Si parla troppo spesso di piedi piatti e le mamme si trovano in molti casi in difficoltà quando vedono che il loro bambino non cammina bene o lamenta un dolore. Il piede piatto, flessibile o rigido, è una condizione fisiologica del bambino piccolo che si caratterizza per l’appiattimento della volta plantare, la parte che, naturalmente, non tocca il terreno, e dalla valgo-pronazione del calcagno.
Il piede piatto si verifica quando l’arcata plantare scompare o diminuisce. Questa malformazione viene provocata dalla postura scorretta di tutto il corpo che portano a mettere il piede in modo sbagliato: quando tutto il peso del corpo preme sulla parte esterna del piede si parla di supinazione, quando il corpo preme sulla parte interna si parla di pronazione.
E’ importante, quindi, accertarsi che il bambino abbia una perfetta deambulazione e indossi scarpe dotate di plantare nei primi anni di vita.
Quante volte, infatti, abbiamo ceduto alle lusinghe della moda e abbiamo acquistato scarpette molto fashion, ma assolutamente inadatte al piedino in crescita?
Mario Cianfanelli, ortopedico e responsabile dell’ambulatorio di Patologia del piede dell’ospedale San Camillo, spiega che i bambini italiani hanno sempre più spesso il piede piatto e in gran parte questo difetto è provocato da un uso scorretto delle scarpine.
Nei primi anni di vita il piccolo tende ad avere un atteggiamento di iperpronazione, causato dal tentativo di trovare equilibrio durante i primi passi, poi questa pronazione (cioè la tendenza a mettere il piede verso l’interno) scompare ma se il bambino continua a manifestarla può sorgere il dubbio che abbia i piedi piatti.
Se si ha il dubbio che il bambino abbia qualche problema di deambulazione è molto importante eseguire tempestivamente dei controlli per evitare il presentarsi di problemi connessi al piede piatto.
Tuttavia non è possibile fare una diagnosi di piede piatto prima del compimento del terzo anno di vita: fino a quel momento, infatti, i piedi dei bambini hanno un cuscinetto adiposo che li rende fisiologicamente piatti.
Inoltre fino a tre anni i bambini presentano un valgismo della gamba provocato dall’estrema elasticità dei legamenti.
Gli esperti, quindi, sono concordi: lo sviluppo del piede è lento e spesso anche un leggero difetto si corregge spontaneamente, prima dei quattro anni è inutile andare dal medico, dopo è importante fare controlli periodici.
Innanzitutto è importantissimo scegliere le scarpe adatte. Non devono essere né troppo larghe né troppo strette. In caso di diagnosi è indicata l’immissione nelle scarpe di plantari creati in maniera personalizzata oppure, nei casi più gravi, di scarpe ortopediche.
Come spiega il dottor Daniele Mazza, Medico Chirurgo, Specialista in Ortopedia e traumatologia e Medico della Nazionale U21 di Calcio, abitualmente si corregge naturalmente dal punto di vista morfologico e funzionale in fase di crescita e solo nei casi più gravi con la chirurgia. Grazie alla tecnologia, oggi la valutazione del piede piatto è possibile anche attraverso le pedane stabilometriche, in situazione statica, in piedi, o dinamica, permettendo poi di realizzare dei plantari correttivi su misura.
L’intervento chirurgico sarà indicato soltanto a fine crescita e solo in quei casi di deformità forte e non risolvibile con tutti gli altri accorgimenti. L’intervento permette di correggere definitivamente la malformazione grazie alla soppressione di alcune articolazioni del piede e la trasposizione di grossi tendini, tuttavia è molto invasivo ed ormai è utilizzato raramente.
Meno invasiva è la correzione per via percutanea: consiste nell'introduzione di una vite nel piede. La vite impedisce la rotazione verso l'interno della caviglia e mantiene sollevato l'arco plantare. La correzione è inizialmente di natura meccanica, ma con il tempo la tensione esercitata dalla vite stimola per via riflessa i muscoli deputati al mantenimento della volta, che si adeguano alla nuova situazione e conservano il corretto appoggio del piede. La tecnica mininvasiva percutanea prevede un'incisione di circa un centimetro sotto il malleolo esterno del piede, eseguita in anestesia locale. Attraverso questa incisione, viene introdotta la vite tra astragalo e calcagno, le due ossa che, quando sono eccessivamente angolate, causano il piede piatto: la vite impedisce alle due ossa di scivolare oltre un certo angolo.
La durata dell’intervento è mediamente di 20 minuti per piede, viene eseguito su entrambi i piedi e in anestesia locale (nei bambini viene impiegata una leggera sedazione per evitare movimenti da parte del paziente). Terminato l'intervento, basta un punto di sutura per chiudere l'incisione. L'operazione viene eseguita in day-hospital e il paziente può camminare da subito utilizzando uno stivaletto gessato.
Dopo due settimane, il gesso viene rimosso e il paziente viene sottoposto a un breve ciclo di fisioterapia riabilitativa del piede e della caviglia. L'intervento è indicato nei bambini in fase di sviluppo (tra gli 11 e i 14 anni) e nei giovani adulti.