Nel mondo un bambino su dieci nasce prematuro, ogni anno circa 13 milioni di bambini nascono troppo presto. In Europa si calcola che il 6-7% delle nascite avvenga prematuramente. Aumenta il numero di bambini nati pretermine, ma migliora anche la loro sopravvivenza. Ogni anno, il 17 novembre, viene celebrata la Giornata Mondiale della Prematurità, interamente dedicata ai bambini che nascono prima del tempo, che quest'anno giunge alla sua undicesima edizione. L'iniziativa nacque, infatti, il 17 novembre del 2008 a Roma durante una riunione della European Foundation for the Care of Newborn Infants (Efcni), la Fondazione Europea per l’assistenza dei neonati.
La Società Italiana di neonatologia ricorda che ogni anno nascono nel mondo circa 15 milioni di neonati prematuri, cioè prima della 37a settimana di gestazione, in Italia oltre 30.000, il 6,9% delle nascite, tasso che con la pandemia è aumentato all’11,2% nei parti da donne con infezione da Sars-Cov-2 (Registro Covid SIN).
Lo slogan di questa edizione è Zero separation, “Agiamo adesso. Non separare i neonati prematuri dai loro genitori”, promosso dalla European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI), per continuare a difendere il ruolo prioritario di mamma e papà, ancor di più in periodo Covid.
Molti monumenti e luoghi simbolo si tingeranno di viola, il colore dell'evento.
Secondo gli standard internazionali si definisce prematuro un neonato che è nato prima della 37sima settimana di gestazione e con un peso inferiore ai 2 chili e mezzo.
Tra le cause di un parto prematuro: gli stili di vita delle mamme, la patologia della gravidanza (ipertensione, patologie alimentari, infezioni), l'aumento dell'età media delle gestanti e l'aumento delle gravidanze medicalmente assistite.
Secondo i dati del Neonatal Network della Società italiana di neonatologia relativi agli anni 2015-2017, in Italia il 10% dei bambini nasce prima delle 37 settimane di gestazione. Di questi, il 42% soffre di problematiche respiratorie. Stando ai dati, presentati dalla SIN, i neonati soffrono più frequentemente della sindrome da distress respiratorio (il 29%), e a seguire della Pda (Pervietà del Dotto Arterioso), che riguarda il 7,9% dei neonati e le Sepsi, di cui è affetto il 6,3% dei bimbi prematuri.
Stevie Wonder, Jonathan Rhys-Meyers ma anche Albert Einstein, Isaac Newton sono esempi di nati prematuri che hanno superato quella fase e si sono affermati nella vita.
La prima indagine realizzata dalla Società Italiana di Neonatologia (Sin) mostra che in Italia 32.000 bimbi ogni anno nascono prematuri, e quindi predisposti a una serie di rischi, che possono avere conseguenze per tutta la vita, ma che sono in buona parte evitabili se i neonati sono seguiti in modo corretto dalle prime ore di vita e soprattutto dopo la dimissione attraverso un follow up sistematico. E, a farlo, sono oltre 9 su 10 delle Terapie intensiva neonatali, ma ancora pochissime seguono il bimbo fino ai 3 anni.
Dall'analisi emerge che in oltre 93% dei reparti Tin italiani si esegue la valutazione del rischio nei bimbi nati prima della 37/ma settimana di gravidanza, fino ai 2-3 anni di vita, in particolare per quanto riguarda i problemi neuromotori, respiratori, di nutrizione, di vista e udito. Attualmente, sottolinea il presidente Sin Fabio Mosca
purtroppo solo il 22% delle Tin riesce a prolungarlo fino all'ingresso del bambino a scuola, mentre risulta fondamentale assicurare ai bambini nati prematuri continuità assistenziale ed accertamenti ripetuti nel tempo fino all'età scolare.
Di seguito qualche link per approndire il tema.
Sebastian è nato a Budapest alla 23sima settimana e con un peso davvero limite: solo 380 grammi. Quello del piccolo Sebastian è uno dei rari casi al mondo in cui un bambino venuto alla luce così prematuramente è sopravvissuto ed cresciuto al punto tale da poter andare a casa insieme ai genitori. Ad oggi in tutto il mondo sono soltanto 97 bambini nati con un peso inferiore ai 400 grammi che sono riusciti a sopravvivere. Negli ultimi anni si è assistito, grazie soprattutto ai progressi fatti nel campo della rianimazione e della terapia neonatale, ad un aumento delle probabilità di sopravvivenza dei bambini prematuri: riesce a sopravvivere il 90% dei neonati sotto il chilo di peso.