Il paracetamolo è un principio attivo molto usato soprattutto in età pediatrica. E' senza dubbio il farmaco di prima scelta per trattare la febbre, ma anche il dolore, ed è praticamente l'unico farmaco che possiamo prendere in gravidanza per trattare gli stessi problemi. Il paracetamolo è il principio attivo della Tachipirina, il farmaco più conosciuto, ma anche di altri prodotti in vendita come Efferalgan o Acetamol. Vediamo quando usare il paracetamolo nei bambini e come somministrarlo.
E' la formulazione ideale per i bambini perché ha un sapore gradevole e naturalmente è facile da assumere. Sul retro della confezione c'è una tabella dove è indicato il dosaggio che varia a seconda del peso: per far sì che il farmaco sia efficace è importantissimo somministrare la dose corretta in base al peso del bambino.
Lo schema posologico di Tachipirina in rapporto al peso corporeo ed alla via di somministrazione
Ho utilizzato le supposte da 125 (prima infanzia) e poi da 250 mg (Bambini) nei miei bambini quando avevano la febbre o dolori legati, ad esempio alla dentizione. Le suppostine sono facili da utilizzare e hanno un effetto rapidissimo. Anche in questo caso è importante stabilire quale sia il dosaggio più adatto in base al peso:
In linea di massima bisogna distanziare le somministrazioni di paracetamolo di almeno 4 ore e non bisogna superare le 5 dosi giornaliere.
Per qualsiasi dubbio vi invito a contattare il vostro pediatra e affidarvi alle sue indicazioni.
Tre studi pubblicati recentemente hanno ribadito la sicurezza dell’utilizzo del paracetamolo in tre ambiti: asma e allergie, sicurezza in gravidanza e tossicità epatica.
Uno studio prospettico pubblicato sul British Medical Journal ha esaminato il rischio di asma in 620 bambini, con precedenti di allergie in famiglia, che avevano assunto il farmaco nei primi mesi di vita. I ricercatori, guidati da Adrian Lowe, hanno seguito i bambini fino al settimo compleanno e hanno concluso che non risulta evidente alcun collegamento tra l’aumento del rischio di asma e allergie e il consumo di paracetamolo.
A indagare sul possibile rischio connesso all’uso del paracetamolo in gravidanza, invece, è stato uno studio apparso su Obstetrics & Gynecology. Analizzando i dati raccolti nel National Birth Defects Prevention Study, relativi alla nascite tra il 1997 e il 2004, il team guidato da Marcia L. Feldkamp ha concluso che l’uso del paracetamolo nel primo trimestre non è associato a una maggiore incidenza di malformazioni alla nascita.
E cosa dire del rischio di danno epatico procurato dall’assunzione di paracetamolo? Uno studio apparso su Pediatrics e condotto da Eric J. Lavonas del Rocky Mountain Poison & Drug Center di Denver ha riesaminato 62 ricerche condotte in precedenza (per complessivi 32.414 pazienti) e ha concluso che una somministrazione di paracetamolo inferiore ai 75 mg per chilo al giorno per via orale o endovenosa (pari a meno di 100 mg per chilo per via rettale) non è associata a nessun danno epatico.
Questi studi confermano, dunque, non solo la tollerabilità e l’efficacia del paracetamolo nei bambini, ma anche la sua sicurezza gastrointestinale e trovano riscontro anche nelle Raccomandazioni del 2010 dell’AIFA che indicano nel paracetamolo il farmaco di prima scelta per la gestione della febbre e del dolore nei bambini.
Il risultato di uno studio pubblicato su Emergency Medicine Australasia ha concluso che non c’è differenza tra ibuprofene e paracetamolo per quanto riguarda il trattamento del dolore in pediatria.
Lo studio in questione ha analizzato i dati relativi al dolore sofferto da bambini (con un’età compresa tra 5 e 14 anni) arrivati in pronto soccorso per la frattura di un arto. Ai bambini veniva somministrato ibuprofene alla dose di 10mg/kg o paracetamolo alla dose di 15mg/kg. Lo studio ha difatti mostrato come non ci sia differenza tra i due farmaci nell’efficacia analgesica.
Queste evidenze confermano dunque la sicurezza del paracetamolo quale farmaco analgesico antipiretico di prima scelta in pediatria. Difatti il paracetamolo è l’unico antipiretico indicato anche nei neonati che può essere assunto fino a 4/6 al giorno (dose massima giornaliera 60/80 mg/Kg) a differenza dell’ibuprofene che può essere utilizzato a partire dai 3 mesi di vita e può al massimo essere assunto 3 volte al giorno per non superare la dose massima giornaliera (30mg/Kg).
Il paracetamolo è un farmaco sicuro per i bambini? Cosa c’è di vero nelle teorie che vedono il consumo di paracetamolo associato a un aumento del rischio di asma nei bambini?
Il paracetamolo è il farmaco più utilizzato in età pediatrica, per le sue proprietà antipiretiche e antidolorifiche. L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) lo consiglia come farmaco di prima scelta nel trattamento di febbre e dolore nei più piccoli.
Si tratta di un farmaco sicuro, se assunto nelle dosi consigliate, e non comporta nessun effetto collaterale a carico di stomaco e intestino nei bambini che lo assumono a stomaco vuoto e che sono disidratati (a differenza dell’ibuprofene che, essendo un FANS, se viene assunto a digiuno può provocare ulcere e sanguinamento gastrico).
Per mettere una parola definitiva sul dibattito circa il rischio di asma e assunzione di paracetamolo si è espressa l’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) che ha ribadito nel febbraio del 2011 “la completa assenza di una relazione tra uso di paracetamolo e comparsa di asma nei bambini in seguito ad esposizione durante la gravidanza o nella prima infanzia”.
In caso di febbre, dunque, è consigliabile ricorrere al paracetamolo, un farmaco di elezione che garantisce anche una maggiore sicurezza in quei bambini che a causa della febbre possono essere disidratati, inappetenti o a stomaco vuoto.
In realtà il paracetamolo è uno dei pochi principi attivi che possono essere assunti anche dai bambini anche a stomaco vuoto. Sappiamo bene quanto in caso di febbre il nostro bimbo abbia davvero poca fame e mangi poco o nulla: anche in questo caso se la febbre è molto alta o il malessere accentuato possiamo dare la tachipirina.