E’ molto importante che il bambino dorma il giusto numero di ore perché numerosi studi hanno confermato che i piccoli che dormono poco hanno deficit di memoria e attenzione durante il giorno, nonché una maggiore predisposizione a disturbi dell’umore, iperattività e irritabilità. E allora ecco qualche consiglio su come far dormire i bambini, per un sonno lungo e di qualità.
Dalla National Sleep Foundation (NSF) americana agli esperti italiani, sono tutti concordi: i bambini dovrebbero dormire tra le 11 e le 14 ore nella fascia di età 1-3 anni; 10-13 ore nella fascia 3-5 anni e 9-11 ore nella fascia di età 6-13 anni.
Ma i dati emersi da un'indagine condotta dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) e dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (Sicupp) - che ha visto coinvolti 2030 bambini di tutta Italia e 111 pediatri con lo scopo di capire quali siano le abitudini al sonno nelle varie età - sono tutt'altro che rassicuranti: solo il 68,4% dei bambini dorme il giusto numero di ore. 1 su 3 non dorme, quindi, quanto dovrebbe.
E ci sono alcuni errori che fanno i genitori e che non favoriscono affatto il sonno dei bambini. Vediamo quali:
Questa di addormentarsi nel lettone, per poi magari essere spostati di peso oppure svegliati per essere trasferiti nel cuore della notte sembra essere un'abitudine piuttosto diffusa e riguarda non solo i bambini piccolini, ma anche il 20% di quelli di 5-6 anni e il 17% dei 7-9enni.
Per mantenere una buona abitudine al sonno è consigliabile mantenere anche un rito che porti lentamente il bambino alla nanna. E’ stato dimostrato che il momento migliore per mettere a dormire un bambino è tra le 19.30 e le 21.30.
Oltre questo orario sarà molto difficile perché il bambino sarà stanco e carico di adrenalina che gli impedirà di addormentarsi serenamente. Il rito della buonanotte per un bambino di tre/quattro anni potrebbe consistere in: cena, pigiamino, favola, nanna.
Una mezz’ora prima di andare a dormire è bene avvertire il bambino che dovrà lasciare i suoi giochi e prepararsi per andare a letto. E’ importante che lui si senta coinvolto direttamente in questa sana abitudine e che non viva il distacco dalle sue cose con stress e dispiacere.
Quando è ora di andare a letto, mettetelo nel lettino e leggetegli una storia: questo rituale dovrà avere una durata precisa (non lasciatevi convincere a rileggere la favola all’infinito).
Quando è il momento di spegnere la luce dategli un bacio e sussurrategli una frase tenera che sia sempre la stessa, sera dopo sera. Come un rituale per il buon sonno.
Infine lasciate la stanza. Se piange rientrate solo dopo qualche minuto, fategli una coccola e uscite di nuovo.
Di certo esistono numerose tecniche e metodologie proposte da psicologi, pediatri ed esperti per far addormentare i neonati nel proprio lettino. Ne parlo più approfonditamente in questo post.
Personalmente ho trovato molto utile, con il mio primogenito, i consigli di Tracy Hogg e del suo metodo EASY (Eat, Activity, Sleep e You) che ricorda come scandire la giornata del bebè secondo precise fasi lo aiuti ad addormentarsi in modo sereno.
Ma queste stesse tecniche non si sono rivelate efficaci su lungo periodo con il mio secondogenito. Questo a dimostrazione che non tutti i bambini sono uguali, non tutti approcciano al momento della nanna allo stesso modo e anche che le condizioni familiari e ambientali non sono sempre uguali.
Quale metodo usare, quindi? Eviterei in assoluto i metodi tipo Estivill che prevedono di lasciar piangere il bambino da solo abbandonandola nella sua culletta. Proverei ed affinerei il metodo EASY e non demonizzerei nemmeno chi sceglie di far dormire il neonato nel lettone, per poi abituarlo progressivamente al suo lettino.
Tra l'altro leggevo i risultati di unos tudio condotto dal Lawrence S. Bloomberg Faculty of Nursing che hanno scoperto che le mamme alle prese con i problemi di sonno del loro primo figlio dormono in media sei ore e mezzo. Che abbiano un aiuto esterno oppure no.
Come spiegato sul British Medical Journal, i ricercatori hanno preso in considerazione un gruppo di donne alle prese con il loro primo figlio e le hanno divise in due gruppi per seguirle per un periodo di 12 settimane. Solo il primo gruppo ha partecipato ad alcuni incontri in ospedale sulla cura del sonno post partum. Il sonno di mamma e figli è stato monitorato grazie all’utilizzo di un dispositivo al polso che ha registrato l’attività di sonno e veglia.
Il risultato?
Tutte le neomamme dormivano in media 6 ore e mezzo, indipendentemente dai consigli e dalle strategie messe in atto.
Un invito alla lettura: un libro 'scaccia-incubi'