I cromosomi contengono tutte le informazioni relative all’embrione e all’essere umano che diventerà: dal colore degli occhi a quello dei capelli a quello della pelle, fino ad alcune caratteristiche ereditarie e a malattie genetiche, nei cromosomi è racchiusa gran parte della storia dell’individuo che sta per nascere. Vediamo in che modo la diagnosi prenatale può individuare malformazioni e anomalie cromosomiche nel feto.
Nell’uomo esistono 23 coppie di cromosomi, due di essi determinano il sesso. Si tratta dei cromosomi X e Y:
E’ quindi chiaro che le donne possono trasmettere solo l’allele X mentre l’uomo può trasmettere o l’X o l’Y: quindi è lo spermatozoo “vincente” a fare la differenza e a determinare il sesso del nascituro.
A volte può capitare, però, che nello sviluppo del DNA del nascituro qualcosa si inceppi: sono le cromosomopatie, caratterizzate nella maggior parte dei casi, dalla presenza di un cromosoma in più. La Sindrome di Down è la cromosomopatia più diffusa (colpisce ogni anno 1 bambino ogni 800) ed è legata anche all’età della madre.
La moderna scienza permette di diagnosticare una gran parte delle malformazioni cromosmiche durante la gravidanza anche se è importante ricordare che non tutte le malformazioni sono diagnosticabili in fase prenatale e lo saranno solo dopo che il bambino sarà nato.
E’ bene anche sottolineare che solo la villocentesi e l’amniocentesi danno una vera e propria diagnosi mentre gli altri esami offrono una risposta di tipo probabilistico, cioè in base a una serie di parametri calcolano che probabilità c’è che il feto abbia una malformazione.
Gli esami prenatali non invasivi che vengono maggiormente effettuati sono Tri-test, translucenza nucale, bi-test e ultrascreen. Questi esami non sono dagnositci ma hanno solo un valore di screening. In pratica offrono un'idea di che percentuale c'è che il feto abbia un'anomalia cromosomica.
E' un esame invasivo che consiste nel prelievo di villi coriali dalla placenta entro la decima settimana di gestazione. Viene effettuata per via trans addominale sotto controllo ecografico. Il campione di cellule placentari viene esaminato alla ricerca di anomalie del cariotipo e il risultato offre una diagnosi abbastanza accurata di alcune malattie cromosomiche. La percentuale di aborto si aggira intorno allo 0,5-1%.
Anche l’amniocentesi è un esame invasivo e per questo non privo di rischi.
Secondo le statistiche il rischio di aborto spontaneo a causa dell’amniocentesi è di 0,5%. Viene effettuata a partire dalla 15sima settimana di gravidanza e consiste nell’aspirazione, con un sottilissimo ago, di un campione di liquido amniotico per via trans addominale.
L’esame viene eseguito con il supporto dell’ecografia per valutare la posizione del feto e la localizzazione dell’ago. I circa 15 cc di liquido amniotico vengono inviati in laboratorio per essere esaminati alla ricerca di eventuali anomalie cromosomiche.
Il risultato è pronto, in media, in un paio di settimane e offre una diagnosi prenatale praticamente sicura su malattie come Sindrome di Down, fibrosi cistica, Sindrome di Edward, Sindrome di Turner e molte altre. Secondo le nuove direttive, l’amniocentesi viene offerta gratuitamente a tutte le donne che hanno ricevuto un risultato anomalo all’ultrascreen.
Per quanto riguarda gli esami non invasivi questa è la tempistica:
Per gli esami invasivi:
Sono arrivati anche in Italia i nuovi esami genetici che necessitano solo di un prelievo di sangue per fornire informazioni su possibili anomalie cromosomiche. I nuovi esami offrono la possibilità di analizzare il DNA fetale libero, presente nel sangue materno, già a dieci settimane di gravidanza.
Dal sangue periferico materno è possibile ottenere importanti informazioni sul feto, senza mettere a rischio la gravidanza e questi esami consentono un’analisi diretta del materiale cromosomico per valutare alcune microdelezioni, le trisomie 21, 18 e 13 e le aneuploidie dei cromosomi sessuali.
In caso di risultato positivo la madre viene invitata a sottoporsi ad amniocentesi.
Per ora questi esami non vengono coperti dal Servizio Sanitario nazionale e hanno un costo di qualche centinaio di euro in laboratori privati.
L'Harmony test è praticamente il più conosciuto ed utilizzato test del Dna fetale al mondo: è disponibile in oltre 100 Paesi ed è stato utilizzato nella pratica clinica di oltre 500.000 gravidanze in tutto il mondo. La tecnologia, come dicevo, misura ed analizza con grande precisione la percentuale di Dna fetale circolante nel sangue materno per valutare i rischi di trisomia 18, trisomia 21 (sindrome di Down), trisomia 13 ed anomalie cromosomiche sessuali (aneuploidie).
I nuovi Livelli essenziali di Assistenza offrono alle donne over 35 l'amniocentesi, mentre a tutte le donne la possibilità di fare gli screening come transluenza nucale e bi-test gratuitamente. A livello privato l'amniocentesi ha un costo variabile tra 400 e 600 euro.