Non riesco a rimanere incinta: sono forse sterile? E’ la domanda che si sentono porre la maggior parte dei ginecologi da coppie che stanno tentando di avere figli da qualche mese. Ma cosa vuol dire infertilità e come si affronta?
Quello della fertilità è un argomento di grande attualità. Nell’epoca in cui la decisione di fare figli viene rimandata sempre di più, le coppie decidono di ‘fare il grande passo’ quando hanno ormai superato i trentacinque anni e la decisione spesso non si rivela così semplice.
Quando si può parlare di infertilità
Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla base dei risultati di uno studio condotto negli anni Sessanta sulla popolazione americana, il 56% delle coppie sane in cerca di un figlio ci riesce nel primo mese di rapporti sessuali non protetti, il 78% entro i primi sei mesi e l’86% entro i primi dodici mesi.
Gli esperti sono concordi nel non parlare di infertilità prima che sia passato un anno di tentativi infruttuosi da parte della coppia; i dati dell’OMS dichiarano che, nel mondo, 50 / 80 milioni di persone hanno problemi di sterilità (una percentuale tra l’8 e il 10% della popolazione mondiale).
Secondo i dati più recenti resi noti dalla Società di Endocrinologia Ginecologica, una coppia su sette in Italia soffre di infertilità.
Età e infertilità
Il grande nemico della donna è certamente il tempo che passa. Sebbene, in generale, il momento più fertile di una coppia sia intorno ai 25 anni tanto per l'uomo quanto per la donna, è anche vero che l'uomo produce spermatozoi per tutta la vita e, quindi, è fertile anche fino a 80 anni. Per la donna, invece, c'è un limite fisico alla fertilità, rappresentato dalla menopausa.
La menopausa si verifica generalmente intorno ai 50 anni, ma può essere anche anticipata ai 40-45 anni; tutto dipende dalla durata della cosiddetta riserva ovarica.
La donna, infatti, quando nasce ha già nelle ovaie tutti gli ovociti che potrà utilizzare durante la sua vita fertile. In realtà, già il feto femminile ha gli ovociti all'interno delle ovaie, il cui numero si aggira intorno ai 7 milioni. Questi ovociti vanno via via a diminuire fino ad arrivare, alla pubertà, alla cifra di circa un milione.
Soltanto circa 500 di questi però potranno potenzialmente essere fecondati poiché tutti gli altri subiranno una atresia, cioè una degenerazione naturale e spontanea.
Un'altra caratteristica che fa del fattore tempo un grande nemico della fertilità femminile è la qualità dell'ovocita. Con l'invecchiamento dei tessuti, anche gli ovociti invecchiano e sono più facilmente suscettibili a sviluppare nel feto un'anomalia cromosomica, che potrebbe portare ad un aborto spontaneo precoce, incidendo così anche sulla possibilità della donna di rimanere incinta. Negli uomini, invece, la produzione di spermatozoi è continua ed essi non invecchiano con il passare degli anni.
Gli spermatozoi hanno un ciclo di 70 giorni; ogni 70 giorni, quindi, l'uomo ha una nuova produzione di spermatozoi e questi cicli durano tutta la vita. Tuttavia, ci sono anche cause diverse dalle naturali carenze fisiche, cause patologiche che impediscono o rendono estremamente difficile il concepimento. Queste cause danno luogo all'infertilità maschile e femminile.
Infertilità per problemi ormonali e tiroidei
Ci sono alcuni fattori che determinano infertilità nell'uomo e nella donna allo stesso modo e sono legati soprattutto a problemi ormonali o tiroidei:
- L'ipogonadismo ipogonadotropo: si tratta di un malfunzionamento delle gonadi (testicoli nell'uomo e ovaie nella donna) e di una quantità non sufficiente di gonadotropine; questo provoca una produzione limitata di FSH e LH, due ormoni che regolano la spermatogenesi negli uomini e l'ovulazione nelle donne. L'ipogonadismo può colpire tanto gli uomini quanto le donne, ma è più frequente in queste ultime.
- L'iperprolattinemia: è una causa di infertilità abbastanza frequente sia negli uomini che nelle donne; si tratta di una produzione eccessiva di prolattina da parte dell'ipofisi. Negli uomini può provocare impotenza ed una drastica riduzione nella produzione di spermatozoi, mentre nelle donne può interferire con la produzione di GnRh, causando irregolarità nelle mestruazioni e disturbi legati all'ovulazione, fino alla completa amenorrea (cioè l'assenza di mestruazioni). La causa più frequente di iperprolattinemia è l'esistenza di un tumore benigno detto adenoma ipofisario.
- Disfunzioni della tiroide: sebbene negli uomini sia abbastanza raro che ipo ed ipertiroidismo interferiscano nella fertilità maschile, ci sono casi che hanno dimostrato come l'ipotiroidismo possa provocare un aumento della prolattinemia, incidendo quindi sugli spermatozoi, e l'ipertiroidismo abbia un certo ruolo sul funzionamento dei testicoli. Nelle donne, invece, quello che è accertato è il ruolo dell'ipotiroidismo nell'ovulazione: la produzione di TRH e di TSH da parte dell'ipotalamo e dell'ipofisi per aumentare la funzionalità tiroidea provoca un aumento nella produzione di prolattina, associato già alla diminuita produzione di FSH, dovuta al rallentamento del metabolismo.
Infertilità femminile
Le cause di infertilità femminile possono essere:
- L'aumento di FSH: l'aumento di questo ormone è sempre indice di qualcosa di grave in atto. Quando le ovaie non funzionano come dovrebbero non rispondono agli stimoli che il cervello invia, quindi l'ipofisi produce maggiori quantità di questo ormone; spesso, l'aumento di FSH corrisponde all'esaurimento delle riserve ovariche e, quindi, alla menopausa. Solitamente l'aumento di FSH è idiopatico, cioè non si conosce il motivo preciso, ma alcuni fattori possono influire: le infezioni virali, quali tubercolosi o rosolia, l'esistenza di malattie autoimmuni, farmaci o radiazioni, ad esempio per le chemioterapie, o interventi chirurgici che agiscano sulle ovaie, asportandole o compromettendone la funzionalità
- L'ovaio policistico: è la sindrome più comune nelle donne non fertili e nonostante le numerose e dettagliate informazioni che si hanno sulla sua natura, è sempre troppo poco conosciuta. Non si sa, infatti, come insorge ed anche i criteri di classificazione sono molto personalizzati. Si tratta di una situazione in cui le ovaie hanno una dimensione maggiore del normale, presentano una parete più spessa e un accumulo di follicoli che, non riuscendo a completare lo sviluppo e a diventare ovociti, si trasformano in cisti. L'ovaio policistico incide notevolmente sull'ovulazione provocando irregolarità mestruali, oligomenorrea ed amenorrea
- Fase luteale corta: si tratta di un accorciamento della fase luteale che normalmente dura tra 11 e 16 giorni, mentre in questi casi dura meno di 10 giorni e l'endometrio non riesce a svilupparsi rendendo impossibile l'impianto di un eventuale ovocita fecondato. Questo problema, quindi, non impedisce la fecondazione naturale, ma l'annidamento dell'uovo fecondato ed il proseguimento della gravidanza
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