La miopia è un difetto della vista (ametropia) che fa sì che l’occhio non sia in grado di far convergere sulla retina i raggi luminosi nella giusta maniera e quindi l’immagine risulta sfocata se vista da lontano, mentre migliora se si avvicina all’occhio. Secondo l’Agenzia Internazionale di Prevenzione alla Cecità, la miopia è il difetto della vista più diffuso al mondo e si calcola che, in Italia, interessi il 25% della popolazione. Vediamo come diagnosticare e trattare la miopia nei bambini.
La miopia nei bambini si manifesta in età scolare, tra i 6 e i 13 anni, cresce con gli anni dell’adolescenza e poi si stabilizza intorno ai 20-25 anni. E' importante diagnosticarla subito per rallentare la diffusione della miopia e il suo peggioramento. Gli esperti consigliano di fare un test o una visita dall'optometrista ed insegnare ai genitori e ai bambini i fattori di rischio della miopia.
Queste le princpali cause della miopia pediatrica:
Molto rilevante il fattore ereditario: avere genitori miopi aumenta il rischio di dover portare gli occhiali di ben tre volte e se sono miopi sia mamma che papà il rischio aumenta di sette volte.
Se i genitori portano gli occhiali le probabilità che anche il figlio abbia un disturbo della vista sono più alte, ma è possibile prevedere con una certa accuratezza se il bambino diventerà miope? Il gruppo di ricercatori dell’Università dell’Ohio guidati da Karla Zadnik sono certi di essere riusciti a mettere a punto un test per sapere in età prescolare se il bambino diventerà miope da adolescente.
I ricercatori hanno monitorato 4500 bambini da 6 anni fino all'adolescenza incrociando 13 fattori di rischio legati alla miopia. Di questi uno in particolare sembra essere particolarmente rilevante: la presenza e l’entità dell’errore di rifrazione.
Cos'è l’errore di rifrazione? Si tratta di un disturbo visivo che si presenta comunemente intorno ai sette anni. A questa età i bambini hanno una fisiologica ipermetropia che poi si cancella quando, col passare degli anni, il globo oculare si allunga in modo da consentire alla fine una corretta visione. Se a sei o sette anni non c’è questa ipermetropia è più probabile che nell'adolescenza il bambino diventi miope.
Il grado di ipermetropia può essere facilmente misurato durante una visita oculistica, spiega la studiosa su JAMA Ophthalmology, e sapere in anticipo che il bambino corre il rischio di diventare miope consentirebbe ai genitori di seguire meglio l’evolversi della situazione, sottoporre il figlio a screening regolari ed intervenire immediatamente.
E cosa dire degli altri fattori di rischio? Se da un lato la componente ereditaria gioca un ruolo importante nello sviluppo della miopia, c’è da dire che possono concorrere anche altri elementi. A dispetto di quanto comunemente si crede non sono tanto le troppe ore spese davanti a televisioni e computer a rappresentare un rischio quanto il troppo tempo trascorso in ambienti chiusi. E’ stato infatti, dimostrato anche in altri recenti studi che vivere più tempo all'aria aperta, esposti alla luce naturale, protegge dalla miopia.
Trascorrere del tempo all'aria aperta può aiutare a prevenire la miopia. In una settimana, per ogni quattro ore che un bambino passa giocando all'aria aperta, si riduce del 2 per cento il suo rischio di sviluppare questo comunissimo errore di rifrazione del cristallino dell'occhio.
La ricerca è condotta dall'Ospedale Universitario Ramon y Cajal di Madrid e dall'Università di Cambridge.
Secondo gli studiosi, i benefici effetti sugli occhi del giocare all'aperto sarebbero dovuti alla luce naturale e alla presenza di oggetti distanti.
Giocando all'aperto, le attività richiedono più visione da lontano che da vicino e questo esercita l'occhio, prevenendo la miopi
ha spiegato Francisco Josè Munoz Negrete, fra gli autori della ricerca.
Nei paesi sviluppati, in cui le attività più comuni sono la lettura o l'uso del computer, giocare ai videogiochi o guardare la televisione, l'incidenza della miopia è maggiore
continua Negrete. Invece, questo non si verifica nelle aree sottosviluppate, regioni in cui la cosa importante è vedere da lontano e difendersi contro il nemico.
L'organo visivo si adatta alle esigenze del corpo: se principalmente ci serve per mettere a fuoco cose vicine, il bulbo oculare si allunga, cresce più del dovuto, e quindi sorge la miopia
spiega Negrete. Nello studio, i ricercatori hanno analizzato 10 mila bambini che sono stati invitati a partecipare a otto tipi di prove che consistevano sostanzialmente nel giocare all'aria aperta.
Secondo gli scienziati, 14 ore alla settimana (due al giorno) passate a giocare nel parco o per strada riducevano del 20 per cento il rischio di soffrire di miopia. Rischio che, si legge sempre nella ricerca, è del 60 per cento per quei bambini che hanno genitori miopi e che non passano almeno 5 ore alla settimana a giocare all'aperto. Un'attività che, concludono gli studiosi, può compensare efficacemente il rischio legato allo sforzo visivo associato ai compiti.
La miopia si misura in diottrie. Se il difetto è inferiore a 3-4 diottrie è una miopia lieve, se è intorno alle 8-9 diottrie si parla di miopia media o medio-forte, se supera le 9 diottrie si parla di miopia elevata.
Tra i test oculistici utilizzati per diagnosticare la miopia uno dei più diffusi è la tabella di Snellen, utilizzata per quantificare l'acutezza visiva.
La miopia si cura innanzitutto con gli occhiali da vista: le lenti concave negative riportano il punto di fuoco sulla retina. Lo spessore delle lenti dipende dalle diottrie.
Gli adolescenti, a partire dai 16 anni, possono indossare lenti a contatto (ne esistono in commercio di morbide, usa e getta o settimanali) che svolgono la stessa azione delle lenti montate sugli occhiali.
In età adulta e laddove le condizioni lo permettono si può intervenire chirurgicamente con il laser che modifica la curvatura della cornea, diminuendone il potere rifrangente.
L’Iapb da qualche consiglio per scegliere l’occhiale più giusto per i bambini: