nascere prematuri

Nascere prematuri

16/11/2017

Secondo i più recenti dati resi noti dalla Società Italiana Neonatologia a nascere prematuri sono circa 32mila bambini all’anno. Si tratta di quei bambini nati prima della 37a settimana di età gestazionale, che si affacciano al mondo con più difficoltà rispetto ai nati a termine, non avendo ancora maturato del tutto organi e apparati e non essendo ancora pronti ad adattarsi alla vita fuori dal grembo materno.

In particolare quelli più piccoli, chiamati “molto pretermine” o “estremamente pretermine”, rispettivamente sotto le 32 o le 28 settimane di gestazione, circa lo 0,9% sempre secondo le stime, risultano i più problematici.

Neonato prematuro

Secondo gli standard internazionali si definisce prematuro un neonato che è nato prima della 37sima settimana di gestazione e con un peso inferiore ai 2 chili e mezzo.

Al giorno d’oggi la scienza ha fatto passi da gigante e si può dire che in gran parte dei casi i bambini nati con un peso inferiore al chilo e dopo 24 settimane hanno ottime chance di recuperare completamente e che i bambini nati con un peso di un chilo e mezzo hanno le stesse probabilità di sopravvivenza dei bambini nati a termine.

Parto pretermine

Quando un bambino nasce prematuro il medico prende nota dei suoi parametri vitali e lo sistema nell’incubatrice o in una culla termica nei reparti di terapia intensiva neonatale.

Il suo corpo non è ancora in grado di regolare la temperatura e per questo l’incubatrice o una culla termica gli permettono di stare al caldo. Inoltre nella culletta vengono sistemati dei cuscini in modo da dargli la sensazione di essere protetto e ancora “contenuto” nel grembo materno.

Se è necessario il piccolo viene aiutato a respirare tramite un ventilatore meccanico e se è ancora incapace di deglutire o succhiare viene nutrito con un sistema chiamato a gavage: cioè un sondino lo nutre con il latte materno o proveniente dalle Banche del Latte.

Non appena sarà in grado di succhiare verrà attaccato al seno. In gran parte dei reparti di terapia intensiva neonatale praticano la marsupio-terapia: il neonato viene sistemato, nudo, sul petto della mamma o del papà.

Questa pratica favorisce l’instaurarsi di un legame tra madre e figlio che si è improvvisamente interrotto con una nascita inaspettata e aiuta il bambino che sente il battito del cuore del genitore che lo aiuta a tranquillizzarsi e si sente al caldo, sicuro e protetto come quando si trovava nell’utero materno.

Cause del parto prematuro

Le cause che possono favorire un parto prematuro sono:

  • anomalie dell’utero,
  • malattie della madre (come diabete o ipertensione),
  • infezioni dell’apparato uro-genitale della madre,
  • distacco o rottura della placenta,
  • placenta previa (posta nella parte inferiore dell’utero e che impedisce al bambino di passare),
  • scarso o eccessivo liquido amniotico,
  • precedenti aborti o parti prematuri,
  • uso di alcol, droghe, fumo.

Inoltre circa il 20% delle gravidanze gemellari si conclude con un parto prematuro.

Assistenza ai neonati prematuri

Per garantire la migliore assistenza possibile a questi piccoli il primo passo è quello di ridurre il numero di punti nascita, a favore di quelli di più grandi dimensioni, così da aumentare gli standard di sicurezza anche per le nascite pretermine.

Fondamentale è anche garantire ai genitori l’ingresso nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale 24/24 h. Lasciare libere le mamme di stare a contatto col proprio bambino è importante non solo per promuovere l’allattamento al seno, ma anche per favorire lo sviluppo neurologico del neonato e consolidare il rapporto madre-figlio, ad esempio attraverso la marsupio terapia.

Vaccinare i bambini prematuri

I bambini prematuri vanno vaccinati seguendo il calendario vaccinale standard. Alle vaccinazioni si aggiunge quella contro le infezioni da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) che è raccomandata dalla Società Italiana di Neonatologia per bambini con età gestazionale inferiore alle 32 settimane di vita.

Proteggere i neonati prematuri dalle infezioni

Susanna Esposito, Direttore UOC Pediatria 1 Clinica, Università degli Studi di Milano Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e Presidente Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP), precisa che nel 20-40% dei prematuri si verifica un episodio di sepsi cioè  'un'infezione sistemica dovuta alla presenza di batteri nel circolo sanguigno, che richiede il ricovero dei piccoli, con cifre in costante aumento nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale (TIN)'.

Il neonato prematuro è maggiormente vulnerabile alle infezioni perché il suo sistema immunitario non è completamente formato. Ecco in che modo genitori e medici possono proteggere il prematuro dalle infezioni:

  • Creare per il bebè un ambiente silenzioso e tranquillo; non esporlo al fumo passivo; sistemare nella culla degli asciugamani o teli arrotolati che 'contengano' il bambino dandogli la dolce sensazione di essere ancora avvolto nelle pareti dell’utero materno.
  • Limitare il numero di visite di amici e parenti, rimandare la visita se il familiare è raffreddato o ha problemi gastrointestinali.
  • Prima di toccare il bambino lavarsi con cura le mani.
  • Se indicato dal medico, effettuare la profilassi con anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale.
  • Effettuare tutte le vaccinazioni raccomandate secondo l’età cronologica.
  • Seguire nel dettaglio le indicazioni date dal medico in materia di alimentazione (in genere si somministra latte iperproteico con adeguato apporto di calcio, fosforo e vitamine).
  • Monitorare peso, lunghezza e circonferenza cranica fino a 24 mesi.
  • Sulla base dei parametri ematochimici e antropometrici e solo dopo richiesta pediatrica, somministrare ferro, minerali e vitamine.
  • Eseguire con regolarità e precisione gli esami e visite volte a tenere sotto controllo sviluppo e salute del bambino.
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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.