'Mio figlio non mangia niente'! Quante volte sentiamo una mamma dire questa frase e quante volte sarà capitato di dirla anche a noi, magari in un periodo in cui nostro figlio sembra svogliato, inappetente e poco incline a provare sapori nuovi? Eppure quello del 'bambino che non mangia' è un falso problema. Solo in una piccolissima percentuale di casi la questione va risolta con l’aiuto di un medico e solo quando l’inappetenza prosegue per un periodo lungo e comporta un ritardo nella crescita o un calo di peso.
Per la stragrande maggioranza dei casi, invece, si tratta di una fase passeggera che passerà spontaneamente oppure che potrà essere superata grazie a qualche semplice modifica alle abitudini quotidiane.
Una bimba che ha bevuto latte e biscotti a colazione, che a scuola ha pranzato più della metà del pasto, che nel pomeriggio ha sgranocchiato qualche biscotto, ha mangiato una merendina e bevuto un succo di frutta può arrivare a sera e non avere alcuna voglia di mangiare. Soprattutto se sa che prima di andare a letto la mamma le darà un bel bicchiere di latte che la farà andare a dormire ''a pancino pieno'.
Si può davvero dire che questa bambina non ha mangiato niente?
Per capire come porsi nei confronti di questo tema è bene sapere che un bambino di cinque anni ha bisogno di un apporto giornaliero tra le 1400 e 2000 calorie, mentre una bambina tra le 1300 e 1900 calorie (dipende molto anche dallo stile di vita del bambino) e che due cioccolatini forniscono più di cento calorie!
Ciò vuol dire che se un bambino ha fatto una sostanziosa merenda può anche non avere fame ad ora di cena, soprattutto se gli si permette di mangiare dolcetti al posto del pasto con l’unico scopo di 'fargli mangiare qualcosa'.
Nel dubbio si può tenere un diario di quello che il bambino ha mangiato (e bevuto) durante il giorno e sarà, così, facile calcolare quante calorie abbia assunto il bambino. Avrà probabilmente fatto il pieno di zuccheri e forse non avrà assunto tutti i nutrienti che gli servono per crescere, ma di certo non perderà peso.
Lo stimato pediatra Carlos Gonzales ha una sua personale e molto fortunata teoria in merito:
il bambino sa di cosa ha bisogno e se lo si lascia libero di attingere ai cibi messi in tavola come meglio desidera si nutrirà in modo spontaneo e consapevole
Ovvio che i cibi proposti devono essere nutrienti e adatti a un’alimentazione sana. Quando arriva l’ora di cena sarebbe bene chiedere al bambino cosa desidera mangiare e farlo sedere a tavola mettendo davanti a lui le varie pietanze preparate. Sarà lui stesso a prendere ciò di cui il suo organismo ha bisogno: carboidrati, proteine, frutta o verdura.
Un altro suggerimento è quello di organizzare bene i pasti durante la giornata:
E’ importante per quanto possibile, rispettare una routine degli orari e del luogo del pasto, così da creare anche un’abitudine allo 'stare a tavola' che vada aldilà del semplice nutrimento.
Se prima di andare a dormire il bambino gradisce un bicchiere di latte bisogna tener presente che il latte è un alimento a tutti gli effetti: 250 ml di latte (l’equivalente di una tazza) forniscono 160 calorie di calorie e un significativo apporto di proteine e vitamine.
Il mio bambino non mi mangia. Consigli per prevenire e risolvere il problema di Carlos González