L’arrivo del fratellino può essere un momento davvero difficile per il primogenito. Anche se ha chiesto a gran voce un fratellino il suo improvviso materializzarsi può diventare un’occasione per innescare gelosie e paure.
In che modo i genitori possono gestire questa fase così delicata? Ecco come aiutare il bambino quando arriva un fratellino.
Coinvolgendolo e non dandogli l’impressione che le cose stanno drasticamente cambiando proprio a causa del fratellino.
Coinvolgerlo nella gravidanza e nell’attesa è essenziale: la mamma potrebbe mostrargli le fotografie di quando era incinta e nel pancione c’era proprio lui, potrebbe fargli sentire il movimento del fratellino nel pancione potrebbe chiedergli di partecipare nella scelta del nome del nascituro oppure potrebbe raccontargli come sarà bello avere un compagno di giochi.
Al tempo stresso è consigliabile fare in modo che i cambiamenti che si appronteranno alla casa, a esempio uno spostamento di mobili per fare spazio al neonato oppure un trasferimento della cameretta, avvengano prima della nascita: in questo modo il bambino non assocerà l’arrivo del fratellino con cambiamenti significativi che si ripercuotono sul suo quotidiano.
Un altro aspetto importante riguarda la competizione tra fratelli che può nascere già durante la gravidanza: cerchiamo, quindi, di parlare del bimbo in arrivo attraverso la relazione tra fratelli e non la relazione tra mamma e bambino. Questo sposta l'attenzione sull'importanza di essere una sorella maggiore o un fratello maggiore. Qualche esempio:
Il coinvolgimento del primogenito è importante anche quando il fratellino sarà nato: è importante che possa toccarlo e accarezzarlo, che possa anche solo avere la sensazione di aiutare la mamma nei riti quotidiani, come il bagnetto o il cambio del pannolino, e che abbia la possibilità, seppure sotto la supervisione di un adulto, di tenerlo in braccio.
E’ bene evitare, in questo momento così delicato per il primogenito, di investirlo di troppe responsabilità: è meglio rimandare l’inserimento a scuola non appena arriva il fratellino, passare dal pannolino al vasino o rinunciare al ciuccio. E’ meglio rimandare a quando l’arrivo del fratellino sarà stato ormai metabolizzato.
L'arrivo di un fratellino porta sempre dei cambiamenti in famiglia, per i genitori e soprattutto per chi fino a quel momento è stato il 'cucciolo' di casa.
Essere figli primogeniti, 'di mezzo' o ultimi nati può influire sulla nostra personalità e sulla nostra intelligenza? Non sono pochi gli studi che propendono per una risposta affermativa. Sembrerebbe che i figli primogeniti si caratterizzino per essere intelligenti, devoti, affidabili e che – crescendo – scelgano professioni dove dedizione e impegno sono condizioni necessarie.
Sono particolarmente affidabili e responsabili, vuoi anche perché spesso viene chiesto loro di dare un aiuto con i fratellini più piccoli. E proprio nella relazione tra il primogenito e il 'nuovo arrivato' va posta molta attenzione da parte dei genitori: il loro amore e le loro attenzioni ora vanno divise e il figlio maggiore potrebbe risentirne. Allo stesso modo alcune ricerche hanno rilevato che i figli più piccoli sono più aperti al cambiamento mentre i figli 'di mezzo' sono più calmi e concilianti, pronti a fare da anello di congiunzione tra il maggiore e il minore.
Elemento comune degli studi condotti su questo argomento, l’idea che la distanza temporale “ideale” tra un figlio e un altro sia di 3 anni. Questo perché nei primi 3 anni di vita sarà più facile da parte del fratello maggiore accettare la nuova nascita senza particolari traumi.