mio figlio ha un amico immaginario

Mio figlio ha un amico immaginario

22/02/2017

E’ piuttosto comune che, tra i quattro e gli otto anni, il bambino si inventi un amico immaginario.

E’ una fase che non deve destare preoccupazioni perché è passeggera e spesso funzionale ai bisogni e al momento di crescita del bambino.

Per il bambino si tratta di una persona in carne ed ossa, con cui poter giocare, parlare, condividere le sue giornate, anche se non c’è dubbio che lui sappia distinguere perfettamente la realtà dalla fantasia.

La cosa non deve preoccupare a meno che, dopo anni, questa amicizia non continui a persistere o non diventi causa di un isolamento sociale e di difficoltà di relazione.

Nella maggior parte dei casi, però, i bambini che per lungo tempo hanno avuto un amico immaginario hanno successivamente sviluppato una normale vista sociale e di relazione. Anzi, alcuni studi hanno evidenziato che coinvolti in giochi complessi o in giochi di ruolo proprio questi bambini risultavano essere più abili, forse grazie alla capacità di mettersi nei panni dell’altro.

Inoltre questi bambini, una volta cresciuti, hanno più probabilità di essere meno timidi e più comunicativi degli altri.

In genere l’amico immaginario può giocare un ruolo importante nello sviluppo del bambino. Su di lui il piccolo testa una serie di sentimenti, positivi e negativi, che sente crescere dentro di sé e che non sa bene come incanalare e può usare l’amichetto anche per comunicare con i genitori o per evitare di assumersi la responsabilità di marachelle.

Inoltre inventare un amico allena creatività, fantasia e capacità di socializzazione, che gli tornerà estremamente utile quando dovrà relazionarsi con amici veri ed è senz'altro una cosa positiva visto il calo della creatività cui assistiamo nelgi ultimi anni.

A questo proposito Peter Gray, psicologo del Boston College, ha lanciato un allarme: genitori iperprotettivi e fino troppo presenti e invadenti, videogiochi e televisione, scarsa autonomia, nessuna occasione per annoiarsi e 'inventare' giochi e storie che emergono direttamente dalla propria fantasia sono solo alcune delle cause che hanno contribuito a far diventare i bambini di oggi ben poco creativi.

Alcuni studiosi del College of William and Mary in Virginia hanno preso in considerazione i risultati ottenuti ad alcuni test per misurare la creatività – si chiamano Test di Torrance sul pensiero creativo – da bambini nati nell’arco di molti decenni. In tal modo è stato possibile fare una valutazione del calo della creatività di generazione in generazione.

Risultato: il declino è iniziato tra il 1984 e il 1990 e da allora i bambini hanno continuato a perdere creatività. Il dato più rilevante riguarda il cosiddetto 'indice di elaborazione creativa', cioè quella capacità di partire da un’idea per crearne una nuova. Ma in generale i bambini con il passare del tempo sono diventati meno loquaci, con meno senso dell’umorismo e immaginazione, meno energici ed espressivi, hanno anche una scarsa capacità dio vedere le cose da una prospettiva differente.

Ma quali sono le cause di questa perdita di creatività tra i bambini?

Gray non ha dubbi. le giornate dei bambini sono fin troppo strutturate: tra scuola, attività extrascolastiche, non hanno tempo per annoiarsi e per giocare da soli, spesso trascorrono i pomeriggi in casa con il controllo dei genitori, con la sua supervisione. E i genitori sono iperprotettivi, organizzano anche il gioco dei bambini, impedendo loro di immaginare, costruire, inventare. Basti pensare alle feste di compleanno: immancabili le figure degli animatori, come se i bambini messi tutti insieme, non sapessero organizzarsi e giocare liberamente.

Come comportarsi

L’atteggiamento migliore se i bambino ha un amico immaginario è una sana indifferenza mista a complicità.

Se l’amichetto viene usato per scaricarsi la responsabilità di marachelle o per tastare il terreno delle vostre reazioni è importante non essere aggressivi con l'amichetto, altrimenti non farete che avallare la sua teoria sulla vostra irascibilità. Invece, bisogna dimostrare una grande pazienza ma essere molto fermi nel contrastare ciò che dice.

No, quindi, a scenate nelle quali lo accusate di inventarsi l'amico o di mentire o di essere sciocco. Sì, invece, ad una posizione netta nell'impedire che vi controlli nelle scelte.

La soluzione migliore è fargli capire che siete presente e che potete aiutarlo se ha bisogno, che non lo aggredirete se commetterà qualche sbaglio.

E’ consigliabile, inoltre, non dare troppo peso all’amico, a ciò che, secondo il bambino, dice o fa. Siate complici come se si trattasse di un gioco che condividete con lui ma senza dargli eccessiva importanza. Al tempo stesso è bene non ridicolizzarlo per questa sua fantasia.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.