Il bambino fa i capricci, strepita, grida e sembra non voler sentire ragioni. E' forse il caso di urlare più di lui, abbandonarsi ad uno sculaccione, cedere al capriccio? Secondo i sostenitori del metodo del Time Out questo è proprio il momento per prendersi una pausa.
Il metodo del Time Out trova le sue fondamenta nell'idea che il capriccio del bambino ha sempre una sua ragion d'essere, ed esprime un disagio, un'ansia, una paura. Sentimenti che vanno indagati e compresi dai genitori ma che è difficile tirar fuori nel bel mezzo della crisi emotiva. E allora ci si prende una pausa per far rientrare le emozioni negative e per recuperare la giusta serenità, oltre che per allenare la capacità di autocontrollo.
Il Time Out deve essere limitato a situazioni precise e non sempre. Sarebbe utile tenere un diario dei momenti in cui è stato scelto di usare questo metodo per evitare di abusarne.
Si possono scegliere tre/quattro comportamenti che verranno gestiti con il Time Out (quando alza le mani, urla e fa i capricci, morde,etc.).
Il Time Out va usato subito, non appena si presenta il comportamento da gestire. Quindi inutile rimandare “a quando sarete a casa” perché i bambini hanno la memoria corta e non servirebbe a molto. Se il comportamento da correggere avviene in un luogo commerciale o in pubblico si deve cercare un angolino tranquillo dove si può svolgere il recupero dell'autocontrollo.
Il momento del Time Out dovrebbe durare un minuto per ogni anno di età se ci si rende conto che il tempo non è sufficiente per far recuperare l'autocontrollo si può allungare il tempo. Se il bambino esce dallo spazio del Time Out per venire da voi il tempo riparte. Quando il tempo del Time Out finisce andate a comunicarglielo e se la situazione è rientrata non mostratevi arrabbiati con lui, ma invitatelo a spiegarvi perché è stato dato il Time Out e quale comportamento ha avuto.