I bambini e l’acqua: un rapporto che può essere innatamente spontaneo e intimo oppure difficile e che va costruito piano piano, con pazienza. I bambini mostrano sin da piccolissimi quale sia la loro intesa con l’acqua: quando fanno i primi bagnetti alcuni neonati sono rilassati e tranquilli, altri insofferenti e irritati. Ad ogni modo è possibile, e auspicabile, favorire l’instaurarsi di una buona relazione tra il bambino e l’acqua affinché il piccolo impari a sentirsi a proprio agio in acqua, sviluppi una certa abilità nel galleggiamento e, successivamente, si renda indipendente imparando a nuotare.
Aiutare i bambini a familiarizzare con l’acqua significa garantirgli un legame duraturo che offre opportunità di divertimento, rilassamento, una crescita più armoniosa, una maggiore agilità fisica, un naturale e significativo allenamento della respirazione e del sistema cardiopolmonare.
La vita inizia in acqua. Il feto cresce in un ambiente ovattato, caldo e liquido. Ricreare quelle sensazioni dopo la nascita è davvero difficile, ma si può tentare di non fargli perdere del tutto il 'senso dell’acqua' che era così sviluppato durante la gravidanza.
Esistono ormai numerosi in ogni città i corsi di acquaticità per neonati. Si svolgono in una vasca di piccole dimensioni, dove il livello dell’acqua arriva ai fianchi di un adulto, ad una temperatura dell’acqua di 30-32 gradi. I neonati e le loro mamme sono seguiti da un istruttore che illustra alle mamme come muoversi e come far muovere il piccolo in acqua favorendo la sua naturale propensione all’acquaticità. I piccoli, al termine del corso, saranno capaci di andare sott’acqua con grande naturalezza.
Il nuoto è uno sport spesso consigliato dai pediatri: rafforza l’apparato muscolo-scheletrico, allena cuore e polmoni, favorisce uno sviluppo armonico del corpo, previene scoliosi e altre distorsioni della colonna vertebrale. Inoltre è uno degli sport più completi che esistano: nuotare nei 4 stili mette in gioco quasi tutti i muscoli.
Il nuoto è caratterizzato da 4 stili: farfalla, stile libero, dorso e rana.
Per i primi tempi l’attività consiste in semplici movimenti in acqua per far sì che il piccolo familiarizzi con l’acqua e magari impari a stare a galla. Queste prime attività vengono fatte con la presenza di un istruttore in acqua con i bambini, in modo da dar loro sicurezza e tranquillità. Successivamente si introducono tavolette e tubi galleggianti e poi si passa all’insegnamento dei vari stili dal dorso alla farfalla.
Passare dalla temperatura esterna, certamente rigida durante l’inverno, a quella caldo-umida delle piscine e viceversa può aumentare il rischio di malattie da raffreddamento. Per questo è bene seguire qualche accorgimento quando si accompagnano i bambini in piscina:
I pediatri della Società Italiana di Pediatri Preventiva e Sociale (SIPPS) hanno, quindi, elaborato un breve vademecum per i bambini in piscina. Vediamo i consigli: