Hanno provato a rispondere alcuni ricercatori del consorzio internazionale Giant (Genetic investigation of anthropometric traits), in uno studio cui ha partecipato anche il dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa.
Già si sapeva che la statura, così come molte altre caratteristiche fisiche di un individuo, è in parte legata a fattori ereditari. Cioè il figlio di due genitori alti sarà con molta probabilità alto anche lui.
Proprio utilizzando l’altezza dei genitori è possibile fare una previsione di quanto sarà alto vostro figlio (altezza bersaglio), si utilizza la formula di Tanner:
Il risultato potrebbe avere un’approssimazione di circa 8 centimetri.
Ma questo studio è andato oltre, andando a ricercare i geni coinvolti nello sviluppo della statura. L’analisi, condotta su 250mila persone di diverse nazionalità, ha scoperto che per l’80% la statura dipende dai geni e ce ne sono ben 700 localizzate in 400 regioni del genoma che concorrono a stabilire l’altezza di un individuo.
Si tratta di un numero impressionante di geni. Come spiega il presidente del consorzio Joel Hirschhorn, nessuna caratteristica fisica era stata fino ad oggi collegata a un numero così alto di geni.
La ricerca continua e mira soprattutto a studiare i geni che possono essere coinvolti nelle malformazioni o nelle anomalie della crescita, come il nanismo. Ma la sfida è aperta anche per quanto riguarda altre malattie come osteoporosi e diabete, malattie che sembrano essere comunque legate alla statura perché provocate da alterazioni della crescita cellulare.
Ma se la statura dipende per l’80% dai geni e quindi si eredita da mamma e papà, per il restante 20% è determinata dall’ambiente. Non è un caso, ad esempio, che negli ultimi decenni la popolazione sia diventata in media più alta rispetto alle generazioni passate. L’alimentazione ha giocato un ruolo chiave in questo cambiamento: una maggiore attenzione alla dieta ha fatto sì che le persone assumessero con regolarità nutrienti essenziali come il calcio, le proteine o la vitamina D.