Alla nascita, il cranio del bambino sembra delicato, tanto delicato che al tatto sembra potersi rompere. E’ l’effetto delle fontanelle: le ossa del cranio non si sono ancora congiunte e le fontanelle sono degli spazi fibrosi che separano le ossa e che si chiuderanno dopo qualche mese. Vediamo di capirne di più sulle fontanelle del neonato.
Oltre a queste due fontanelle ce ne sono altre quattro, alcune minuscole, poste in varie zone del cranio.
Non dobbiamo pensare che le fontanelle siano estremamente fragili e sia facile romperle o danneggiarle. In realtà sono tessuti molto forti, elastici e resistenti e possiamo tranquillamente fare il bagnetto coccolare e toccare il neonato senza paura.
Le fontanelle non sono altro che gli spazi divisori tra le ossa del cranio che diventano, con il passare del tempo, sempre più duri e resistenti ma che all’inizio sono flessibili ed elastici per permettere al feto di attraversare lo stretto canale uterino nel corso del parto.
Questa conformazione così elastica e flessibile del cranio fa sì che, durante il parto, la testa del bambino si adatti alla larghezza del canale e permetta una uscita sicura. Dopo la nascita le fontanelle garantiscono una corretta crescita della circonferenza cranica e una uniformità della pressione sanguigna nel cranio.
ll fontanelle cominciano a chiudersi già a sei settimane di vita ma le chiusure delle varie zone seguono tempi diversi.
Le fontanelle rappresentano sempre un indicatore dello stato di salute del bambino, e il pediatra verificherà che non siano gonfie o infossate. Ma può capitare che le fontanelle si chiudano troppo presto o troppo tardi. Cosa vuol dire?
Una chiusura troppo precoce della fontanella anteriore potrebbe mettere a rischio il normale sviluppo e crescita della scatola cranica, portando anche ad una patologia chiamata craniosteonosi che può essere risolta solo con un intervento chirurgico
La chiusura tardiva potrebbe indicare, ad esempio, una carenza di vitamina D o patologie serie come il rachitismo (che provoca un'insufficiente calcificazione delle ossa e quindi impedisce la chiusura delle fontanelle), oppure una malattia rara congenita chiamata disostosi cleido-cranica o anche un'idrocefalia cioè un anomalo aumento del liquido e della pressione intracranica.
A dispetto dell’apparenza le fontanelle sono piuttosto resistenti e non c’è pericolo che si rompano. E’ sempre bene toccare delicatamente la testa del bambino, ma con la consapevolezza che le membrane fibrose sono estremamente forti e assolvono bene il loro compito. Se abbiamo la sensaizone che la fontanella pulsi non dobbiamo preoccuparci eccessivamente, si tratta comunque di spazi fibrosi molto elastici e a volte il loro movimento è piuttosto evidente.
Resta il fatto che se il bambino piccolo ha battuto la testa, se la fontanella sembra gonfia o infossata è sempre bene rivolgersi al pediatra. Sarà proprio il pediatra a controllare, durante le varie visite di controllo, lo stato delle fontanelle finché non si saranno completamente chiuse e questo perché attraverso le fontanelle è possibile seguire lo stato di salute del bambino e il suo corretto sviluppo.
In particolare una fontanella gonfia, quindi ipertesa, potrebbe indicare un aumento anomalo della pressione all'interno del cranio causata, ad esempio, da una meningite. In letteratura, in ogni caso, la fontanella gonfia è sempre associata d altri sintomi, come febbre o malessere o vomito. E in questi casi è bene andare subito al Pronto Soccorso.
La fontanella abbassata potrebbe indicare una forte disidratazione. E' bene prestare attenzione a questo dato, quindi, quando il bimbo ha un disturbo gastrointestinale, coem vomito o diarrea, che potrebbe provocare rapdiamnete una perdita di liquidi.