alcune specificità del dolore in pediatria - Riassunto e revisione delle conoscenze e della pratica Franco Panizon -Egidio Barbi (medico e Bambino 2010;29:289-297)”
Il dosaggio deve essere sempre calcolato in base al peso del bambino e non all’età. Il dosaggio massimo di paracetamolo nelle 24 ore non deve superare i 60 mg/Kg nei bambini con meno di 3 mesi e gli 80 mg/Kg nei bambini con più di 3 mesi.
Scheda tecnica Tachipirina
In caso di patologie con componente infiammatoria, come otite, laringite o faringite, l’ibuprofene rimane il farmaco di scelta.
“Appropriatezza terapeutica nella febbre e nel dolore pediatrico - Editeam Gruppo Editoriale””, prodotto in collaborazione fra FIMP, SIP, SIGENP e SIPPS, a cura di: Dr.ssa Adima Lamborghin, Dr. Paolo Becherucci, Dr. Antonio Tomaino, Prof. Gian Luigi de’Angelis, Dr. Ettore Napoleone, Prof. Maurizio de Martino, Dr.ssa Elena Chiappini, Dr. Massimo Landi e Prof. Pietro Ferrara.
Il dosaggio dell’Ibuprofene, assunto per via orale, è di 10mg per Kg di peso per dose con un intervallo tra una somministrazione e l’altra di almeno 6/8 ore. Il dosaggio massimo di Ibuprofene nelle 24 ore non deve superare i 30 mg/Kg.
Scheda tecnica Nurofen
L’ibuprofene come tutti i FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei) deve essere assunto a stomaco pieno. C’è da chiedersi quanti siano i bambini con dolore forte o con febbre alta si trovino a stomaco pieno al momento della somministrazione di ibuprofene.
In tali circostanze è da preferire il paracetamolo, il cui profilo farmacocinetico non risulta significativamente influenzato dalla contemporanea assunzione di cibo e anche se somministrato a stomaco vuoto non determina la comparsa di effetti gastrolesivi.
Come nella popolazione adulta è stato dimostrato il danno gastrico da FANS, così nella popolazione pediatrica non va esclusa tale possibilità. Occorre quindi utilizzare i FANS in modo adeguato e, se possibile, preferire farmaci come il paracetamolo, anche alla luce della mancanza di centri di riferimento in grado di gestire le complicanze da assunzione di FANS.
“Appropriatezza terapeutica nella febbre e nel dolore pediatrico - Editeam Gruppo Editoriale””, prodotto in collaborazione fra FIMP, SIP, SIGENP e SIPPS, a cura di: Dr.ssa Adima Lamborghin, Dr. Paolo Becherucci, Dr. Antonio Tomaino, Prof. Gian Luigi de’Angelis, Dr. Ettore Napoleone, Prof. Maurizio de Martino, Dr.ssa Elena Chiappini, Dr. Massimo Landi e Prof. Pietro Ferrara.
Gli errori più frequenti, in cui si può incorrere nella definizione di un programma antalgico, sono:
Il dolore nel bambino (2010) Strumenti pratici di valutazione e terapia – Coordinatori: Franca Benini, Guido Fanelli
Anche nel neonato è sempre possibile impostare una terapia antalgica adeguata, efficace e sicura, per il controllo e/o la riduzione del dolore. Il paracetamolo (a differenza dell’Ibuprofene utilizzabile solo dopo i 3 mesi a causa delle maggiori controindicazioni) è indicato per il trattamento del dolore lieve-moderato anche nei primissimi mesi di vita.
Il dolore nel bambino (2010) Strumenti pratici di valutazione e terapia – Coordinatori: Franca Benini, Guido Fanelli
Sono sempre più numerosi i medici e i ricercatori che si interrogano su cosa può servire ad alleviare il dolore in un bambino dopo un intervento ospedaliero. Ma è altrettanto importante capire come fare in modo che anche semplici indagini di routine come un prelievo del sangue, non diventino per il piccolo paziente un evento traumatico.
Sempre più numerosi, quindi, gli studi scientifici che ricercano nuove metodologie per abbassare il livello di stress 'da pratica medica' nei bambini.
Se alcuni studi hanno guardato ai giochi e ai videogame, allo Stollery Children's Hospital di Edmonton - l’ospedale pediatrico dell’Università di Alberta in Canada - si sono concentrati sui benefici dell’ascolto della musica sui bimbi che devono sottoporsi ad una flebo o subire l’applicazione di un ago-cannula, hanno cercato di capire come e quanto l’ascolto possa distrarli.
Lo studio - condotto su una platea di 42 bambini dai 3 agli 11 anni - ha portato alla constatazione che la musica è un 'potente distruttore' cioè i bambini che avevano dovuto sopportare una flebo o una pratica ospedaliera simile, grazie all’ascolto della musica ne erano usciti molto meno stressati di quanto non fossero altri bimbi non rientranti nello studio. Da qui la convinzione che pratiche distruttive che agiscono sulla psiche del bimbo ricoverato siano altamente consigliabili.
E ancora. E' proprio vero che con un poco di zucchero, la pillola va giù.
Una revisione della Cochrane Library ha confrontato i risultati di alcuni studi in proposito e ha confermato che un po’ di zucchero può aiutare il bambino ad affrontare il dolore per le iniezioni di vaccino o farmaco.
Perchè? Lo zucchero favorisce il rilascio di sostanze antidolorifiche naturali e stimola i recettori del gusto che a loro volta procurano una sensazione di benessere.
Insomma, qualche goccia di bevanda zuccherina nella bocca dei bambini, anche piccoli, agisce come antidolorifico. I ricercatori americani hanno riesaminato 14 studi su più di 1500 bambini di età compresa tra un mese e un anno e hanno concluso che dando un po’ di zucchero prima di un’iniezione i bambini piangono di meno o non piangono affatto
I bambini piccoli non solo 'sentono' il dolore, ma sono anche più sensibili ad esso rispetto agli adulti. A dimostrarlo è stato un gruppo di ricercatori della Oxford University in uno studio pubblicato sulla rivista eLife.
I risultati confutano una delle ipotesi comuni, secondo il quale il cervello dei neonati non è abbastanza sviluppato per sentire il dolore; e suggeriscono che, durante procedure invasive, il non utilizzo di antidolorifici non sarebbe la scelta più giusta per il piccolo.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno effettuato scansioni cerebrali sul cervello di 10 neonati dai 23 ai 36 mesi di vita, rivelando che le risposte al dolore lieve sono più o meno uguali a quelle degli adulti. In particolare, gli studiosi hanno scoperto che 18 delle 20 aree cerebrali associate al dolore nell'adulto vengono 'illuminate' anche nei bambini quando sentono dolore. Non solo. Sembrerebbe che uno stimolo lieve per provocare dolore basta a far provare a un neonato la stessa sensazione di un dolore 4 volte più intenso negli adulti.
Ovviamente i bambini non possono riferirci la loro esperienza con il dolore ed è difficile dedurlo da osservazioni visuali. In realtà, alcune persone hanno sostenuto che i cervelli dei neonati non sono sviluppati a sufficienza per sentire veramente il dolore e qualsiasi reazione è solo un riflesso. Il nostro studio fornisce la prima prova davvero forte che non è così
ha spiegato Rebeccah Slate, una delle autrici dello studio.