L’epilessia nei bambini rappresenta ancora una malattia misteriosa, circondata da pregiudizio e ignoranza. L'epilessia può colpire ad ogni età e ne soffrono circa cinquecentomila italiani nella metà dei casi si tratta di bambini o adolescenti. L'epilessia infantile si presenta prima dei dodici anni di vita e le crisi sono improvvise e inaspettate.
Sentiamo spesso parlare di Piccolo male o grande male, ma cosa li distingue? Iniziamo con dire che l'epilessia è una malattia neurologica caratterizzata da crisi convulsive ricorrenti. Le crisi possono essere di due tipi:
Le crisi generalizzate colpiscono tutto o la maggior parte del cervello e che vengono a loro volta definite:
Le crisi parziali colpiscono una singola zona cerebrale e sono caratterizzate da:
Nei casi di epilessia pediatrica generalmente si tratta di epilessia parziale, cioè localizzata in una precisa parte del cervello. In alcuni casi la crisi epilettica viene preceduta da precisi segni come mal di testa, cambiamento d’umore, calo d’energia, vertigini e svenimenti, perdita di memoria, a volta da un’aura che prelude alla crisi.
Il piccolo male si manifesta intorno ai 4-6 anni e viene chiamato "Epilessia Assenza Infantile: è responsabile delle famose "assenze epilettiche", che possono essere anche molto frequenti e presentarsi più volte al giorno, ma che poi tendono a scomparire con l'arrivo della pubertà. Le terapie farmacologiche non curano definitivamente l'epilessia, che scompare spontaneamente con la crescita, ma possono essere efficaci per ridurre la frequenza delle assenze durante il giorno.
La crisi epilettica è causata da un’anomalia nel passaggio elettrico di informazioni dal cervello ai nervi attraverso le cellule nervose (neuroni). Non c’è modo per prevenire una crisi epilettica, ma alcuni studi mostrano che una corretta alimentazione, una giusta quantità di sonno e l’astinenza da alcol e farmaci può prevenire l’acutizzazione delle crisi.
Difficile scoprire la causa delle crisi epilettiche. In alcuni casi l’epilessia può essere causata da sbalzi ormonali, da malattie preesistenti o dalla ipersensibilità a precisi stimoli come la luce, i suoni o il tatto.
Per indagare sulle cause si deve innanzitutto partire dall’età in cui la prima crisi si è presentata e tentare di ricostruire le condizioni che possono averla favorita. Potenzialmente chiunque può andare soggetto ad una crisi epilettica. Ciascuno ha una propria 'soglia della crisi' molto personale oltre la quale gli stimoli possono causare un blackout nel cervello. Nelle persone che soffrono di crisi epilettiche questa soglia è piuttosto bassa.
In ogni caso alcune malattie, come diabete mellito, insufficienza renali, deficienze nutrizionali, fenilchetonuria, malattie degenerative e cardiocircolatorie, infezioni come meningiti, encefaliti, ascessi cerebrali e complicanze dell’Aids possono favorire le crisi, così come possono giocare un ruolo importante le cause genetiche legate allo sviluppo fetale o a lesioni avvenute durante il parto (in tal caso le crisi si presentano nella prima infanzia) o ancora a seguito di lesioni alla testa (le crisi si presentano, generalmente, entro due anni dalla lesione).
L’elettroencefalogramma è l’esame principale grazie al quale è possibile rilevare l’epilessia e in certi casi offrire anche un quadro chiaro del punto del cervello dove è localizzata l’anomalia. Esistono poi anche altri esami che consentono di approfondire la patologia: conta delle cellule ematiche, i test di funzionalità epatica e renale, i test per i markers virali, l'analisi del liquido cerebrospinale, la TAC, la risonanza magnetica, la puntura lombare.
In caso di crisi di grande male questo è ciò che si deve fare come primo soccorso:
In caso di crisi prolungate o ripetute potrebbe verificarsi una grave mancanza di ossigeno: in questi casi può ritenersi necessario ricorrere al soccorso medico che valuterà la necessità di sommministrare farmaci di primo soccorso o interverrà ripristinando le funzioni fisiologiche.
Quando la crisi è passata è bene informare immediatamente il pediatra o il medico specialista riferendo l’accaduto nel dettaglio: la data e l'ora della crisi, la sua durata, la parte del corpo coinvolta, il tipo di movimenti o gli altri sintomi presenti, le possibili cause o altri fattori noti.
E' possibile convivere con l'epilessia purché ci si sottoponga alle cure di un neurologo. Tuttavia è bene sapere che i farmaci possono avere degli effetti collaterali, ad esempio un'eccessiva sonnolenza, e che nel 30% dei casi non si riesce a tenerla sotto controllo farmacologicamente. L'opzione chirurgica può rappresentare per qualcuno una valida alternativa, viene asportata la zona del cervello chiamata epilettogena, dove parte la crisi epilettica. Ma non tutti sono candidati all'intervento, che va effettuato solo se l'area da asportare è estremamente circoscritta e non c'è il rischio di causare lesioni neurologiche.
In Italia tra i principali centri specializzati per la cura dell'epilessia nei bambini c'è l'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma. Nel 2015 sono stati trattati chirurgicamente 25 bambini, il 70% dei quali è guarito completamente dalla malattia. E' anche possibile rivolgersi a questo centro per conoscere quali sono i trial e le sperimentazioni cliniche che si stanno portando avanti e alle quali si può partecipare.