In inglese si dice Bonding, più o meno vuol dire legame, attaccamento; è un termine coniato quasi trent’anni fa per definire quel legame speciale e indissolubile che unisce madre e figlio/padre e figlio per sempre.
A studiare il processo furono per primi Kennel e Klaus sul finire degli anni Settanta.
Per questi due studiosi il bonding è quel legame assolutamente unico che unisce sin dai primi istanti di vita il neonato e la mamma e che resta invariato, nella sua intensità, nel tempo.
La nascita e la cura di questo legame così unico è modulata e influenzata da diversi elementi: i primi momenti dopo la nascita, l’ambiente, il tipo di parto.
Per questo è molto importante che nelle prime ore dopo la nascita la coppia mamma-bambino (ma anche papà-bambino) possa trovare un intimo spazio e un proprio isolamento, tali da permettere l’instaurarsi di un legame che getta le sue basi proprio in questi momenti così delicati.
Per favorire l’instaurarsi di un profondo bonding è importante che il neonato venga posto, subito dopo la nascita sulla pancia o sul petto della mamma per sentire il suo calore, il battito del cuore e la sua voce.
Il contatto pelle a pelle gioca in questa fase un ruolo determinante perché il legame nasce proprio attraverso l’attivazione dei sensi del neonato, con il contatto con la pelle della mamma, con l’olfatto, l’udito e il gusto.
Gli esperti ritengono che per avviare correttamente il processo di bonding è preferibile che il neonato e la mamma restino uniti nelle prime due ore dalla nascita.
Il massaggio neonatale riveste un ruolo importante in questo processo: massaggiare il bambino, coccolarlo e toccarlo delicatamente è un modo per mantenere un contatto fisico e tattile, un modo per ricostruire il legame tra mamme figlio che si è spezzato con la nascita.
Ma il bonding è importante non solo per il neonato: anche la mamma ha bisogno di vezzeggiare, proteggere e cullare il bambino e questa urgenza è dettata anche da una serie di cambiamenti ormonali che si verificano nel suo organismo.
Protagonista di questi cambiamenti è l’ossitocina, un ormone ben noto per essere chiamato anche l’ormone dell’amore perché i suoi livelli aumentano in occasione di situazioni sociali positive, durante il rapporto sessuale e in generale rafforza il sistema immunitario e favorisce il buonumore.
Nella prima mezz’ora dopo il parto i livelli di ossitocina raggiungono il loro massimo picco e favoriscono l’allattamento e il secondamento (espulsione della placenta e altro materiale biologico), riducono le perdite di sangue e aumentano la temperatura corporea della mamma per mantenere il bambino al caldo, favorisce una autentica fase di innamoramento tra mamma, bambino e papà.
Insieme all’ossitocina nell’organismo materno aumentano i livelli di endorfine, ormoni del buonumore che faranno sì che anche se traumatico e doloroso il momento del parto verrà ricordato come irripetibile e straordinario e quindi spingerà la mamma a voler ripetere l’esperienza.
Aumentano anche i livelli di adrenalina, che permette alla mamma di sentirsi energica e attenta nei confronti del bambino e delle sue richieste, e di prolattina, l’ormone che favorisce la produzione del latte e stimola la sensazione di accudimento e protezione nei confronti del piccolo.