Cosa fare se il bambino non sente bene e ha problemi all’udito? Un neonato ogni mille in Italia nasce con sordità congenita e se non si interviene entro i primi tre anni di vita diventerà un adulto sordomuto. L’ipoacusia nei bambini interessa ogni anno 2mila neonati in Italia - e in alcune categorie di bambini, come i neonati prematuri ricoverati in TIN e quelli con familiarità per ipoacusia infantile, la prevalenza può essere 10-20 volte maggiore - e il loro sviluppo rischia di essere gravemente compromesso se non si fa una diagnosi precoce e non si mettono in atto una serie di terapie per ridurre i danni.
L'ipoacusia neonatale congenita può dipendere da fattori genetici, che rappresentano il 50-60% dei casi, ma anche esterni come le infezioni trasmesse nell'utero della madre, tra cui la più frequente è quella da Citomegalovirus, la Rosolia congenita e la Toxoplasmosi.
Se il bambino non sente bene, infatti, può avere gravi problemi nell’apprendimento, difficoltà nel calcolo matematico e nello sviluppo del linguaggio, oltre che difficoltà di interazione sociale e problemi di autostima.
Angelo Camaioni, past-president della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale (SIO e ChCF), chiarisce quanto sia importante non sottovalutare l’ipoacusia infantile: diagnosticare precocemente un eventuale deficit uditivo permette di intervenire prontamente con una protesi che impedirebbe al neonato di diventare un bambino, e poi un adulto, sordomuto e di scongiurare una disabilità che segnerà la vita di un individuo in modo drammatico.
Roberto Filipo, direttore del Dipartimento organi di senso della Sapienza, spiega che già a 3-4 anni il bambino sordo corretto e riabilitato precocemente può possedere competenze linguistiche e cognitive equivalenti a quelle dei bambini coetanei normoudenti.
Dal 2017, con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio per l'aggiornamento dei Lea, si garantisce lo screening uditivo per la sordità congenita gratuitamente a tutti i neonati.
A confermare l'importanza di garantire gli screening per l'udito sui neonati è il presidente della Società Italiana di Neonatologia (Sin), Luigi Orfeo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Udito che si celebra il 3 marzo: “La diagnosi precoce dei deficit uditivi congeniti e di quelli progressivi nei neonati, generalmente fatta nei primi 2-3 mesi di vita, è il miglior modo per intervenire tempestivamente e diminuire la percentuale di casi di ipoacusia con esiti invalidanti. Tra le cause di questa patologia, purtroppo, c’è anche l’eccessiva esposizione al rumore generato dalle sorgenti più diverse, dalla tv ai device, come smartphone e tablet, su cui è fondamentale fare informazione per una corretta prevenzione. Anche nelle nostre Terapie Intensive Neonatali siamo quotidianamente impegnati in interventi tesi al contenimento dell’esposizione al rumore, alla protezione del sonno e al coinvolgimento dei genitori con l’incoraggiamento a parlare/leggere/cantare ai propri neonati per un adeguato sviluppo sensoriale”.
L’ipoacusia va diagnosticata entro i tre mesi di vita. Alla nascita viene effettuato uno screening dell’udito, ma i genitori devono prestare attenzione nelle settimane successive a che il bambino risponda agli stimoli acustici.
Il bambino deve avere una reazione ad un rumore improvviso, deve voltare la testa in direzione di una voce, deve svegliarsi a causa di alcuni rumori. In assenza di elementi di questo tipo si deve sospettare un deficit uditivo e consultare il pediatra.
Quando i bambini sono più grandi non bisogna abbassare la guardia: il bambino alza troppo il volume della televisione? Ha una difficoltà nello sviluppo del linguaggio? Non risponde quando lo si chiama o chiede di ripetere cosa gli è stato detto? Meglio togliersi ogni dubbio e consultare il medio.
Gli esperti indicano tre elementi che possono far sospettare un problema dell’udito nei neonati:
Molti bambini non hanno perso del tutto l’udito quindi in questi casi può essere utilizzata una protesi acustica, già a partire dai tre mesi in modo da garantire un corretto sviluppo. Nei bambini con sordità grave o causata da un difetto della coclea può essere utile un impianto cocleare. Infine lavaggi nasali, cure termali o manovre per liberare le tube di Eustachio o un intervento chirurgico di asportazione delle adenoidi e miringocentesi possono essere efficaci per trattare l’ipoacusia causata da forme catarrali e infezioni.