Fino a qualche anno fa esistevano degli schemi e una tabella per lo svezzamento estremamente dettagliate e meticolose.
Si doveva iniziare con un certo tipo di frutta in un preciso momento e poi introdurre via via tutti gli alimenti seguendo un ordine ben preciso. Questo per ridurre il rischio di allergie e aiutare il bambino ad abituarsi a sapori completamente nuovi.
Oggi questo approccio è stato abbandonato. Nessun pediatra, a meno che non sia piuttosto conservatore, vi consegnerà una tabella precisa per lo svezzamento, piuttosto vi darà qualche consiglio generale su come procedere, con quali alimenti iniziare, vi dirà come preparare la prima pappa e in quali quantità bisogna proporre.
Questo cambiamento si è reso necessario perché studi piuttosto recenti hanno scoperto che non serve a nulla, in termini di riduzione del rischio di allergie, posticipare l'introduzione di un alimento, ma che anzi introdurlo precocemente potrebbe ridurre il rischio di diventare allergici.
Cito, a questo proposito, questa pubblicazione del King's College di Londra pubblicata sul New England Journal of Medicine.
In base a queste recenti evidenze, anche gli organismi internazionali hanno rivisto le loro indicazioni, e lo stesso Ministero della Salute italiano nell'ultima versione della guida allo svezzamento non da pù tanta importanza all'ordine di introduzione degli alimenti. E allora, ecco qualche consiglio pratico su come iniziare lo svezzamento.
Lo svezzamento è una delle fasi più divertenti della crescita di un bambino che assaggiando cibi dai sapori nuovi esprime con 'smorfie' il suo gradimento. Insegnare a mangiare al proprio bambino, aiutarlo a sviluppare le buone abitudini alimentari e buon gusto rispetto al cibo è anche fonte di molta soddisfazione.
Lo svezzamento è anche uno dei primi passi verso l’indipendenza del nostro bebé, diventa grande, mangia cibi sempre più diversi e dall’introduzione della frutta al pranzo al ristorante il passo è più breve di ciò che sembra! L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ma in realtà tutte le organizzazioni internazionali che si occupano della salute dei bambini, raccomanda di proseguire con l'allattamento al seno esclusivo fino al sesto mese di vita del bambino Ciò non toglie che si possa cominciare a dare al piccolo un po' di frutta per abituarlo pian piano a consistenze diverse.
Quindi all’incirca al sesto mese di vita, per alcuni pediatri anche verso il quarto, si inizia a introdurre nell’alimentazione del bambino, fino quel momento fatta solo di latte, la frutta. In realtà, l’introduzione di cibi diversi dal latte si rende necessaria perché con il passare dei mesi, il latte non è più in grado di soddisfare tutti i bisogni nutrizionali del bambino.
A questo proposito, anche la frutta serve a poco poiché i nutrienti fondamentali da inserire nell’alimentazione sono soprattutto il ferro, lo zinco che si trovano principalmente in carne e verdura. Iniziare con la frutta ha senso principalmente per abituare il bambino al cucchiaino e un sapore diverso rispetto al latte, e da questo punto di vista il sapore dolce della frutta è più gradito ai bambini piccoli rispetto a quello della carne.
Dopo aver abituato quindi il bambino ad un cibo di consistenza diversa rispetto a quella del latte, si inizia con la prima pappa, quella di mezzogiorno. Prepararla è semplice, si riscalda il brodo di verdura e si prepara la pappa utilizzando le creme ai cereali. Dopo qualche giorno, si possono aggiungere carni bianche, poi rosse, e poi via libera a formaggio, pesce, legumi.
La vecchia regola delle nonne comunque vale sempre: aspettare qualche giorno tra un alimento e l’altro per verificare che questo venga ben tollerato sia dal punto di vista delle allergie che della digestione. Per quel che riguarda il gusto, prima di dichiarare che al bambino non piace un determinato alimento, bisogna provare a darglielo almeno dieci volte.
Per quanto riguarda l’inserimento del glutine, Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica dell'Università La Sapienza di Roma e presidente dell'ECOG (European Childhood Obesity Group), sostiene che introdurlo tardi nello svezzamento non serve ad evitare la celiachia, perciò lo si può inserire subito.
Ecco una tabella degli alimenti che possono essere proposti ai bambini a seconda dei mesi:
Lasciare che i bambini mettano le mani nella pappa, si cimentino a mangiare da soli, pasticcino con il cibo li aiuterà ad amare i buoni sapori, a mangiare bene e ad avere voglia di sedersi a tavola.
Numerosi pediatri sono dell’opinione che, nelle prime fasi dello svezzamento, il bambino vada lasciato libero di toccare il cibo con le mani, giocare con il cucchiaino, sporcarsi e macchiarsi liberamente. E i ricercatori dell’Università di Nottingham hanno scoperto che essere lasciati liberi di sperimentare sin dalla più tenera età trasforma i bambini in amanti della buona tavola. I ricercatori hanno sottoposto ai genitori di 155 bambini, che sono stati seguiti dai 20 mesi ai 6 anni e mezzo, alcuni questionari molto dettagliati al fine di raccogliere informazioni sulle modalità con le quali era avvenuto lo svezzamento e le abitudini alimentari dei bambini una volta cresciuti.
Alla fine dell’analisi dei dati raccolti, i ricercatori Ellen Townsend e Nicola Pitchford hanno concluso che se da piccoli i bambini erano stati lasciati liberi di mangiare da soli, preferibilmente alimenti non frullati ma tritati in piccoli pezzi, una volta compiuti sei anni diventavano più consapevoli della buona tavola e amavano con maggiore probabilità pasta, pane, riso ed erano meno esposti al rischio di diventare obesi o in sovrappeso.
Quelli che erano stati imboccati e avevano mangiato solo pappe frullate, invece, avevano una maggiore propensione a richiedere cibi dolci. Secondo la Towsend ridurre tutto in frullato impedisce al bambino di apprezzare la consistenza del cibo e riduce il senso di sazietà e gratificazione che deriva dall’alimentazione.