I bambini devono imparare a dormire: non esiste bambino che non ami dormire e quelli più agitati, insonni e difficili possono essere aiutati in modo da favorire il sonno e un’abitudine al sonno. Vediamo insieme perché ci sottolineano così spesso l'importanza del sonno per i bambini e come possiamo favorirlo.
Durante il sonno, l’organismo produce l’ormone della crescita e il cervello del neonato lavora alacremente per costruire una fitta rete di neuroni e fibre nervose che fanno crescere il sistema nervoso.
Quindi si può immaginare facilmente quanto importante sia un sonno riposante e di qualità che, però, spesso non è un’abitudine scontata e facile da acquisire.
Tuttavia, a dispetto di ciò che comunemente si crede, il sonno dei bambini è piuttosto complesso, spesso disturbato e differente da quello degli adulti.
Il sonno degli adulti si sviluppa in 5 fasi: le prime 4 vengono definite non REM (un acronimo per l’inglese 'rapid eyes mouvements', che vuol dire 'movimenti rapidi degli occhi') e si susseguono l’una dietro l’altra portando il soggetto a una fase di sonno sempre più profonda, la quinta fase, quella del sonno REM, è caratterizzata dal sogno (la persona sogna e i suoi occhi, pur a palpebre chiuse, si muovono orizzontalmente).
Ogni fase dura circa 70/90 minuti e nel corso della notte il cinque cicli si ripetono e si susseguono. Il sonno non REM è un sonno tranquillo, il corpo e il cervello si riposano, la pressione sanguigna e il battito cardiaco sono regolari e il soggetto dorme tranquillo.
Dalla fase 1, quello della sonnolenza, si passa alla fase 2, quella del sonno leggero (e nel passaggio tra queste due fasi possono anche verificarsi le “scosse ipnagogiche”, degli scatti improvvisi e incontrollati degli arti inferiori), e poi via via dalla fase 3 alla fase 4 che è il momento del sonno profondo, ristoratore e tranquillo.
Durante la fase REM invece il sonno può essere agitato e decisamente poco riposante.
Siccome nei bambini le prime 4 fasi non sono ancora del tutto definite, il bambino di pochi mesi può passare repentinamente dal sonno leggero a una fase REM, di sogno e quindi di sonno agitato, senza attraversare gradualmente tutte le fasi.
Per questa ragione il sonno dei neonati può essere molto leggero, agitato e poi di nuovo leggero e infine profondo e tenderà a stabilizzarsi solo dopo qualche mese, quando seguirà la progressione delle cinque fasi tipiche del soggetto adulto.
Benefici del sonno notturno
Sono tantissimi gli studi che hanno indagato sugli effetti positivi del sonno notturno sulla salute fisica e anche cognitiva dei bambini. Vi do qualche spunto:
- Dormire migliora le abilità cognitive ed esecutive: uno studio condotto dalle Università di Monteral e del Minnesota ha scoperto che i bambini tra 1 e 2 anni che dormono tutta la notte ottengono migliori performance nelle abilità esecutive e cognitive durante le attività diurne rispetto ai bambini che hanno frequenti risvegli notturni.
- Dormire 9 ore per notte migliora il rendimento scolastico: uno studio condotto dall’Università dell’Alabama, a Birmingham, ha concluso che i bambini che non dormono a sufficienza difficilmente riescono ad ottenere buoni risultati scolastici, poiché la privazione del sonno incide negativamente sulla memoria, sulla capacità di giudizio, sull’attenzione e sulla stabilità emotiva. Dato confermato anche dagli studiosi della Autonomous University of Barcelona: dormire meno di nove ore per notte, andare a dormire troppo tardi la sera e non avere una routine legata agli orari del sonno compromette le performance alla scuola primaria. Ramón Cladellas, a capo della ricerca, spiega che sono stati arruolati nell’indagine 142 allievi della scuola primaria di diverse scuole che non avevano diagnosticata alcuna patologia legata al sonno. I ricercatori hanno comparato i dati relativi agli orari e alla durata del sonno notturno con quelli relativi a una serie di abilità accademiche (comunicative, metodologiche, trasversali e specifiche). Al termine dell’analisi è emerso che sebbene la maggior parte dei bambini dorma circa 8 ore a notte il 69% di piccoli torna a casa dopo le 9 di sera tre sere a settimana o va a dormire dopo le 11 per almeno quattro sere a settimana: “i bambini che dormono tra le 8 e le 9 ore per notte vanno peggio a scuola rispetto a quelli che dormono tra le 9 e le 11 ore per notte”, ha spiegato lo studioso catalano.
- I bambini crescono dormendo: uno studio conferma un vecchio detto e spiega anche perché dopo un’influenza che ha costretto il bambino a letto per tante ore egli sembri essersi allungato in altezza. Un gruppo di studiosi della Emory University statunitense ha scoperto che esiste davvero un legame tra il tempo trascorso dai bambini a dormire e lo sviluppo della loro statura. Ciò spiegherebbe anche perché in alcuni periodi i bambini siano più desiderosi di dormire e più assonnati: si tratterebbe di un chiaro sintomo di scatto di crescita.
La ricerca, condotta da Michelle Lampl e pubblicata sulla rivista Sleep, ha preso in esame 23 bambini di 12 giorni che sono stati seguiti fino ai 17 mesi. I genitori dei piccoli hanno tenuto un diario nel quale hanno segnato le ore di sonno e i dati relativi alla crescita. Alla fine comparando i dati è emerso che nei giorni in cui si verificavano episodi di sonno definiti irregolari, caratterizzati da 4,5 ore di sonno extra al giorno, si registrava un incremento della statura dei piccoli del 20% rispetto alla media per ogni ora di sonno in più e addirittura del 43% per ogni sonnellino extra. Un dato davvero interessante: la statura cresce entro 48 ore dal momento del sonno extra. - Dormire aiuta a consolidare i ricordi: lo rivela uno studio condotto su 216 neonati di età compresa tra 6 e 12 mesi ai quali è stata mostrata una bambola con un guanto contenente un campanello. I ricercatori hanno estratto il guanto e fatto suonare il campanello per tre volte prima di rimetterlo al suo posto all'interno del guanto. Questa azione è stata ripetuta più volte e poi i bambini sono stati lasciati liberi di dormire. Ebbene, i bambini hanno dormito in media 106 minuti nelle quattro ore successive all'esperimento, e alcuni di loro hanno dormito solo 30 minuti. Il giorno successivo proprio questi bambini riuscivano a ricordare meno quanto visto il giorno precedente. I ricercatori dell'Università di Sheffield hanno spiegato sulle pagine della rivista PNAS che questo studio conferma che esistono momenti migliori per favorire il processo di apprendimento dei bambini così piccoli. I risultati mostrano che le attività svolte poco prima del sonnellino possono essere poi ricordate bene, ha dichiarato Jane Herbert, tra gli autori dello studio. Resta comunque valida l’idea che compiere azioni anche impegnative o che richiedano particolare attenzione quando si è stanchi spesso non è produttivo e non lo è nemmeno per i bambini piccoli.