Per queste vacanze abbiamo in programma di andare al mare con i bambini? Oppure in un albergo dove ci sarà anche una piscina? Ottima occasione per favorire il rapporto dei più piccoli con l’acqua e per imparare a prendere confidenza con questo elemento così importante. Ma come possiamo garantire protezione e sicurezza in acqua per i bambini? Ecco qualche consiglio.
L'Organizzazione mondiale della sanità ricorda che l’annegamento è la terza causa di morte sotto i 15 anni e i più alti tassi di annegamento riguardano i bambini fino a 4 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 5 e 9 anni. L'attenzione deve essere sempre massima, sia a mare che nella piscinetta di casa, perché per i bambini piccoli bastano dai 3 ai 6 minuti per annegare.
Per questo, anche a fronte dei recenti casi di cronaca che hanno visto annegare bambini piccoli, il pediatra Italo Farnetani raccomanda di insegnare a nuotare ai propri figli.
Saper nuotare non bene, ma benissimo è la forma più importante per prevenire l’annegamento in mare. Qui iniziano i problemi, perché se fino a 4 anni è sufficiente far indossare ai bambini i braccioli, che sono una forma importante di sicurezza e prevenzione, dopo tale età si dovrebbe iniziare a imparare bene a nuotare. Ma oggi solo un adolescente su 3 sa nuotare in modo da poter stare al mare in sicurezza.
Scegliete con cura la destinazione. L’acqua del mare deve essere pulita, non inquinata e le spiagge devono essere attrezzate e dotate di guardia-spiaggia. Ogni anno un gruppo di esperti seleziona le località balneari più a misura di bambino e l’Unione Europea seleziona in tutta Europa le spiagge che sono bandiera Blu, cioè che garantiscono la salvaguardia dell’ecosistema. Mentre con le Bandiere Verdi i pediatri ogni anno premiano le località balneari più a misura di abmbino e quindi anche più sicure.
Se il bambino è piccolo e questa è la sua prima esperienza sulla spiaggia potrebbe avere qualche difficoltà a mettere i piedi nudi sulla sabbia. La sabbia ha una consistenza davvero unica e molto strana per lui, meglio procedere per gradi e con pazienza. Alla fine non vorrà più smettere di giocare con la sabbia.
Un momento memorabile e molto emozionante. Il moto ondoso del mare e la temperatura fredda dell’acqua potrebbero mettere il bimbo a disagio le prime volte: tenetelo in braccio e avvicinatevi al mare e poi, man mano che acquisterà sicurezza e mostrerà curiosità, potrete metterlo giù per fargli toccare l’acqua con i piedi. Sulla spiaggia può essere utile mettere una piscina gonfiabile da riempire con dell’acqua di mare e dei giochini: così il bambino potrà rinfrescarsi e giocare con l’acqua.
Braccioli e salvagente sono indispensabili quando il bambino va in acqua e non è abbastanza grandicello da poter nuotare da solo. Ricordate che se sullo stabilimento è esposta la bandiera rossa il bagno è sconsigliato a causa del mare mosso.
Ricordate che è importante entrare in acqua gradatamente, bagnando prima la nuca e il collo e poi la pancia. Se il bambino ha mangiato è importante aspettare un paio d’ore prima di permettergli di fare il bagno per non rischiare sincopi e congestioni.
Le regole devono essere chiare:
Attenzione alle piccole piscine gonfiabili. Non passa estate senza che le cronache non ci raccontino di bambini di pochi anni annegati in una piscinetta gonfiabile nel cortile o nel terrazzo di casa, in pochi centimetri d’acqua.
Tragedie assurde ed evitabili che possono verificarsi soprattutto perché si crede, a torto, che un basso livello dell’acqua non possa rappresentare per il bambino nessun pericolo. Invece, uno studio, pubblicato su Pediatrics, che ha preso in esame il periodo 2001-2009 ricorda che negli Stati Uniti ogni 5 giorni un bambino affoga o rischia di affogare nella piscinetta di casa.
A fare il punto sulla questione è Gary Smith, direttore del Center for Injury Research and Policy del Nationwide Children's Hospital di Columbus, in Ohio: nel 94% dei casi i bambini vittime delle psicinette gonfiabili hanno meno di 5 anni, per il 56% si tratta di maschietti e nel 73% dei casi la piscinetta è montata nel giardinetto di casa.
L’apparenza inganna i genitori: la piscinetta è economica, piccola, facile da gonfiare o da montare e il bambino ci sta volentieri, per giocare con l’acqua e trovare riparo dalla calura. Ma il rischio è in agguato e spesso approfitta di un attimo di distrazione dei genitori o di chi si prende cura del piccolo:
bastano infatti pochi minuti e pochissima acqua perché un bimbo piccolo affoghi: le piscine portatili, da quelle gonfiabili a quelle autoportanti, sono rischiose tanto quanto le piscine interrate