La cistite è un’infiammazione delle vie urinarie molto comune nelle donne: si calcola che tra il 25 e 30 percento delle donne tra i 20 e i 50 anni abbia sofferto di un’infezione alle vie urinarie. Molte delle future mamme si trovano a dover fare i conti con i fastidiosi tipici della cistite che ormai vengono immediatamente riconosciuti. Il problema è che se normalmente in tutte le altre fasi della vita la cistite viene immediatamente curata con disinfettanti, antibatterici ed altri rimedi più o meno naturali, quando si aspetta un bambino bisogna prestare molta attenzione ai farmaci che si assumono. E allora: come curare la cistite in gravidanza?
Nelle donne giovani a provocare la cistite batterica sono l’Escherichia Coli (80% dei casi), S. Saprophyticus (5 – 15 % dei casi), Klebsiella (10 – 15 %), Proteus Mirabilis ed altri microrganismi intestinali. Si tratta di batteri che possono generalmente vengono ostacolati dall'habitat naturale della vagina ma che in particolari momenti della vita, come ad esempio durante la gravidanza caratterizzata da fluttuazioni ormonali degli estrogeni, possono invece trovare terreno fertile.
Se non trattata l'infezione in gravidanza può essere responsabile di complicanze. Dal momento che in alcuni casi l'infezione è asintomatica viene seguito ogni mese un esame delle urine volto ad individuare eventuali batteri presenti nelle urine e attuare immediatamente la terapia più adatta. Se non trattata la cistite può portare, nel 30% dei casi, ad una pielonefrite che può portare febbre e rischio aumentato di sepsi.
I rischi legati ad una cistite non diagnosticata e trattata in gravidanza sono parto pretermine, rottura prematura delle acque, basso peso alla nascita, aborto spontaneo, complicanze.
I sintomi della cistite sono generalmente molto chiari ed evidenti. Le donne che soffrono di cistite riconoscono il disturbo sin dalle sue prime manifestazioni. La diagnosi della cistite si esegue con una visita urologica e con emocromo (potrebbe riportare una leggera leucocitosi) e l’esame delle urine con urinocoltura e antibiogramma che permetteranno di identificare i batteri responsabili dell’infiammazione.
In certi casi lo specialista potrebbe prescrivere un’ecografia vescicale con valutazione del residuo post minzionale che escluda la presenza di sclerosi del collo vescicale, vescica da sforzo, cistocele, prolasso vescicale ed altre patologie vescicali e una Rx uretrocistografia minzionale (finalizzata a valutare il residuo post-minzionale, sclerosi del collo vescicale, stenosi uretrali).
Se la cistite si presenta per la prima volta la terapia indicata consiste nell’assunzione, prima di andare a dormire, di una bustina di fosfomicina (Monuril)e di un’altra bustina dopo 24 ore.
Se la cistite si ripresenta (cistite recidivante) gli esami diagnostici permetteranno di appurare la tipologia di agente batterico responsabile dell’infezione e la terapia prescritta è generalmente antibiotica finalizzata a rimuovere l’agente patogeno.
Alcuni accorgimenti sono utili per ridurre i sintomi della cistite e prevenirne la comparsa:
Il mirtillo rosso ha ben note proprietà antinfiammatorie e il suo succo può aiutare a ridurre il fastidio della cistite.