crisi di pianto nei bambini

Crisi di pianto nei bambini

14/07/2019

La maggior parte della mamme, durante la gravidanza, si prepara non solo a come vivere il momento del parto, ma anche a come gestire la vita quotidiana con il nuovo arrivato. Uno dei temi sui quali sono maggiormente attente è come gestire il pianto nel bambini: il primo segnale di vita e per molti mesi l’unico modo a loro disposizione per comunicare bisogni e disagi. E’ importante quindi che la mamma sia attenta a questo richiamo e che capisca quali sono le esigenze del momento in modo da cercare di soddisfarle. Vediamo come interpretare le crisi di pianto nei bambini e come gestirle.

Perché i bambini piangono

Si potrebbe dire che ad ogni età, corrisponde un pianto:

  • nei primissimi mesi esso esprime bisogni semplici come la fame, il bisogno di essere lavato e cambiato, la stanchezza, il desiderio di coccole. Anche il dolore, dovuto alle coliche o ai primi dentini, viene espresso attraverso il pianto.
  • Si passa poi al pianto che esprime paura, ad esempio legata alla separazione dalla mamma e il timore degli estranei fino ad arrivare al pianto dei capricci.
  • Tra i due e i tre anni, i bambini iniziano a sperimentare i limiti e a comprendere qual è la differenza tra loro e il mondo circostante: tra il sé e il non sé. Iniziano ad essere particolarmente indipendenti e intraprendenti, attraversando una fase fondamentale che li porterà al distacco dai genitori e a diventare sempre più autonomi.

Come gestire le crisi di pianto nei bambini

Il pianto del bambino è senza dubbio una delle situazioni che maggiormente mette in crisi i genitori. Da un lato cercano di capire in tutti i modi perché il bambino piange e dall’altra parte si domandano se attraverso la consolazione e il soddisfacimento delle richieste rischiano di tirar su bambini eccessivamente 'viziati'. Crescere bambini viziati è uno dei maggiori dubbi che i genitori si pongono.

Viziare non è consolare il proprio bambino e rispondere con affetto e coccole ai suoi bisogni: viziare è non avere la forza o la volontà di affrontare i suoi comportamenti.

Quindi è ancor più importante capire il pianto del bambino perché è attraverso questo che si capirà come consolarlo.

E’ utile inoltre ricordare, che anche i bambini più piccoli hanno il loro carattere, perciò esistono bambini che piangono di più e bambini che piangono di meno, bambini più sensibili e bambini con situazioni particolari che fanno si che il pianto sia più o meno frequente.

Come fare smettere di piangere un neonato

Esiste un modo per far smettere di piangere un bambino? Come si può calmare il pianto del neonato in poche semplici mosse? Il pediatra californiano Robert Hamilton ha alle spalle trent'anni di esperienza e di pianti di bambini ne ha visti parecchi. Ma conosce una mossa speciale che gli permette di far smettere di piangere i bambini di pochi mesi o settimane di vita istantaneamente.

In un un video diventato virale e visto da milioni di persone in pochi giorni, Hamilton mostra i passaggi di quella che lui chiama “La presa” (the hold) e che usa regolarmente con i neonati che piangono perché vengono spogliati e visitati oppure ricevono l'iniezione di vaccino.

La presa, che tutti i genitori dei piccoli pazienti del dottor Hamilton hanno appreso nel suo studio, funziona così:

  1. si prende il bambino molto delicatamente e gli si incrociano le braccia sul petto
  2. si sostiene il sederino con una mano e lo si dondola a 45 gradi avanti e indietro e a destra e sinistra

Tutto il movimento deve essere molto delicato, non bisogna mai fare degli scatti o dei movimenti improvvisi

spiega il dottore nel video.

  • La tecnica riesce davvero a calmare il bebè che piange?

La CBC ha chiesto un'opinione alla dottoressa Christine Chambers, professore di pediatria presso Dalhousie University di Halifax, che chiarisce che si tratta di una variante di una strategia di cura del neonato in cui il bambino viene tenuto in posizione flessa dalle mani del genitore (nella culletta o nell'incubatrice) come a raccoglierlo e tenerlo in posizione fetale, e serve per ridurre il dolore e il disagio dei bambini che vengono sottoposti a procedure dolorose, ma non è più efficace dell'allattamento al seno, del contatto pelle-a-pelle o del saccarosio.

La dottoressa è scettica:

i bambini mostrati nel video possono reagire alla novità dell'esperienza che i porta a smettere di piangere, ma probabilmente la calma non è destinata a protrarsi, tuttavia vale la pena di provare

Guarda il video

 

capriati bw square
Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.