Il morbillo è una delle più comuni malattie esantematiche infantili. Colpisce soprattutto i bambini tra i 3 e i 10 anni ed è causata da un virus, il Paramixovirus, che si trasmette per contatto diretto, attraverso la saliva e il respiro. Vediamo come possiamo riconoscere i sintomi del morbillo, curarlo e soprattutto prevenirlo con la vaccinazione.
Il morbillo dura per circa dieci giorni, al termine dei quali le macchioline si squamano. Il bambino è contagioso da due giorni prima della comparsa dei primi sintomi fino a 4 giorni dopo la comparsa delle macchioline.
Secondo le indicazioni del Ministero non potrà tornare a scuola prima di 5 giorni dalla comparsa dell’esantema. Dal momento che si tratta di una malattia provocata da un virus l’assunzione di antibiotici si rivela del tutto inutile.
La cura per il morbillo prevede soprattutto la somministrazione di antipiretici, in caso di febbre, e di sciroppo o gocce per curare una eventuale tosse. In Italia esiste una vaccinazione trivalente (che comprende anche quella contro rosolia e parotite) che si fa dopo i 12 mesi di vita del bambino con un richiamo.
Qual è la differenza tra morbillo e varicella? All’inizio i sintomi del morbillo possono essere del tutto simili a quelli di una comune influenza: raffreddore, tosse, febbre.
Dopo circa tre giorni dal manifestarsi dei primi sintomi cominciano a presentarsi sul corpo delle macchie rosse che partono dal volto per poi diffondersi in tutto il corpo nell’arco di 40-72 ore.
La varicella, invece, si manifesta con vescicole che si riempiono di pus e che sono facilmente distinguibili.
La differenza più importante tra morbillo e varicella, però, riguarda le complicanze della malattia e quindi la sua serietà: il morbillo: le complicanze più frequenti del morbillo sono la diarrea (8%), l'otite media (7%) e la polmonite (6%), quindi superinfezioni batteriche. L'encefalite acuta si può verificare nel 0,1% dei casi.
L'Istituto Superiore di Sanità ricorda che "
le complicazioni sono relativamente rare, ma il morbillo è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse
La vaccinazione non è obbligatoria, ma fortemente raccomandata dal Ministero della Salute perché il morbillo può provocare, in rari casi, complicanze come la broncopolmonite e l’encefalite, un'infezione al cervello che colpisce un ammalato su mille e che può provocare danni cerebrali e ritardo mentale.
Il vaccino contro il morbillo è contenuto nel cosidetto trivalente, cioè morbillo.-parotite e rosolia (MPR) e si somministra in due dosi:
Fino al 6°-9° mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata.
Gli esperti lo chiamano: il ritorno del morbillo. Un fenomeno che sta interessando numerosi Paesi, compresa l’Italia, e che preoccupa non poco. La causa? Il crollo delle vaccinazioni, soprattutto dei richiami.
Secondo la Società Italiana di Igiene in Italia le vaccinazioni contro morbillo e rosolia sono diminuite addirittura del 25%, con un conseguente aumento dell’incidenza di queste malattie nella popolazione pediatrica.
Michele Conversano, presidente Società Italiana d'Igiene, denuncia: la responsabilità del crollo delle vaccinazioni è delle campagne antivaccinali che hanno favorito la diffusione di informazioni scorrette e superficiali che hanno avuto conseguenze pericolose. I numeri presentati preoccupano “perché quello che ci protegge dalle patologie è avere un alto tasso di copertura", ha spiegato Conversano aggiungendo che per essere efficace la copertura vaccinale dovrebbe raggiungere il 95% dei bambini.
Gli epidemiologi, quindi, riconducono il crollo e la sfiducia nei cofnronti dei vaccini alle “false informazioni che circolano sul web” in materia di vaccini e di morbillo che ha portato ad un crollo del numero dei bambini vaccinati. Ma perché ancora si parla di vaccini e autismo?
In quindici anni di ricerche scientifiche in materia nessuno studio è giunto alla conclusione, scientificamente dimostrata, che il vaccino trivalente MPR (morbillo parotite rosolia) causi l’autismo.
Eppure da quando nel 1989 Andrew Wakefield pubblicò su The Lancet i risultati del suo studio, condotto su 12 bambini, dai quali emergeva questo collegamento molto è stato detto. Sui giornali, sulle riviste scientifiche, sui social e nei tribunali.
Lo studio di Wakefield venne ritirato dal suo stesso autore, che si scoprì aveva legami con un avvocato impegnato in cause giudiziarie contro le case farmaceutiche, e venne radiato dall’ordine dei medici, la rivista ritirò ufficialmente lo studio, eppure ancora oggi i movimenti anti vaccini sono forti, continuano ad alimentare campagne antivaccini e il risultato è un allarmante calo delle vaccinazioni in tutti i paesi industrializzati.
Tempo fa la rivista JAMA ha pubblicato i risultati di una ricerca statunitense condotta su quasi centomila bambini, molti dei quali a rischio perché con un fratello più grande affetto da autismo. I ricercatori del Lewin Group di Falls Church, Virginia, sono andati ad analizzare i tassi di vaccinazione tra tutti i bambini mettendoli in relazione con le diagnosi di autismo in questo ampio gruppo.
Risultato: non è emersa alcuna correlazione tra il vaccino trivalente e le sindromi autistiche. E, cosa ancora più interessante, non esiste alcuna correlazione nemmeno se si guarda ai bambini ad alto rischio, cioè quelli che hanno un precedente di autismo in famiglia.
Anche per I bambini che erano ad alto rischio il vaccine non ha causato l’autismo, non sappiamo quale sia stata la causa, ma di certo non il vaccino MPR
ha concluso Anjali Jain, a capo del gruppo di ricerca.
Siccome il vaccino contiene un virus non completamente inattivo, ma solo attenuato è possibile avere delle reazioni nei giorni successivi alla vaccinazione. Nella maggior parte dei casi tutto si risolve con un po' di dolenza e rossore nella sede dell'iniezione, qualcun altro può avere febbre a distanza di una settimana.
I miei figli hanno avuto queste reazioni al vaccino MPR:
C'è da ricordare che il richiamo è fondamentale per assicurare al bambino la massima copertura vaccinale perché non basta aver fatto la prima dose per essere coperti dal contagio. Susanna Esposito, presidente della commissione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'eliminazione di morbillo e rosolia, spiega che la copertura per quanto riguarda la prima dose di vaccino trivalente contro morbillo-parotite-rosolia arriva all’88%, comunque al di sotto dell’obiettivo fissato dall’Oms al 95%. La percentuale di copertura scende per il secondo richiamo all’83%.
S si sta programmando una gravidanza è molto importante eseguire alcuni esami del sangue e fare le vaccinazioni per quelle malattie che possono causare danni al bambino. Il morbillo, come la rosolia, è una di queste. E' quindi indispensabile fare la vaccinazione contro il morbillo se si desidera
Il morbillo in gravidanza aumenta il rischio di complicanze per la mamma. Durante i primi 6 mesi, aumenta il rischio di aborto spontaneo e parto prematuro. Contrarre il morbillo prima del parto può aumentare il rischio di infezione alla nascita per il bambino.
Secondo i dati più recenti UNICEF, la mortalità da morbillo tra i bambini è diminuita del 78%, passando da 562.000 decessi sotto i 5 anni nel 2000 ai 122.000 casi letali registrati nel 2012.