aerosol ai bambini

Aerosol ai bambini

15/10/2020

Quando i piccoli hanno il raffreddore, la tosse o l’asma, l’utilizzo dell’aerosol diventa una pratica comune nelle famiglie italiane, ma quando è davvero efficace e come fare a sopravvivere a quella manciata di minuti necessari per nebulizzare il medicinale? Ecco allora qualche trucchetto per fare l'aerosol ai bambini e come somministrare il farmaco nel mondo giusto.

Aerosol ai neonati mentre dormono

Se i bimbi sono molto piccoli, si può approfittare della nanna e mettergli la mascherina mentre dormono. Non se ne accorgeranno e il gioco sarà fatto. Naturalmente dovrete scegliere un modello moderno e di ultima generazione che non solo sia silenzioso, ma anche rapido.

Molti modelli di aerosol hanno la funzione per accelerare la procedura e concludere il tutto in pochi minuti.

Come convincere i bambini a fare l'aerosol

Più problematico quando i bimbi non sono più neonati: intorno ai 18 mesi la procedura aerosol è solitamente accompagnata da pianti e tentativi di divincolamento. Ecco qualche consiglio pratico:

  • Provate a tranquillizzarli cantando canzoncine o raccontando storie nelle quali è proprio l’aerosol l’eroe che salva il protagonista.
  • Occupate le loro mani in modo che non tentino di strapparsi la mascherina: dategli il loro giocattolo preferito...
  • Altra strategia utile è far prendere confidenza al bimbo con la mascherina lasciando che ci possa giocare un po’ prima di iniziare la terapia; in questo modo non sarà più un oggetto sconosciuto e temibile.
  • Anche la tv può venire in soccorso in questi: il cartone preferito può rappresentare un premio alla bravura nel fare l’aerosol.

Per i bimbi un po’ più grandi la questione può essere più semplice, innanzitutto perché comprendono che l’aereosol non farà sentire dolore e quindi non si spaventano e poi perché il segreto sta solo nel trovare qualche attività che li distragga dai quei minuti di noia di terapia. Può essere sufficiente leggere un libro insieme a loro, disegnare, fargli sentire un po’ di musica in cuffia e lasciarli giocare con il loro videogioco preferito.

C'è anche una nuova app per tablet – concepita da Chiesi Italia e scaricabile gratuitamente su Apple Store e Google Play e sul sito www.capitandoctor.it – che è stata studiata per i bambini in età pre-scolare (2-5 anni), per farli giocare durante l’aerosol, aiutandoli a capire, in modo divertente, l'importanza della cura che stanno svolgendo. Con l’aiuto di personaggi animati, Capitan Doctor illustra la struttura del sistema respiratorio e guida i piccoli pazienti in un’avvincente missione di caccia dei batteri in tre scenari ricchi di sorprese che raffigurano naso, gola e bronchi.

Vietato invece cercare di risolvere il problema sospendendo la cura, in questi casi non si può cedere alle lacrime e bisogna insistere trovando nuovi stratagemmi senza liquidare la questione diffondendo il farmaco attraverso ad esempio l’umidificatore per ambiente, poiché con questo sistema l’inalazione è troppo indiretta e soprattutto è impossibile capire quanto il medicinale sia stato inalato.

Prima di fare l'aerosol

Tenete a mente di:

  • lavare sempre le vostre mani e quelle del bimbo prima di utilizzare l’aerosol
  • controllate sempre la data di scadenza dei medicinali.
  • Sterilizzate periodicamente i filtri dell’aerosol e le mascherine.

Aerosol per bambini, quale scegliere

Acquistare l'apparecchio per l'aerosol è da considerarsi un vero e proprio investimento quando si hanno dei bambini. Il pediatra prescriverà spesso una terapia con l'aerosol e quindi vale la pena spendere qualcosa in più e prendere un apparecchio moderno, di qualità che abbia precise caratteristiche:

  • Ultrasuoni: alcuni degli aerosol in commercio sono ad ultrasuoni e quindi estremamente silenziosi. Acquistarli può rivelarsi un investimento utile perché sono più facilmente tollerati dai bambini, tuttavia è sempre meglio chiedere il parere al farmacista;
  • deve avere una funzione per accelerare la vaporizzazione e abbreviare la procedura;
  • deve avere la mascherina piccola per i neonati;
  • deve nebulizzare particelle di diametro compreso tra 0.5 e 5 micron, perché così le particelle del farmaco verranno correttamente nebulizzate e raggiungeranno le basse vie respiratorie.

Aerosol per il raffreddore, cosa mettere?

Premesso che i farmaci e le terapie vanno sempre consigliate dal pediatra posso riportavi la mia esperienza pratica con entrambi i miei figli. Sappiamo ormai molto bene che il raffreddore non si cura e non ci sono farmaci che possano curarlo definitivamente, ma solo prodotti che riescono a idratare le mucose, ridurre il naso chiuso e fluidificare il muco.

Più che l'aerosol con mascherina quello che ha sempre dato giovamento ai miei bimbi raffreddati è il rinowash, cioè una doccia nasale che libera il naso: è un tubicino che si mette prima in una narice e poi nell'altra e vaporizza un medicinale o della semplice soluzione fisiologica.

Quando serve l'aerosol?

Sapevate che l'aerosol è una pratica diffusa praticamente solo in Italia? In molti Paesi questo strumento non si usa affatto. E in effetti ormai anche molti studi ed esperti italiani stanno limitando molto l'uso dell'aerosol che è indubbiamente efficace solo per trattare l'asma o il broncospasmo. Questo perché la nebulizzazione stessa del farmaco gli permette di arrivare rapidamente fino ai bronchi e fornire un immediato sollievo.

Ma per tosse, mal di gola  raffreddore è del tutto intuile, anzi come spiega Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all’Università di Perugia e presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (WAidid):

Ha senso per la cura della bronchiolite, della bronchite asmatica e della laringite - spiega l’infettivologa -, al contrario non serve nella rinofaringite, nella faringo/tonsillite e nell’otite media acuta, i comuni malanni di stagione. Se c’è eccesso di catarro nelle alte vie aeree l’unica pratica efficace sono i lavaggi nasali con una siringa riempita di soluzione fisiologica (10 ml per narice nei lattanti, 5 ml nei neonati), facendo passare il liquido da una narice all’altra: l’obiettivo è evitare la colonizzazione batterica nasale

capriati bw square
Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.